laurito arbore de crescenzo
Alessandro Ferrucci per il Fatto Quotidiano
I maccheroni con Eduardo De Filippo, a casa sua e cucinati da lui ("era bravissimo"); i bombolotti mangiati di nascosto in una roulotte con Sergio Corbucci e Bud Spencer durante le riprese di un film ("la produzione non capiva e protestava"); o il gateau di patate da portare ai compagni in lotta, le torte preparate in casa per racimolare qualche lira e pagare l' affitto di una comune a Roma, frequentata da chiunque ("le persone dormivano anche nella vasca da bagno"). Con Marisa Laurito il cibo è storia, condivisione, solidarietà, psicanalisi e analisi ("da come uno sta a tavola comprendo tantissimo del suo carattere"), cultura e confronto. Da sempre. E poi "nella mia vita tutto quello che ho fortemente voluto, l' ho ottenuto".
A partire da?
Recitare. Una decisione presa quando avevo otto anni.
(...)
Papà operaio
laurito arbore d'agostino
Lavorava alle Fs, ogni mattina si alzava alle cinque e per uno stipendio bassissimo, l' Unità come unica fonte di informazione, la solidarietà e la lotta politica un mantra talmente inculcato da farmi cucinare degli enormi gateau di patate da portare ai compagni che occupavano le scuole.
Con suo padre alcun diritto di replica.
Impossibile discutere, infatti la mia fortuna è stata quella di compiere 21 anni esattamente il giorno in cui Eduardo (De Filippo, ndr) mi ha offerto di entrare nella sua compagnia.
Anche De Filippo viene descritto come un uomo dal carattere complicato.
Mio padre e lui erano molto simili, stesso imprinting. A teatro non si respirava, c' era il silenzio, un rigore totale, come fossimo in chiesa; multe a raffica e per tutto.
Come, multe?
EDUARDO DE FILIPPO
E certo, gogna e multa e per ogni sfumatura: per aver urlato dietro le quinte, o essere entrata in scena al momento sbagliato, magari un ritardo sull' orario di lavoro Senza deroghe. Eduardo era temutissimo, eravamo obbligati ad assistere a tutte le prove, noi seduti in circolo e in silenzio ad ammirare il genio mentre spiegava la parte, le giuste intonazioni, i movimenti. E non potevamo sgarrare di una virgola, e quando emetteva questo suono - una sorta di fischio -, ti dovevi spaventare, perché stava incazzato nero.
E quindi
Scattava il fugone prima dell' esplosione emotiva. Se poi uno azzardava la frase "direttore sto malissimo, oggi non me la sento", lui non alzava lo sguardo e con il suo tono rispondeva: "Prima vai in scena, e poi puoi anche morire". Senza pietà. Lo spettacolo doveva sempre andare avanti, e lui stesso è salito sul palco e ha iniziato il secondo atto di una commedia, nonostante avesse poco prima ricevuto la notizia della morte della figlia Luisella.
MARISA LAURITO ANDREOTTI
(...)
Timbravate il cartellino.
Se lo spettacolo non girava bene, le prove potevano durare fino alle sei del mattino, poi due ore di sonno, doccia e si ricominciava. Ah, erano proibite le storie d' amore dentro la compagnia, le beghe sentimentali alteravano il lavoro; una volta due attori sono stati cacciati perché pizzicati mentre amoreggiavano.
Decisione giusta?
Sì. Per un anno sono stata in scena con due fidanzati: una tragedia, un litigio continuo.
Quanto tempo ha lavorato con De Filippo?
Sei anni, poi ho partecipato alle sue prime commedie a colori, fino a quando Sergio Corbucci mi ha chiamata per un ruolo da protagonista in un film; vi lascio immaginare la reazione di Eduardo alla notizia del mio abbandono.
Sacrilegio.
marisa laurito a verissimo
Mi ascoltò, poi gelido disse: "Volete fare il cinema? Allora andate". Con il "voi" Tipico di quando era furioso: lasciava in tasca il "tu".
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Da De Filippo a Corbucci
Altro mondo, con Sergio era una passeggiata, mi diceva sempre: "Ti rendi conto? Ci pagano per giocare". Però era un grande professionista, sul set si trottava.
Corbucci è celebre anche per le lunghe pause pranzo
In Pari e dispari giravamo a Miami, finivo sempre prima degli altri, così correvo nella roulotte di Carlo Pedersoli (Bud Spencer, ndr) per cucinare. Alle 13 Sergio comunicava alla troupe: "Scusate, abbiamo bisogno di un' ora per studiare".
marisa laurito
Studiare i bucatini.
No, i bombolotti alla matriciana, una cofana tanta di pasta da dividere in tre: io, Sergio e Carlo, con del buon vino, mentre Terence Hill restava fuori, non partecipava, lui era già ascetico; poi verso le 14 gli statunitensi ci bussavano alla porta per sollecitarci a tornare sul set, e Sergio rispondeva: "Stiamo provando!"; io e Carlo ridevamo, dalla roulotte usciva un profumo inconfondibile.
marisa laurito
(...)
Ha raccontato di una comune a Roma, con Castellitto trattato da benestante del gruppo.
Sergio aveva il posto fisso all' Atac, quindi uno stipendio reale, rispetto a noi un lusso; e poi possedeva una macchina scassata, con la quale mi veniva a prendere, andavamo al cinema; mi riaccompagnava e alla fine sognava: "Voglio diventare come Al Pacino". E io: buonanotte
roma napoli flaminio con marisa laurito
Così poveri?
Non avevamo una lira! Mi inventavo di tutto pur di pagare l' affitto, per un periodo la cucina è diventata una pasticceria: preparavo torte che poi vendevamo; o prendevo la chitarra e cantavo per i ristoranti di via Veneto. Casa era aperta a tutti, specialmente ad attori come noi in difficoltà economica; c' era gente che dormiva nella vasca da bagno. Spesso passava Massimo Ranieri, ma lui era già famoso.
Il cinema nel cinema.
Vivevamo in una strada particolare, un condensato di "ciak", speranze e certezze acquisite: oltre a noi c' erano Eleonora Giorgi, Marco Bellocchio, lo stesso Corbucci Chi frequentava casa? Chiunque, ricordo Benigni, in quel periodo in teatro con il suo Mario Cioni; ero pazza di lui. Insieme abbiamo ridipinto le pareti di nero.
marisa laurito, renzo arbore, irene ghergo foto andrea arriga
Se Eduardo è stato la guida per il teatro, nel cinema chi?
In questo caso in primis devo ringraziare Manfredi, mi ha insegnato ogni segreto: dal primo piano a come si muovono le camere; era un professionista anche troppo preciso, l' esatto opposto di Tognazzi: Ugo non aveva né regole, né padroni, arrivava quando voleva, se ne andava allo stesso modo, non studiava eppure gli veniva tutto in maniera naturale.
Ha assaggiato la cucina di Tognazzi?
'Na schifezza, amava i piatti colorati, tipo il "risotto rosa".
enrico vanzina e gigi proietti
Manfredi era così tanto sensibile verso le donne?
Quella oramai è storia: Nino era veramente fissato, una passione smodata.
Tra i suoi più cari amici spesso cita De Crescenzo
La prima volta l' ho incontrato da Manfredi: entro in casa e lui era davanti alla vetrata, vestito di blu, bellissimo; bello in modo esagerato. Corteggiava tutte le donne, compresa me mentre Arbore mai.
Come ha osato?
Ancora lo rinfaccio. L' altro giorno Renzo mi guarda e poi se ne esce: "Ho visto un tuo film, avevi delle gambe bellissime". "Ah, e te ne accorgi solo adesso!".
Invece De Crescenzo
Ci ha provato e per fortuna non ho ceduto. Non so il motivo della mia ritrosia.
boncompagni laurito
Per fortuna
Troppo sciupafemmine, le donne erano in fila per lui, ma almeno è nata un' amicizia straordinaria: Luciano e Renzo sono come la mia famiglia, dei punti fermi. In particolare Luciano non mi ha mai abbandonata, sempre al mio fianco e in ogni situazione.
Chi è De Crescenzo?
Un genio e non l' hanno capito: lui ha portato la cultura alla massa, esattamente l' opposto di quanto realizzato dal Partito comunista. I suoi libri sono tradotti in 42 lingue, in Grecia i testi sono materia di studio nelle scuole.
Lei ha lavorato con Boncompagni.
Altro genio, molto differente da Arbore: Renzo creava, anche in modo esagerato, mentre Gianni era bravo a togliere e pigro. E poi Bonco ha inventato il primo piano televisivo, basta solo questo per qualificare la sua enorme eredità.
marisa laurito a linea notte
Con Boncompagni ha fatto molta tv
Mi mandava in diretta con un' unica indicazione: "Improvvisa". Basta. Arrivavo a gestire quaranta minuti più altri quaranta al cruciverbone di Domenica in senza nulla di scritto, da sola. Ah, stessa cosa a Quelli della notte.
Anche lì improvvisazione pura?
Eccome, è Renzo ad avermi spronato a buttarmi, e basandosi sul nostro cazzeggio a cena.
Boncompagni era fissato con gli scherzi.
MARISA LAURITO
A Domenica in abbiamo organizzato un finto svenimento in diretta, e lo sapevamo solo noi due, scoppiò l' inferno, con il direttore di produzione nel panico, Gianni che puntava la telecamera in alto, io non mi riprendevo, il parapiglia in studio.
Di quel gruppo, a chi è rimasta legata?
Molto a Roberto D' Agostino, ancora ci frequentiamo.
Solo uomini
Ne ho conosciuti e frequentati di straordinari, come Banderas, Celentano, Monicelli, e un po' della loro polvere magica ti resta inevitabilmente addosso.
Napoli per lei.
marisa laurito
La mia storia. Quando vivevo nella comune, un periodo scattò l' allarme generale: si diceva che era imminente un terremoto e sarebbe sprofondata. Così corro in camera e riempio la valigia, bussano alla porta, apro, era Franco Javarone. "Dove vai?". E io: "A Napoli, arriva il terremoto e sprofonda". "Ma io vengo da lì". Silenzio. Si ferma, e poi: "So' un omme e merda, torno lì con te".
Ma suo padre alla fine ha apprezzato il successo?
marisa laurito
Rassegnato, e quando ha compiuto 80 anni ha sentenziato: "Non sei stanca di questa vita da zingara?". Per lui ho organizzato un matrimonio finto Una sceneggiata? Convivevo con un uomo e papà non sopportava questa situazione. Complice mia madre e mio fratello ho deciso di simulare, senza dire la verità a nessuno. Quindi amici. Regali. Parenti. Casa con i fiori. Al momento di andare in chiesa mamma ha finto un malore ed è svenuta, e io: "Se in chiesa non viene lei, non voglio nessuno". Con il mio compagno siamo usciti, abbiamo atteso un po', ci siamo infilati due anelli e siamo rientrati. Applausi e brindisi. Mio padre è morto senza sapere la verità.
MARISA LAURITO CON IL COMPAGNO
Cosa vorrebbe vedere scritto su un' enciclopedia alla voce "Marisa Laurito"?
Nella sua vita ha tentato di fare l' artista (Ore 14, dalla cucina di casa Laurito il profumo non mente: "La pasta è cotta, a tavola".
Menu: fettuccine con il ragù toscano, carne al forno e purè.
"C' è anche l' insalata, ma non la mangia mai nessuno". L' arte anche in tavola).
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