Maria Elena Barnabi per Gente - Estratti
marisa laurito
Le avventure di una vita con gli amici fraterni Renzo Arbore e Luciano De Crescenzo, gli inizi a teatro con Eduardo De Filippo, la passione per la cucina ereditata da mamma e papà, l’amore maturo con l’imprenditore bresciano Piero Pedrini che, finalmente, «capisce tutto e non rompe mai, del resto non potrebbe essere altrimenti», come dice lei. Quando parli con Marisa Laurito – un tornado di erre moscia, accento napoletano e risate – capisci subito che davanti a te c’è una donna libera, che ha sempre fatto quel che voleva.
Dal 25 marzo è in tv nelle vesti di giudice nella trasmissione Alessandro Borghese Celebrity Chef (su TV8, dal lunedì al venerdì, alle 19.10) insieme con Borghese e lo chef pluristellato Riccardo Monco. A sfidarsi tra i fornelli, coppie formate da star più o meno “omogenee” con il pallino della cucina: Barbara Bouchet e Corinne Clery, Carlo Lucarelli e Pablo Trincia, Alessandra Celentano e Garrison...
marisa laurito alessandro borghese
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E lei si diverte?
«Moltissimo. Io mi intendo molto di cucina e sono appassionata, quindi come giudice sono senza pietà. Se una cosa fa schifo, non ho problemi a dirlo».
I suoi colleghi giudici come sono?
«Alessandro Borghese è un ragazzo con i piedi ben piantati a terra, nonostante il successo. È straordinariamente bravo in cucina, i piatti che fa sono pazzeschi. In più è uno showman nato, ha un grande dono. Riccardo è uno chef raffinatissimo, è un grande tecnico della cucina, dice delle cose che non sono confutabili. E ha imparato a fare la tv».
Chi le ha insegnato a cucinare?
«A casa mia cucinavano tutti: mio nonno, mio padre, mamma. Ogni tanto cucinavo anche io, un gesto naturale».
marisa laurito Piero Pedrini
Le sue cene sono famose.
«Iniziai a farle quando da Napoli mi trasferii a Roma: avevo poco più di 20 anni e andai a vivere con Marina Confalone (famosa attrice teatrale, ndr). Mettemmo su una comune: eravamo spiantate, ma ospitavamo tutti. Nessuno sapeva cucinare e allora iniziai a farlo io».
Chi viveva in questa comune?
«Un sacco di giovani artisti squattrinati della Roma Anni 70: per dire Franco Javarone (altro attore teatrale, ndr) dormiva nella vasca. Sergio Castellitto, che faceva l’impiegato e sognava di diventare un attore famoso, veniva sempre a cena. E poi passavano Roberto Benigni, Massimo Ranieri, Domenico Modugno: cucinavamo, parlavamo, ci divertivamo. Bei tempi».
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marisa laurito
E poi arrivò la grande botta di successo in tv con Quelli della notte del suo grande amico Renzo Arbore. Come vi conosceste?
«Ci presentò Luciano De Crescenzo, che avevo incontrato nel 1976 sul set di un film con Nino Manfredi e Ugo Tognazzi. Diventammo tre amici inseparabili: Pasqua e Natale insieme, viaggi bellissimi, serate, cene... Insomma, amici veri, di famiglia, salvavita».
Erano due uomini di successo, corteggiatissimi, spiritosi. De Crescenzo era bellissimo. Non ci ha mai fatto un pensierino?
«Per carità, mai! E manco loro mi hanno mai fatto la corte. Ora che ci penso, ho avuto più amici maschi che femmine, e dire che le donne mi piacciono tanto».
Secondo lei perché?
«Probabilmente perché ho sempre avuto un andamento più maschile che femminile, anche da ragazza. Gli uomini vogliono venire sempre prima di tutto. E io ho sempre preferito la libertà piuttosto che sottostare alle regole della famiglia, del matrimonio, dei maschi. Quando ero giovane io, gli uomini comandavano per davvero la vita delle donne. Io scelsi di andarmene da casa».
marisa laurito de luca
Poi però nel 2001 si sposò con l’ex calciatore Franco Cordova. Durò solo tre mesi...
«Il mio ex marito era molto seccato dalle mie amicizie ingombranti e dalla mia fama. E infatti ci siamo lasciati subito. Ho sempre avuto un sacco di problemi con gli uomini: amando io la libertà e avendo quasi solo amici maschi, loro si sono sempre sentiti impotenti».
Con il suo attuale compagno sta da 24 anni. Le cose sono cambiate.
«Certo: è un uomo di grande successo, è stato un capitano d’industria, ha vissuto in America e in giro per il mondo, ha una mente molto aperta, e quindi di queste cose non gliene frega niente. Va d’accordo con i miei amici, io con i suoi figli».
marisa laurito
Avete due case, una a Roma e una a Brescia. Come vivete?
«Un po’ insieme, un po’ separati, un po’ qui, un po’ là. È la nostra dimensione».
E lei come era vista dalle compagne dei suoi amici?
«Da alcune bene, da altre male. Dipende dal carattere, dalla testa. Dalla cultura».
Fuori i nomi.
«Ma non ci penso neppure! Posso solo dire chi mi viveva bene: Mariangela Melato (compagna storica di Arbore, ndr). Mariangela aveva carattere e cultura. E aveva una grande grazia. Non saprei come altro definirla. Io amo le donne intelligenti, che non rompono le scatole, che sono al di là del servilismo, che sono indipendenti».
Il trio composto da lei, Mara Maionchi e Sandra Milo in Quelle brave ragazze era perfetto.
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«Cara Sandra. Quando se n’è andata, ci sono rimasta male. Io e Mara la vedevamo stanca, ma siccome era un po’ più grande di noi, pensavamo fosse normale. Non sapevamo che fosse ammalata. Ce l’ha detto quando eravamo già partite. E questo la dice lunga su quanto fosse una donna speciale. Forte, intelligente e volitiva»
COPERTINA DI GENTE
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