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    MARISELA FEDERICI, CHIAGNE E FOTTE – “COS'È LA MONDANITÀ? È FARSI UNA FOTO E APPARIRE IN UN VIDEO. IO NON HO PIÙ VOGLIA DI APPARIRE, FUGGO DA DAGOSPIA (SIAMO NOI CHE FUGGIAMO DA TE, NDR). ROBERTO D'AGOSTINO È INTELLIGENTISSIMO MA DÀ UN'IMMAGINE DI ME CHE... SEMBRO UNA IMBECILLE CHE NON FA ALTRO CHE FESTE. LE FACCIO, MA NON LE PUBBLICO” - PECCATO CHE A PAGINA 13 DELLE PAGINE ROMANE DEL "CORRIERE DELLA SERA" BRILLANO LE FOTO DEL PARTY DI NATALE ORGANIZZATO DA MARISELA NELLA SUA VILLA “LA FURIBONDA”...


     
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    Roberta Petronio per il Corriere della Sera

    marisela federici festa la furibonda marisela federici festa la furibonda

    Il tempo dell'Avvento si tinge di rosso con «La Furibonda». La dimora di Marisela Federici è un tripudio di stelle di Natale, melograni, candele porpora e rose appena colte: la «signora con la spilla» per eccellenza, che ci ha abituato ad osservarla mentre «danza» da un ricevimento all'altro con leggerezza, ha aperto agli amici la sua residenza per il tradizionale lunch degli auguri di fine anno.
     
    Puntuale, illuminata dal sole tiepido di dicembre, si materializza la sequenza di habitué, come la principessa Maria Pia Ruspoli insieme all'inseparabile barboncino Nino, la principessa Elettra Marconi con il figlio Guglielmo Giovanelli Marconi e la moglie Vittoria, padre Simeon Catsinas, Raffaele Curi con Livia Morellini e Christiana Ravizza, la creatrice di profumi Laura Bosetti Tonatto con il marito scrittore Vittorio Sabadin, e poi Maddalena Letta, Marisa Stirpe, Lella Bertinotti e Isabella Vattani, Valeria Licastro, Edoarda Vesel Crociani.
     
    La diplomazia non può mancare, e allora ecco l'ambasciatrice di Spagna presso la Santa Sede Isabel Celaà e l'ambasciatrice designata di Colombia Ligia Margarita Quessep con il consigliere culturale Néstor Pongutà Puerto (gran voce da tenore, ha cantato con la padrona di casa, altra tradizione). La lista, lunghissima, include tra gli altri Lamberto e Donatella Dini, il sovrintendente dell'Opera di Roma Francesco Giambrone, Saverio Ferragina, e l'avvocato Laura Sgrò, autrice del libro «Sangue in Vaticano».
     
    MARISELA FEDERICI
    Valerio Cappelli per il Corriere della Sera
     
    «Mi vedete sempre in mezzo alla gente, io invece adoro il silenzio». È il primo dei paradossi di Marisela Federici, la regina dei salotti. Ma non diteglielo, lei detesta questa parola: «Noi non facciamo divani, diceva mio marito». Forse non le piace nemmeno la parola vip...

    marisela federici marisela federici

     
    «La trovo orrenda. Come quando si dice che ho l'arte di mettere a proprio agio le persone. Detesto. Per stare a proprio agio si va in camera da letto e in bagno. Io prendo l'anima delle persone per farle sognare e divertire». Conosce l'ironia e l'opulenza. Donna di forti contrasti, come la vita nella sua splendida dimora: grandi feste e una rapina traumatica.
     
    Lei vive nella villa accanto a quella di Berlusconi.
    «No, quella è via Erode Attico, un'appendice dell'Appia Antica, dove sono io. Prima eravamo in via XXIV Maggio, ma in affitto, e mio marito, Paolo Federici, voleva vivere a casa sua. Accanto al Quirinale. Una vista impressionante. Decisi di andare sull'Appia perché i miei figli a scuola scrivevano che gli alberi crescono dall'alto in basso, pensando che il cielo fosse giù per terra a causa della vista dall'alto. Così ci trasferimmo a Villa La Furibonda, così mi chiamavano i figli vedendomi incavolata. Era stata costruita dall'architetto Piacentini, non si poteva toccare nulla».

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    È ancora esclusivo, oggi, vivere sull'Appia?
    «Ti godi la natura. Qui viviamo cinque stagioni, abbiamo la rugiada. C'è il privilegio della solitudine, che paradossalmente mi appartiene. È andata bene con Paolo perché era sordo da un orecchio e mi ha dato il privilegio di entrare nel suo silenzio. Tutti parlano bene dei morti, ma Paolo se lo merita. Uomo di finanza, elegante, nobile in tutto, mi dava equilibrio. All'epoca gli apparecchi acustici riproducevano ogni rumore, gli dicevo una cosa e me ne rispondeva un'altra. Questo è matto, pensai la prima volta».
     
    Difficile associare il silenzio a lei.
    «Invece ne faccio buon uso. Sono apparentemente esibizionista, ma quello è un obbligo, è un impegno che mi sono imposta. Sono così anche in casa, calze, tacchi, collana di perle. E dico sempre gracias a la vida».
     
    Perché veste sempre di nero?

    marisela federici raffaele curi foto di bacco marisela federici raffaele curi foto di bacco

    «Solo così riesco a sentire Paolo, mi fa compagnia. Sono sei anni che se n'è andato. Ricordo il funerale qui alla Furibonda, due preti gesuiti, i due figli, il notaio e il chitarrista che si chiama Mario Mio, è il suo cognome, non è mio. Io cantai, in vita era sordo ma la mia voce la sentiva».
     
    È vero che ha dodici frigoriferi?
    «Sono ventiquattro, ma spenti. Paolo aveva una collezione di vini bianchi preziosi. Io vivo sola con i camerieri e con un cane (non come un cane). Non ho voglia di sedermi a tavola in solitudine. Mangio crudo, preparo il cibo in una cucinetta accanto alla mia stanza».
     
    Ma darà ancora belle feste...
    «Sono colazioni in piedi. Se ti siedi e sei sfortunato di avere accanto un rompiscatole, è la fine. Qui a Roma le cene sono noiose, i club, il generone, i professionisti. Si parla di calcio e di salute. Non è divertente».
     
    Chi non deve mancare nei suoi inviti?

    marisela federici giovanna caruso fendi foto di bacco marisela federici giovanna caruso fendi foto di bacco

    «Deve esserci una miscela, una principessa, un cardinale, uno scrittore non mancano mai.Non è necessario avere un gran cognome. Mi divertono gli ambasciatori, o gente che si occupa di musica. Una conversazione altrettanto importante posso averla con il pastore del Quarto Miglio, qui vicino, o con Riccardo il gommista. Poi voglio il ricco sfrenato, le povere ma belle e qualche mignotta ma mi rimangio questa volgarità, diciamo qualche donnina leggera».
     
    Ospiti fissi, Cesare Romiti, Mario D'Urso...
    «Sono tutti morti quelli dello zoccolo duro. Roma è molto cambiata, però una buona qualità, se sai scegliere, si trova sempre».
     
    Come ricorda la rapina in casa?
    «Non te la dimentichi, ancora oggi apro una porta e mi sembra di vedere quei tre maledetti incappucciati. Mi è rimasto addosso il loro odore d'aglio. Erano le sette del pomeriggio di tanti anni fa. Entrarono da una finestra, ce ne saranno trecento qui, accanto alla mia stanza da letto, mai dormito con nessuno salvo per fare i figli. Ho avuto prontezza d'animo. Sono credente e mi affido allo Spirito Santo. Gridai, ma come vi permettete? Rimasero increduli. Poi mi inginocchiai davanti a uno di loro: mio marito è malato.

    marisela federici col gamberone foto di bacco marisela federici col gamberone foto di bacco

     
    Gli dissi, non potete prendervi tutto, qualcosa dovete lasciarmelo. Misi qualcosa nella federa del cuscino. Si sono portati via le cose più belle, anelli, orecchini, collane. Paolo non sentì nulla e rimase inconsapevole. Quel giorno ho capito che nella vita puoi perdere tutto, che in fondo abbiamo troppe cose, sembra ridicolo che lo dicessi io, ma ero viva. Il dolore fu più per la paura che per la perdita. Ora tutte le porte hanno l'allarme, anche la mia cagnolina Frida è blindata».
     
    Parla sempre di Paolo. E il suo primo marito?
    «Ci sentiamo ogni tanto. Roger Tamraz, libanese. L'ho conosciuto a Gstaad in Svizzera a una festa mascherata per Vittorio Emanuele di Savoia. Avevo i capelli sciolti e stavo esagerando nell'alcol. Io vestita da zingara, lui è molto basso, un nano col cappello di D'Artagnan. Si presentò come parrucchiere e mi invitò a ballare. Ballava divinamente. Mi invitò al ristorante: al riccone posso dire no, un parrucchiere lo offendi. Ordinai dell'acqua e una insalatina, non volevo metterlo in difficoltà. Lo rividi a Parigi al matrimonio di un messicano. Pensai: sarà il coiffeur della sposa.
     

    marisa stirpe marisela federici foto di bacco marisa stirpe marisela federici foto di bacco

    Altro ristorante, lì se non prenoti tre mesi prima non ti danno il tavolo. Gliene diedero uno speciale. Mi mandò a prendere con la Rolls Royce. Passò Niarchos, l'armatore greco e gli mise una mano sulla spalla, come va amico mio, disse. Si può essere sceme ma non troppo, ditemi chi è questo signore, esclamai. Banchiere, si muove tra petrolio e gas, ricchissimo. Suni Agnelli mi disse, ma come fai a innamorarti di uno alto come un divano?».
     
    La sua amica Susanna Agnelli.
    «Una donna a cui devo moltissimo, ho visto più lei della mia vera madre, è la madrina dei miei figli. Ma non voglio parlare di Suni, hanno fatto delle illazioni sul nostro sentimento, non voglio tornarci sopra. Sono una signora di 73 anni e certe parole non stanno bene».
     
    Che idea s' è fatta della querelle ereditaria tra Margherita Agnelli e i suoi figli?
    «Ha ragione lei. Lì è tutta una maschera, non dovrei dirlo ma c'è anche abbastanza ignoranza, hanno quel cinismo che ti dà la grande ricchezza. Tante cose di famiglia non si dicono. Di Margherita, hanno privilegiato figli con un certo cognome e depennato i de Pahlen. Romiti, un romano tosto, non era così amato in casa Agnelli, benché avesse salvato la Fiat era visto come uno del popolo».
     

    marisela federici nicola zingaretti foto di bacco marisela federici nicola zingaretti foto di bacco

    (...)
     
    Cos' è la mondanità?
    «È farsi una foto e apparire in un video. Io non ho più voglia di apparire, fuggo da Dagospia. Roberto D'Agostino è intelligentissimo ma dà un'immagine di me che... Sembro una imbecille che non fa altro che feste. Le faccio, ma non le pubblico».
     
    Lei è erede dei salotti di Maria Angiolillo?
    «Io non sono erede di nessuno, io faccio le feste perché mi diverto, lei si faceva pagare per le sue cene, da signori che la usavano. Era una impeccabile lobbista, se un tale aveva bisogno di un certo ministro, combinava. Sapeva coordinare un tavolo. La politica con me c'entra poco, a parte la campagna per Tajani sindaco, fu divertente ma andò male».
     
    In lei convivono diverse anime: frivola e giocosa, organizza feste di cha cha cha e cene coi potenti della terra, è devota, fa volontariato e aiuta la ricerca contro il cancro. Dimentichiamo qualcosa?

    isabella vattani marisela federici foto di bacco isabella vattani marisela federici foto di bacco

    «Sì, che piango per il mio Venezuela, penso a come sarebbe stata la mia vita se vi fossi rimasta. La prego solo di una cosa, non mi dipinga come una superficiale, non lo sono per niente».
     
    Non ci ha detto nulla dei suoi figli.
    «Edoardo ha quasi 40 anni ed è un uomo di finanza, Margherita è una pazza, fa foto di nudi, la chiama Dior, butta il vestito per terra e ritrae le modelle senza vestiti. Il problema di Margherita sono io».

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