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1 - MARIUPOL "IN OSPEDALE NON C'È PIÙ ACQUA FINO A 10 MILA MORTI TRA I CIVILI"
Estratto dell’articolo di Letizia Tortello per “la Stampa”
[…] Restano 160 mila civili, a Mariupol. Intrappolati senza acqua, né cibo, né riscaldamento ed elettricità. Sopravvivono a stento, nella speranza di uscire, o che non tocchi a loro morire, di giorno in giorno. Che i missili prendano qualche palazzo più in là.
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Il porto del Sudest sta per cadere nelle mani dei russi. Il presidente Zelensky aveva chiesto invano all'Occidente, tre giorni fa, carri armati e aerei in supporto, ma non sono arrivati. Gli ucraini danno l'ex perla benestante affacciata sul Mar d'Azov sostanzialmente per persa. Una controffensiva sembra ormai impossibile. I militanti del Battaglione Azov sono asserragliati nel centro, mentre si combatte ancora nelle strade. La presa di Mariupol avrebbe un ruolo importante nella narrazione della guerra, perché sarebbe il primo grande centro conquistato da Mosca, a fronte di indietreggiamenti a Irpin, Sumy, Kharkiv, Kiev e Kherson.
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La caduta di questa città strategica solleverebbe il morale alle truppe russe, impegnate in una campagna che non sta andando come pensavano, e che sta contando migliaia di vittime nel loro schieramento. Ma il paradosso lo descrive bene un giovane fuggito via, verso Zaporizhzhia: «La città non c'è più, ci sono solo rovine. È impossibile da ricostruire. Se anche i russi la prendessero avrebbero conquistato macerie», racconta.
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A dare man forte sarebbe arrivato anche il leader della Cecenia Ramzan Kadyrov. Si sarebbe incontrato con il presidente dell'autoproclamata Repubblica filorussa di Donetsk, Denis Pushilin, per discutere «sull'andamento dell'operazione e sui piani per un'ulteriore cooperazione, anche dopo la fine delle ostilità», sottolinea Pushilin.
Sul fronte ucraino, a Mariupol sono state seppellite circa 5 mila persone, dichiara il sindaco Vadym Boychenko. Tra loro c'è anche il campione di kickboxing Maksym Kagal, arruolato con il battaglione di Azov. Aveva 30 anni e una brillante carriera internazionale. Ma i morti sarebbero molti di più: «Da dieci giorni, infatti, non si riesce più a dare sepoltura a nessuno - spiega Tetyana Lomakina, responsabile per il governo dei corridoi umanitari - a causa dei continui bombardamenti». E aggiunge: «Potrebbero essere cadute fino a 10 mila persone». L'assedio è in corso da 29 giorni. Incessante. Le prime evacuazioni sono avvenute undici giorni dopo, ma sono finite sotto i colpi dei mortai di Mosca. […]
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2 - INCUBO CECENI SU MARIUPOL «SPAZZEREMO VIA I NAZISTI»
Estratto dell’articolo di Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”
Mariupol cinta d'assedio è pronta a cadere in mano russa. Si combatte per strada. In mezzo ai vicoli, tra i palazzi distrutti che si affacciano sulla costa. Ma la forza d'urto dell'esercito di Vladimir Putin avrà presto la meglio.
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Mariupol è sotto il fuoco incrociato della marina militare, che naviga sul mare di Azov, e dell'artiglieria dell'ottava armata. Dietro le linee russe ruggiscono i soldati ceceni guidati dal loro leader Ramzan Kadyrov, ribattezzato il macellaio, arrivato con i suoi uomini per dare manforte ai russi e assestare il colpo di grazia a una città al tracollo. «La denazificheremo», ha promesso al presidente della federazione Russa.
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[…] Troppo importante, per Mosca, la città portuale a Sud Est dell'Ucraina, al confine con la Russia, sui cui il Cremlino vuole mettere le mani per tracciare una linea fino ad arrivare a Odessa, a Sud Ovest. Un'eventuale conquista delle due città permetterebbe il dominio totale sul lato Nord del mar Nero, tagliando fuori Kiev da ogni sbocco sul mare.
Mariupol è sfinita da un lungo accerchiamento, distrutta dal cannoneggiamento delle navi militari, dei carri armati e dalle bombe sganciate dai caccia degli invasori. I palazzi sulla costa sono sventrati, le facciate ingrigite dal fumo, senza finestre, senza più inquilini, scappati.
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«Sono quasi cinquemila le persone morte nell'assedio russo a Mariupol, tra cui 210 bambini», spiega il sindaco Vadym Boychenko. «L'assedio è in corso da 28 giorni. Prima che le vie d'uscita dalla città venissero bloccate - ha aggiunto il primo cittadino - 140mila persone sono riuscite a fuggire, mentre altre 150mila sono state evacuate successivamente e 30mila deportate in Russia o nelle zone occupate dai russi nell'Est dell'Ucraina. In città restano bloccate 170mila persone». «Durante l'assedio - ha riferito ancora il sindaco - i bombardamenti hanno danneggiato 2.340 condomini e 61.200 edifici privati. Sono stati distrutti tre ospedali, altri sette sono stati danneggiati, oltre a 57 scuole e 70 asili nido, due fabbriche e un porto». […]
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