Andrea Camurani e Claudio Del Frate per www.corriere.it
ROBERTO MARONI LUCIANA LAMORGESE
L’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni presiederà la Consulta per l’attuazione del Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato sottoscritto il 14 luglio scorso.
L’insediamento è avvenuto oggi al Viminale, alla presenza del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, e del presidente del Consiglio nazionale di Anci, Enzo Bianco.
roberto maroni matteo salvini
«Ringraziamo di cuore Roberto Maroni, che ci ha dato il grande onore di accogliere la nostra richiesta» di presiedere la Consulta contro il caporalato in virtù della sua grande esperienza come ministro» ha detto la ministra Lamorgese.
salvini maroni
L’organismo avrà il compito di dare impulso alle iniziative contro il caporalato previste, prevalentemente a livello locale, nell’ambito del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura.
LUCIANA LAMORGESE ROBERTO MARONI
Per Maroni si tratta di un ritorno sulla scena politica dopo che alcuni mesi fa era stato costretto, per ragioni di salute, a ritirarsi dalla corsa alla carica di sindaco di Varese. Corsa «vinta» proprio due giorni fa dal candidato del Pd Davide Galimberti. Riguardo al nuovo incarico, l’esponente leghista potrà contare sull’esperienza maturata come ministro sia degli Interni (due volte) e del lavoro; qui ebbe tra i suoi collaboratori il giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalle Br nel marzo del 2002.
luciana lamorgese e matteo salvini
In questi mesi Roberto Maroni è stato lontano dalla scena politica: «Ha vissuto mesi di tranquillità e riposo, durante i quali ha seguito da vicino, ma senza entrare nel vivo, la campagna elettorale per le amministrative», riporta una fonte qualificata della Lega di Varese.
roberto maroni attilio fontana matteo salvini
Il caporalato in agricoltura resta una delle piaghe irrisolte del lavoro in Italia, come testimoniano le immagine e le cronache da Rosarno, da Borgo Mezzanone, dall’Agro Pontino. L’Osservatorio «Placido Rizzotto», che monitora proprio lo sfruttamento dei lavoratori nei campi, nel suo ultimo report (ottobre 2020) stima che siano almeno 180.000 i lavoratori considerati «vulnerabili».
ROBERTO MARONI.
Una quota preponderante di questi, poi, è rappresentata da manodopera straniera e stagionale. Secondo uno studio del Crea, fatto 100 il numero degli italiani dediti all’agricoltura nel 1989, l’indicatore scende a 32 nel 2017; mentre quello degli stranieri sale, nello stesso periodo, da 100 a 1.500.
Un terzo rapporto - questa volta condotto da «The European House-Ambrosetti» stima che la paga giornaliera di un bracciante reclutato dai caporali sia tra i 25 e i 30 euro per una giornata lavorativa di 12 ore, la metà di quanto dovuto in base ai contratti nazionali del settore. Il fenomeno genera un mancato gettito contributivo per lo Stato di 600 milioni di euro.
salvini maroni luciana lamorgese matteo salvini 1 giorgetti maroni salvini