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    ARBITRI, COSÌ NON VAR – L'AD DELL'INTER, BEPPE MAROTTA, SI SCAGLIA CONTRO LA GESTIONE ARBITRALE E I “RIGORINI” CONCESSI: “LE REGOLE SONO FRUTTO DI DECISIONI DI GENTE CHE NON CONOSCE FINO IN FONDO LE DINAMICHE DEL CAMPO” – ANCHE MOURINHO COMMENTA LA POCA ESPERIENZA DI CHI PRENDE LE DECISIONI: “CERTE REGOLE SONO FATTE PER CHI CAPISCE POCO DI CALCIO, MA SONO LORO CHE DECIDONO...”


     
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    beppe marotta beppe marotta

    1. MAROTTA SUL VAR 

    Da www.ilnapolista.it

     

    Intervistato da Radio 1 nel corso di Radio Anch’io Sport, l’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, ha commentato le recenti polemiche sui “rigorini” e sul Var.

     

    “Il regolamento risulta un po’ ambiguo, va rivisto continuamente alla luce della velocità in campo. Ma il regolamento viene dettato da un organismo vetusto che è l’Ifab, composto da molti rappresentanti del calcio anglosassone, e le regole sono frutto di decisioni di gente che non conosce fino in fondo le dinamiche del campo.

    sala var lissone sala var lissone

     

    Non è facile cambiarlo. La speranza è Collina, nella sua posizione di coordinamento, per mitigare gli scompensi che ci sono. Il Var non è sufficiente per debellare tutti gli errori, ci sono state modifiche regolamentari. Ma la tecnologia va sfruttata nel migliore dei modi. Deve dare certezza all’arbitro in campo”.

     

    josè mourinho josè mourinho

    2. MOURINHO

    Da www.gazzetta.it

     

    José Mourinho difende la sua Roma e a modo suo attacca sul rigore concesso al Venezia e contestato anche per un presunto fallo su Ibanez. Ecco le sue parole: "Abbiamo creato tante occasioni, creato tanto gioco ma aver segnato solo due reti è troppo poco. Il secondo gol del Venezia poi..., devo proteggermi, perché non posso dire quello che sta succedendo davvero. Non voglio dire più niente. Anche i cartellini gialli per falli tattici non dati. Gli episodi a sfavore? Un giorno li capirò". 

     

    mourinho rigori mourinho rigori

    E poco dopo aggiungerà: “Certe regole sono fatte per chi capisce poco di calcio, ma sono loro che decidono. Quando arrivi a fine stagione gli errori si compensano, quando invece c’è un accumulo settimana dopo settimana... inizio a pensare che è meglio stare zitto”.

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    STAGIONE COMPLICATA

    "Io non ho mai detto che siamo una squadra da quarto posto, ma che quello è il nostro obiettivo, finché la matematica non ci condanna. Come allenatore devo mettere un po' di ambizione e motivazione, non solo ai giocatori ma anche a me stesso. Ma non penso che questa rosa sia più forte di quella dell'anno scorso. La società ha fatto tanto, ma è stato un mercato di reazione, più che di rinforzo. 

     

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    Bruno Peres o Juan Jesus sarebbero stati utili. Abbiamo perso giocatori di esperienza. Nel Milan se Kjaer è in difficoltà entra Romagnoli, nell’Inter se Darmian è ammonito c'è Dumfries. Bisogna avere due giocatori potenziali per ruolo. Oggi Karsdorp era in difficoltà e ammonito, chi avrei dovuto far giocare? Ma non è una critica alla mia società. Noi siamo una squadra in fase di costruzione. Questa stagione può anche far dolore nel cuore e nell'anima ma è molto importante per capire. Non è l’anno per sognare, ma tocca a me alzare ambizioni e motivazioni".

     

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    LA PARTE POSITIVA

    Il tecnico portoghese, però, in fin dei conti è contento di alcuni aspetti della sua Roma: “Dal punto di vista dell’atteggiamento ho poco da rimproverare. Dopo il primo gol preso abbiamo reagito subito, poi è arrivato quel rigore che ci è stato tolto con la Var. le occasioni le abbiamo create, abbiamo dominato, poi anche dopo il 3-2 ho visto risposte importanti. Dove abbiamo pagato? Nella qualità, e a livello di concentrazione”.

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