martelli
Giovanni Terzi per "Libero quotidiano"
«Credo che conoscere il passato sia fondamentale per la nostra cultura personale ma di sicuro non ci fa prevedere ciò che accadrà nel futuro. Le analogie tendo a non sopravvalutarle, è facile scivolare su un terreno insidioso».
L' intervista con Claudio Martelli, politico e filosofo, giornalista, scrittore e direttore del resuscitato giornale "Avanti", inizia così, parlando di quanto si possa prefigurare il futuro leggendo eventi storici e culturali del passato.
La fluidità della chiacchierata con Claudio Martelli è scandita dai temi che in modo naturale si manifestano, facendomi chiedere spiegazioni. Da Jaques Attali ed il suo libro "Breve storia sul futuro" a George Orwell ed il suo "1984", diventano terreni di confronto per cercare di comprendere se ciò che sta accadendo può avere radici in un passato prossimo.
«Sono cresciuto avendo come punto di riferimento filosofico l' Illuminismo e Pierre Bayle, che ha teorizzato e dato vita alla figura dell' ateo virtuoso, considerando la vita morale indipendente dai principi religiosi che si professano».
claudio martelli e bettino craxi
In buona sostanza, chiunque può vivere in modo onesto e virtuoso semplicemente seguendo ragione e buon senso, a prescindere dall' ammettere o meno l' esistenza di un Dio e delle sue leggi?
«È uno dei principi cardine dell' Illuminismo, un riferimento personale e intellettuale. Nella sostanza è la capacità dell' uomo di illuminare la propria mente ottenebrata dall' ignoranza e, a volte, dalla superstizione servendosi semplicemente della ragione».
E che periodo storico è questo che da più di un anno stiamo vivendo a causa della pandemia? Come l' ha vissuto?
claudio martelli bettino craxi gianni de michelis
«Ognuno di noi sta ripensando il futuro, sia il proprio che quello della società in cui vive. Personalmente ho vissuto momenti differenti; l' anno scorso mio figlio si è ammalato di Covid, ma per fortuna non è stato nulla di drammatico. Io, come tutti noi, ci siamo dovuti proteggere e per far questo abbiamo perso delle libertà costituzionali».
Rosy Greco e Claudio Martelli
E lei cosa ha fatto?
«Oltre a leggere e a lavorare, visto che "l' Avanti" è tornato in edicola in piena pandemia, mi sono dedicato alla ricerca di film del passato da riguardare».
Ama il cinema?
claudio martelli e bettino craxi
«Da sempre, ed è una delle cose che più mi è mancata, insieme al teatro, in questo periodo. Ho riguardato tutti i film di Humphrey Bogart, Cary Grant e Katharine Hepburn, oltre che cercare la cinematografia francese come quella con Gerard Philipe».
E come vede il futuro?
Claudio Martelli e Stefania Craxi
«Personalmente comprendo l' emozione di andare su Marte e di colonizzare il pianeta e difenderò sempre la libertà della scienza ma, sinceramente, mi piacerebbe una maggiore attenzione verso la nostra Terra».
Cosa vuol dire?
"Voglio dire che la libertà è vita, ma la vita della specie umana è più importante della libertà di distruggerla. Chi obietta che la Terra, come è sopravvissuta a terremoti e catastrofi, così può sopravvivere a qualunque dose di Co2, fa confusione: a essere minacciata non è la Terra ma la sua vivibilità per noi.
sergio mattarella e mario draghi
Elon Musk, precursore delle auto elettriche, teme che prima o poi un asteroide distruggerà la Terra, e perciò vuol rendere Marte un' abitabile seconda casa per gli umani. Penso che preservare la vita qui, dove è stata creata dalla natura, non è in contraddizione con l' esportarla altrove, ma sembra più a portata di mano»
claudio martelli
E la politica oggi?
«Il culmine della politica è l' arte di governo: chiunque la eserciti fa politica. Ha fatto politica Mattarella, intervenendo per porre fine alla paralisi e all' inconcludenza dei partiti in piena pandemia. E fa politica Mario Draghi».
C' è però una politica fatta da tecnici?
«Chiunque chiamato a svolgere un compito istituzionale assume, di fatto, un ruolo politico, diventa un politico a tutti gli effetti».
E nella politica di oggi non esiste nessun elemento negativo?
«Almeno due gravissimi: il primo difetto è un difetto di cultura media, gran parte della società sta sotto una cappa di ignorantamento e così anche le culture dei partiti, ma il guaio più deteriore è che siamo una partitocrazia senza partiti. Ci sono dei simulacri ma non più le fondamenta democratiche, le strutture e le reti umane dei partiti. La partecipazione della base è inesistente o scarsa, tutto è affidato alla comunicazione tv o via social media, i capi non discutono, tengono monologhi».
Però ci sono partiti che raccolgono milioni di voti.
«Anche di più ne raccoglievano Mussolini, Stalin o Hitler...».
Quindi per lei è stata uccisa la democrazia?
martelli falcone
«Possiamo dire che traballa, perché sono state recise le basi della della democrazia rappresentativa: il rapporto tra gli elettori e gli eletti che solo partiti veri e i collegi uninominali o, in subordine, le preferenze possono garantire. Questo nodo gordiano va tagliato una buona volta: sarebbe necessario un movimento di progresso, politico, democratico e civile che instaurasse una forma di rappresentanza veramente democratica per ricucire il rapporto tra politica e società».
Negli anni Novanta però la politica dei partiti ha prodotto risultati non sempre positivi.
«Quando c' era la Prima Repubblica sono sempre stato critico verso i tesseramenti gonfiati o le clientele che si aggiravano nelle varie segreterie dei partiti, e ho tentato invano le strade di un' autoriforma».
martelli falcone
Uno dei temi centrali, così come trent' anni fa: il nodo giustizia. Cosa è cambiato dagli anni Ottanta, data del referendum sulla responsabilità civile dei magistrati, ad oggi?
«Il referendum del 1986 era nato sulla scia del caso Tortora. In quel periodo nella magistratura esistevano ideologie settarie e corporazioni di interessi, ma restavano anche tratti dignitosi nella giustizia.
Lei consideri che l' 84 per cento degli italiani scelse per la responsabilità civile dei magistrati, ed il Parlamento approvava (13 aprile 1988) la legge n.117 sul "Risarcimento dei danni cagionati nell' esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità civile dei magistrati", nota come "legge Vassalli" (votata da Dc, Pci e Psi), il cui disposto, secondo i radicali e socialisti, si allontanava però decisamente dalla decisione presa dagli italiani nel referendum, facendo ricadere la responsabilità di eventuali errori non sul magistrato ma sullo Stato, che successivamente poteva rivalersi sullo stesso, entro il limite di un terzo di annualità dello stipendio. Cosa che non accadde mai».
raffaele bertoni
Un referendum disatteso?
«Totalmente, e fu un peccato».
Lei, che assieme a Giovanni Falcone cercò di costituire la super procura antimafia...
«L' Associazione Nazionale Magistrati indisse uno sciopero generale contro di me. Il suo presidente, Raffaele Bertone, osò dire che la super procura con Falcone a capo era un' altra cupola mafiosa».
E oggi cosa si dovrebbe fare?
«Sciogliere l' Associazione Nazionale Magistrati, un' associazione privata che minaccia l' autonomia di ogni singolo magistrato, sequestra l' indipendenza di un organo costituzionale come il Csm, dispone delle nomine dei capi degli uffici secondo un sistema spartitorio e ricattatorio tra correnti di potere che è il cancro della magistratura italiana».
E come si dovrebbe nominare i componenti del Csm?
«Per sorteggio, come nell' antica Atene alcune magistrature. Abbiamo bisogno di credere in una giustizia imparziale».
CRAXI TOGNOLI
Tornando agli anni Ottanta, con la vicenda di Sigonella (il governo Craxi si oppose a un intervento unilaterale degli Usa in territorio italiano nella vicenda dei terroristi palestinesi che avevano dirottato la nave Achille Lauro e ucciso un cittadino americano, ndr) si ruppe il rapporto tra Italia e Stati Uniti. Pensa che da lì sia iniziata la fine della Prima Repubblica?
ronald reagan bettino craxi
«I rapporti non si ruppero mai: ci fu tensione, si sfiorò la crisi, ma non ci fu rottura. E più che a Sigonella, i rapporti si guastarono per un' altra vicenda. Nel 1986 i caccia americani attaccarono la Libia su ordine del presidente Ronald Reagan. Uno degli obiettivi era la residenza del colonnello Gheddafi e famiglia di Bab al Azizya, nel centro di Tripoli.
Gheddafi si salvò all' ultimo minuto, avvertito dall' allora premier Bettino Craxi che lo informò del bombardamento incombente. Sotto le macerie della sua residenza-bunker rimase uccisa, secondo la versione ufficiale, la piccola Hana, di soli sedici mesi. Una delle due figlie adottive del Colonnello. La moglie di Gheddafi si presentò alle telecamere, sorreggendosi ad una stampella, sulle macerie di Bab al Azizya e minacciò vendetta.
luca palamara al csm
Al suo fianco aveva un figlio maschio, forse Seif el Islam, e in braccio una bambina, probabilmente Aisha Hana, la più piccola del clan, pianta come una martire. Sì, qualcosa si ruppe in un' alleanza storica e, forse, cominciò a morire la Prima Repubblica».
Un mese fa è morto Carlo Tognoli. Ha un ricordo di lui, sindaco di Milano?
«Di ricordi ne ho tanti. È stato un grande sindaco e un grande socialista turatiano, nenniano e craxiano.
luca palamara al csm 1
Laborioso e un po' burbero, io lo ricordo anche molto affettuoso, fu lui a introdurmi nel Psi milanese, sezione Monforte. Certe giornate della bella stagione a pranzo prendevamo un panino e andavamo in un campetto da soli a tirare calci al pallone. Aveva un tratto dolce del carattere, e anche quando il merito era suo, gli piaceva attribuirlo a un altro per farlo felice, come fa un uomo generoso e un politico vero.
Tra le tante cose, nel 1979 promosse una splendida mostra sugli anni Trenta e le creazioni artistiche di quel decennio. Erano gli anni del fascismo imperante e ci furono polemiche stonate.
L' arte, come la scienza, non ha confini, barriere, non sopporta steccati politici e ideologici. La mostra ebbe un grande successo e si risolse in una celebrazione dell' autonomia dell' arte e dell' ingegno».
ACHILLE LAURO CRAXI REAGAN SIGONELLA
gheddafi gheddafi