DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Maddalena Guiotto per “la Verità”
I test rapidi per la diagnosi del Covid arrivano dai medici di medicina generale e pediatri con il contagocce - da cinque a una ventina a testa, dipende dalle regioni - ma almeno, da ieri, ci sono le linee guida per eseguirli in sicurezza. Ci sono norme di buonsenso nel documento tecnico realizzato dall' Istituto superiore di sanità in collaborazione con il ministero della Salute, la Fnomceo (federazione nazionale degli ordini dei medici) e l' Inail.
Tra le principali indicazioni c' è quella di esporre un avviso all' ingresso dello studio con chiare istruzioni sulle modalità di accesso, stabilire rigorosi percorsi di entrata, di attesa e di uscita, specificando giorni e orari in cui si prevede l' esecuzione del test antigenico rapido. Ovviamente i test si devono eseguire esclusivamente su appuntamento, in un locale dedicato, con una buona aereazione e che non sia di passaggio, preferibilmente al termine dell' attività ordinaria per evitare il contatto tra soggetti con possibile infezione da Sars-Cov2 e chi accede allo studio per altri motivi, sanificare le superfici tra un prelievo e l' altro ed evitare ogni forma di assembramento dei pazienti.
Per gli studi pediatrici c' è qualche raccomandazione in più per la separazione dei percorsi per il test da quelli per i bilanci di salute o per il vaccino; è ammesso un solo accompagnatore; prevista una priorità per l' esecuzione del test a bambini immunodepressi o con patologie pregresse e, sotto i 6 anni, a quelli che frequentano la comunità infantile.
Nel testo si ricorda che, a differenza dei tamponi molecolari, i test antigenici rilevano la presenza del virus non tramite il suo acido nucleico (Rna) ma le sue proteine (antigeni). Il test può dare quindi falsi negativi, se la concentrazione delle proteine virali è inferiore a quanto rilevabile (secondo alcuni studi su 10 positivi ne trova 4-5) o risultare falsamente positivo per problemi di specificità.
Per questo potrebbe essere necessaria la conferma con il tampone molecolare. Ci sono però dei malumori sull' accordo siglato tra Sisac (l' ente di contrattazione pubblica) e medici di base. A firmare sono state solo la Fimmg (la Federazione dei medici di medicina generale) e l' Intesa sindacale delle sigle che rappresenta più del 70% dei dottori, mentre Snami e Smi non hanno firmato. Oltre ai timori per la sicurezza dei medici - i dispositivi di protezione devono essere forniti dal solito commissario Domenico Arcuri - il punto più dibattuto riguarda l' obbligatorietà dell' adesione.
Intanto, mentre tutti parlano di Covid, milioni di pazienti non possono essere curati a causa della non gestione della pandemia. Il solo trasformare le terapie intensive cardiologiche in rianimazioni per Covid potrebbe causare più morti per infarto, che per Coronavirus, come ha dichiarato ieri la Foce (conFederazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi). Intere unità di terapia intensiva cardiologica (Utic) vengono infatti convertite in terapie intensive per pazienti con Sars-Cov2.
terapia intensiva coronavirus 2
Il ricovero anche di un solo paziente Covid in un reparto di rianimazione rende tutti i posti letto inaccessibili ad altri pazienti non Covid. A marzo 2020, in Italia, si è registrata una mortalità tre volte maggiore rispetto allo stesso periodo del 2019 (13,7% contro 4,1 %) per un infarto non trattato o trattato tardivamente. La tempestività dell' intervento può fare la differenza fra la vita e la morte, in questi pazienti, per questo, secondo la Foce, bisogna riorganizzare negli ospedali percorsi ad hoc per i chi ha un problema cardiologico acuto e preservare i posti in Utic.
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