Massimiliano Panarari per “La Stampa”
MASSIMILIANO PANARARI
Nel Movimento 5 Stelle, si sa, c'è sempre stato qualcuno più uguale degli altri. A dispetto del motto favolistico-strumentale per cui «uno vale uno» (sconfessato pubblicamente, in finale di partita, dal fuoriuscito Luigi Di Maio).
Così, adesso che il M5S si rivela - letteralmente - il Movimento 5 Schegge si può dire che c'è qualcuno più "scheggia" itinerante - o pallina ad alta velocità - degli altri (che pure non scherzano...). Una scheggia «super-Elevata» e turbinosa che, di recente, è transitata da una parte all'altra dello spettro di tutte le posizioni politiche possibili e immaginabili.
Si tratta, ça va sans dire, di Beppe Grillo, tornato prepotentemente al centro della scena nelle ultime settimane di passione del "suo" Movimento travolto dall'ennesima disfatta alle amministrative e dalla scissione dei dimaiani, e percorso dall'irrefrenabile tentazione di andare all'opposizione. Un contrappeso rispetto a questa spinta i vertici 5 Stelle lo incontrano proprio in Grillo, che sta puntellando il governo di unità nazionale di Mario Draghi, con il quale - stando a cronache e rumors - nel corso del tempo si è costruita una "strana alchimia".
GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO
Nondimeno, da ultimo, anche per responsabilità sua è esploso un incidente di percorso largamente cavalcato (e ingigantito) dagli spin doctor di Conte per innalzare ulteriormente il tasso di fibrillazione e far mettere al M5S un piede fuori dalla maggioranza.
Una slavina tamponata in queste ore anche in virtù delle parole di apprezzamento tributate dal presidente del Consiglio al contributo pentastellato all'azione di governo, ma che continua a incombere come una spada di Damocle su Draghi e, in qualche modo, come un supplizio di Tantalo per le stesse frenesie "antisistemiche" di ritorno di molti dirigenti 5 Stelle. Un rischio per il futuro anche ravvicinato, dati i prossimi passaggi del decreto aiuti (che potrebbe prevedere la riattivazione delle trivellazioni) e di quello sugli aiuti militari all'Ucraina.
giuseppe conte beppe grillo
Di sicuro, dunque, a non aiutare il clima generale e la stabilità è anche il comportamento di Grillo: "trottolino amoroso" dell'organizzazione che considera come una sua creatura - e della quale si sente per molti versi defraudato -, ma con atteggiamenti da "trottola impazzita" fattisi così frequenti da destabilizzare anche quello che vorrebbe, invece, consolidare.
Le traiettorie molto ellittiche e le geometrie variabili (applicate con una considerevole dote di furbizia e più di un pizzico di cinismo) sono una delle specialità di Grillo. Uno dei pilastri, insieme all'ambiguità e all'ambivalenza spacciate anche come visione postideologica, del successo avuto in passato, oltre che una maniera per levarsi di torno varie gatte da pelare, cambiando repentinamente posizione senza pagare dazio.
gianroberto casaleggio e beppe grillo
Quelli erano, però, i bei tempi (andati) degli applausi scroscianti. Il performer c'è ancora (sebbene sempre più «stanchino», per citarlo). Ma è obbligato ad agitarsi tantissimo alla ricerca di una qualche agibilità politica (che Conte, da leguleio di prim' ordine, gli ha ristretto meticolosamente).
Così, il gioco del fool-giullare impunito gli riesce sempre meno, e della figura del trickster che ha a lungo incarnato rimane più la componente del "briccone" che quella del "divino". Le contraddizioni risultano sempre maggiormente appariscenti e, alle strette, il già Cofondatore e Garante si è dovuto riciclare in consulente (lautamente retribuito) per la comunicazione.
beppe grillo al mare in sardegna 3
Un destino piuttosto inglorioso, se osservato dall'esterno, per chi - in simbiosi con Gianroberto Casaleggio - ha costruito il M5S come un partito bipersonale a tutti gli effetti, orientandone e guidandone in modo incontestato ogni passo. Per poi ritrovarsi costretto ad assistere a una sequenza incessante di metamorfosi, che hanno condotto il «partito-non partito» ad allontanarsi alla grande da quell'ortodossia originaria di cui il già capo-comico trasformatosi in capo politico continua a sentirsi il custode per antonomasia.
Come nella riaffermazione del dogma del divieto del terzo mandato, che - naturalmente - ha fatto infuriare parecchi dei «suoi (ex) ragazzi», prontamente innamoratisi di quel professionismo politico che maledivano sui social. Oggi l'Oracolo (volutamente) incomprensibile - e, pertanto, buono per tutti gli usi - non c'è più, al pari del Joker populista-antagonista.
BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - MARIO DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI
Resta un supporter - a corrente alternata - della «formula Draghi» che, peraltro (e malauguratamente), non riesce più a trascinare i suoi «portavoce» (i quali, per inciso, gli devono molto, se non tutto). Una stagione appare finita, e l'impressione è che ne rimarrà una manciata di polvere di stelle. O, se si preferisce, di cocci a 5 Stelle.
BEPPE GRILLO E ALESSANDRO DI BATTISTA BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO BEPPE GRILLO DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA BEPPE GRILLO VIGNETTA KRANCIC - ROBERTO FICO - ROCCO CASALINO - GIUSEPPE CONTE - BEPPE GRILLO GRILLO CASALEGGIO CONTE BY OSHO beppe grillo al mare in sardegna 10 BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO BEPPE GRILLO CON UNA BANAN beppe grillo esce dall hotel forum di roma 4 PAOLA TAVERNA BEPPE GRILLO