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    “SE KUNDERA FOSSE STATO ITALIANO AVREBBE VINTO IL PREMIO STREGA, IN FONDO NON DAVA FASTIDIO A NESSUNO” – MASSIMILIANO PARENTE: “TUTTI, DI LUI, RICORDANO SOLO IL TITOLO “L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ESSERE”, DIVENTATO UN BESTSELLER PERCHÉ ROBERTO D’AGOSTINO NE FECE UN TORMENTONE A ‘QUELLI NELLA NOTTE’. D’AGOSTINO CI AVEVA VISTO LUNGO: IL TITOLO FUNZIONA, PERCHÉ SIGNIFICA TUTTO E NIENTE, IL ROMANZO NON È NIENTE DI CHE, MA TUTTI COMINCIARONO A COMPRARLO…”


     
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    Estratto dell’articolo di Massimiliano Parente per “il Giornale”

     

    dago a quelli della notte dago a quelli della notte

    È morto Milan Kundera, ma non è morto per fortuna Roberto D'Agostino, che fece la fortuna del suo titolo più famoso: L'insostenibile leggerezza dell'essere, pubblicato da Adelphi che senza quel bestseller, diventato tale perché D'Agostino ne fece un tormentone a Quelli della notte negli anni Ottanta, sarebbe fallita.

     

    […] D'Agostino ci aveva visto lungo, come oggi fa con Dagospia: il titolo funziona, perché significa tutto e significa niente, il romanzo non è niente di che, ma di fatto tutti cominciarono a comprarlo. Neppure D'Agostino l'aveva letto, poi lo lesse e scoprì che non era un libro sugli anni Ottanta, ma sugli anni Settanta. Ma non importava.

     

    milan kundera 6 milan kundera 6

    Tutti, di Kundera ricordano solo quello, il titolo, l'insostenibile leggerezza dell'essere. Che suona bene. Perché la vita è leggera ma pesante, o pesante ma leggera, pesante ma troppo pensante, va bene in ogni condizione esistenziale, come gli oroscopi. E l'essere, oh, l'essere è già una parola che ti mette dentro una dimensione spirituale che non esiste ma è tanto bello pensare che ci sia.

     

    Se chiedi a chiunque la trama, nessuno se la ricorda. Se chiedi di Kundera, ti rispondere: l'insostenibile leggerezza dell'essere. Sei colto, tra quelli che Dwight Macdonald chiamava Midcult, cioè quella narrativa che si finge letteratura alta ma è non è neppure bassa (Masscult, che ha una sua dignità), è una via di mezzo per far credere colto chi non lo è, il Premio Strega insomma.

     

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    Se Kundera fosse stato italiano l'avrebbe vinto a mani basse, in fondo non dava fastidio a nessuno. […] Insomma, a mio non modesto avviso era uno scrittore molto ma molto sopravvalutato, ma siccome siamo pieni di sopravvalutati viventi molto peggio di lui, mi dispiace che sia morto. Ma l'insostenibile leggerezza dell'essere resterà nella storia. Grazie non a Calasso, ma a D'Agostino.

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