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    “ROVESCIARE LA GOVERNANCE CHE HA RETTO L'UNIONE EUROPEA? NESSUNA DESTRA TRADIZIONALE E' IN GRADO DI REALIZZARLO” - MASSIMO CACCIARI SPEGNE I SOGNI DELLA MELONI DI DIVENTARE LA NUOVA REGINETTA D’EUROPA: “NON BASTERÀ ALLA MELONI ACCREDITARSI PRESSO LE CORTI ATLANTICHE. TROPPO FACILE ORA, CON LA GUERRA IN CORSO (LE GUERRE SEMPLIFICANO SEMPRE: O CON ME O CONTRO DI ME). LA MELONI E LE FORZE DELLA DESTRA EUROPEA HANNO DAVANTI L'IMPERVIA MONTAGNA DELLA RIFONDAZIONE CULTURALE E POLITICA: NEO-LIBERISTI O DESTRA SOCIALE? RIGORE DRAGHIANO O SALVINISMO FISCALE?”


     
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    Estratto dell’articolo di Massimo Cacciari per “la Stampa”

     

    massimo cacciari massimo cacciari

    Il nostro primo ministro, prima donna a ricoprire tale carica, non sembra ancora in grado di svolgere la propria "missione" all'altezza della novità storica che certamente la sua nomina esprime. Non credo ciò derivi da scarsa intelligenza o abilità, quanto piuttosto da difficoltà oggettive e difficilmente superabili. In parte esse sono dovute al carattere disomogeneo, composito della sua maggioranza. […]

     

    Ma in misura ben maggiore esse derivano dalle contraddizioni intrinsecamente connesse all'obbiettivo strategico che […] la Destra è chiamata oggi a perseguire. Questo obbiettivo consiste nel rovesciare la governance che ha retto l'Unione europea, il compromesso, […] tra correnti socialdemocratiche e democristiane-popolari. Nessuna Destra tradizionale sarebbe in grado di realizzarlo.

    meloni draghi meloni draghi

     

    Mai democristiani, popolari e liberali potrebbero costituire un nuovo compromesso con nazionalisti, sovranisti, lepenisti (per non parlare di nostalgici franchisti). Non basterà alla Meloni accreditarsi presso le corti atlantiche – troppo facile ora, con la guerra in corso (le guerre semplificano sempre: o con me o contro di me). Ma neppure acquisterà grandi simpatie salendo sul carro, ultra-berlusconiano, delle flat-tax, dei condoni e compagnia cantando.

     

    Le autorità monetarie e finanziarie internazionali non accetterebbero mai che su questi delicatissimi temi si passasse dalla chiacchiera elettorale ai fatti. E lo hanno ufficialmente dichiarato. La Meloni, e con lei tutte quelle forze della Destra europea che vogliano puntare davvero alla vittoria storica nell'Unione, hanno così di fronte a sé l'impervia montagna della propria rifondazione culturale e politica. E dovranno affrontarla ricorrendo al minimo indispensabile di ipocrisie e simulazioni.

    giorgia meloni viktor orban giorgia meloni viktor orban

     

    Un terreno solido di intesa con fondamentali componenti dell'establishment economico e politico internazionale si potrebbe certamente trovare nel proseguire e rafforzare le strategie neo-liberiste che negli ultimi tre decenni hanno portato a un logoramento strutturale del Welfare, al moltiplicarsi di disuguaglianze, al crollo della forza contrattuale del lavoro dipendente. Ma una linea coerentemente neo-liberista o neo-conservatrice incontrerebbe senza dubbio seri ostacoli in molte correnti popolari-democristiane e potrebbe altresì suscitare opposizioni fermissime all'interno di quelle componenti di Destra sociale, delle quali, almeno ora, forze come Fratelli d'Italia non possono fare a meno.

    matteo salvini e giorgia meloni matteo salvini e giorgia meloni

     

    Fino a quando ci si potrà barcamenare […] Tra rigore draghiano e salvinismo fiscale? Tra Vox e leaders dell'Est europeo, da una parte, e "diritti umani", dall'altra? […] E se una Destra meloniana nella sua evoluzione avesse a che fare più con una prospettiva socialdemocratica che con l'oggi imperante neo-liberismo? Potrebbe essere, ma mai la Meloni, o chi per lei, avrebbe oggi la forza per dichiararlo. E così il cerchio delle contraddizioni in cui è costretta a operare si chiude. Fino a soffocarla?

     

    silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

    Data la natura strutturale di quelle contraddizioni, anche semplici incidenti di percorso potrebbero bastare. Il più grave è alle porte: se entro l'anno da qui alle elezioni europee non dovesse essere messo con i piedi a terra il Pnrr. Il fallimento […] non sarebbe soltanto […] meloniano[…] Lo sforzo di legittimazione in sede europea e atlantica della nostra (non ancora) Nuova Destra subirebbe un colpo semi-mortale[…] Il Governo si troverebbe a sopravvivere soltanto grazie all'inesistenza dell'opposizione – e le sue speranze di svolgere un ruolo internazionale precipiterebbero. […]

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