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    “NELLE CANCELLERIE OCCIDENTALI CI SI CHIEDE SE I CONFLITTI FARANNO IMPLODERE FORZA ITALIA” - MASSIMO FRANCO: “SAREBBE UN PARADOSSO SE NEL PPE NON CI FOSSE PIÙ UNA RAPPRESENTANZA ITALIANA: SANCIREBBE L’IMMAGINE DI UN PAESE NEL QUALE LA PRESENZA DI UNA FORZA MODERATA E CENTRISTA SI STA RIDUCENDO DI ELEZIONE IN ELEZIONE. L’IPOTESI DI UNA COALIZIONE TRA FI E FDI, O ADDIRITTURA UNA FUSIONE, APPARE IMPROBABILE. VERREBBE INTERPRETATO COME ATTO OSTILE DALLA LEGA DI MATTEO SALVINI. E ACCENTUEREBBE UNA COMPETIZIONE ESASPERATA DELLA QUALE SI SCORGONO INDIZI CORPOSI”


     
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    Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

     

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    Tra l’emozione e i veleni che Silvio Berlusconi suscita anche dopo la morte, la domanda sempre più insistente riguarda la sopravvivenza di Forza Italia senza il suo fondatore. Non è una questione che riguarda tanto e solo il governo di Giorgia Meloni. È inverosimile che la scomparsa del Cavaliere possa indebolirlo, almeno fino alle Europee. Semmai, il problema rimanda proprio a quello che potrà accadere al partito da qui al giugno del 2024, quando si voterà per il Parlamento di Strasburgo.

     

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    L’unica certezza è che non esiste, né potrebbe esistere, un erede politico in grado di unificare una formazione in tensione da mesi. FI era stata creata a sua immagine, e buona parte dei consensi che raccoglieva erano legati alla sua persona. Ma era e rimane anche l’unico partito aderente al Partito popolare europeo, in una maggioranza di destra che vede Giorgia Meloni al vertice del gruppo dei conservatori, e la Lega di Matteo Salvini iscritta a quello di un’ultradestra esclusa finora da ogni alleanza continentale.

     

    Nelle cancellerie occidentali ci si chiede se nei prossimi dodici mesi le spinte centrifughe e i conflitti interni prevarranno, fino a spaccare e fare implodere FI; oppure se la memoria di Berlusconi riuscirà a evitare un epilogo che molti temono, e forse altrettanti sperano. Sarebbe un paradosso se in un Ppe che si prevede ancora partito di maggioranza relativa, non ci fosse più una rappresentanza italiana […]

     

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    […]  L’assenza di eletti italiani tra i Popolari sancirebbe l’immagine di un’Italia nella quale la presenza di una forza moderata e centrista si sta riducendo di elezione in elezione. E l’ipotesi di scongiurare questo epilogo con una coalizione tra FI e FdI, o addirittura con una fusione, appare altamente improbabile. E non soltanto per l’appartenenza a «famiglie» politiche europee diverse. Un patto tra i berlusconiani e Giorgia Meloni verrebbe interpretato come atto ostile dalla Lega di Matteo Salvini. E accentuerebbe una competizione esasperata dal sistema proporzionale, della quale si scorgono indizi corposi. […]

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