Estratto dell’articolo di Massimo Giannini per “la Repubblica”
massimo giannini
[…] L’Autonomia Differenziata è invece un fronte caldissimo qui ed ora. Stiamo parlando di una legge ordinaria, che segue l’iter normale e non passerà per nessun vaglio del popolo sovrano. Il testo del ministro Calderoli — sempre noto per aver firmato il Porcellum e aver dato dell’orango a Kyenge — è già stato licenziato al Senato, ed è appena approdato alla Camera. Martedì la conferenza dei capigruppo fisserà le sedute successive. Una settimana fa, in Commissione Affari Costituzionali, si è già avuta la prova di come le destre marcino in orbace, sui regolamenti parlamentari e sulle opposizioni politiche.
matteo salvini roberto calderoli
La maggioranza era stata battuta su un emendamento dei Cinque Stelle. Ma il presidente della Commissione, il fido Nazario Pagano, l’ha fatto rivotare con il pretesto di un’irregolarità formale. Una decisione grave e senza precedenti, che dimostra due cose: la spregiudicatezza di questa coalizione, ma anche la sostanziale tenuta del patto scellerato tra Fratelli d’Italia e la Lega, che scambiano il premierato con l’Autonomia differenziata.
Roberto Calderoli alla guida di un trattore
Dunque, subito dopo le Europee l’Italia potrebbe ritrovarsi di fronte al fatto compito, cioè al varo a tappe forzate di una legge dello Stato che distrugge lo Stato. Perché questo è il risultato di quelle norme: le Regioni del Nord avranno competenza esclusiva su 23 materie, dalla salute all’istruzione, dall’ambiente ai beni culturali. Nel Paese comunitario già segnato dalla più scandalosa diseguaglianza interna, ogni anno oltre 75 miliardi di ricchezza si sposteranno dai territori più indigenti a quelli più benestanti.
CALDEROLI SALVINI
Di fatto: la secessione dei ricchi e la fine dell’unità e della solidarietà nazionale. Un viaggio negli inferi, oltre tutto di sola andata: una volta approvata la “riforma” e trasferite le materie esclusive agli enti locali, tornare indietro sarà tecnicamente impossibile.
Diventerà “la nostra Brexit”. E ce ne pentiremo amaramente, ma inutilmente, tra una decina di anni. Cioè quando sarà troppo tardi, perché il danno al Sud si sarà già prodotto.
La constatazione più triste è che questo misfatto si sta consumando nell’inconcludenza delle sinistre e nell’indifferenza delle opinioni pubbliche. Comprese quelle meridionali: per “votare Giorgia”, saranno soprattutto loro a pagare il prezzo di questa ignavia.