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    IL CALCIATORE E LA VELINA - “LEI E’ DI UNA GELOSIA ESTREMA. L'HO VISTA SPOSTARE DI PESO UNA MIA AMMIRATRICE” – LUI: LE SUE FOTO SU INSTAGRAM? MI SCHIAVIZZA PER FARGLIELE” - ALESSANDRO MATRI E FEDERICA NARGI, 13 ANNI INSIEME – “LEI VIENE CONSIDERATA L'AMANTE IDEALE PER LA SCAPPATELLA DI AGOSTO? MI STUPISCO CHE LA VOGLIANO SOLO AD AGOSTO E NON PER SEMPRE. ESTETICAMENTE È QUELLO CHE È” E LEI: MA CHE SIGNIFICA È QUELLO CHE È? MA FAMMELO UN COMPLIMENTO OGNI TANTO. LE PERSONE VEDONO SUI SOCIAL LE FAMIGLIE DEL MULINO BIANCO MA È TUTTO FINTO: LE DISCUSSIONI CI SONO, CHI NON LITIGA COL MARITO?”


     
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    Candida Morvillo per il “Corriere della Sera”

     

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    Tredici anni insieme, due sorrisi che sono da pubblicità ma anche contagiosi, due figlie che fanno da quest' anno la prima elementare e l'asilo. Alessandro Matri e Federica Nargi erano, anno 2009, il «calciatore e la velina», praticamente un cliché.

     

    Ora, sono due trentenni normalissimi, solo più belli e allegri della media. Lui, dopo 18 anni da attaccante in Serie A e 121 goal, fa il commentatore per Dazn, lei ha fatto tanti programmi tv, dopo Striscia la Notizia , ha condotto Colorado , ha partecipato a Pechino Express e Tale Quale Show , a giorni presenterà una sua iniziativa imprenditoriale e ha quasi cinque milioni di follower su Instagram.

     

    Primo incontro?

    Federica: «In discoteca a Milano. Non gli ho dato il numero per un mese, semmai lo chiamavo io da numero sconosciuto. Ma me lo ritrovavo nei locali ogni domenica».

    Alessandro: «Poi mi ha chiamato dal fisso e ho preso a telefonarle a tutte le ore».

    Federica: «La prima volta che l'ho invitato a cena, non sapendo cucinare, gli ho dato di secondo i sofficini. Ma non ci siamo più lasciati».

     

    Avevate 18 e 24 anni, che amore era?

    Alessandro: «Fino al 2015, molto a distanza, io giocavo al Cagliari, poi alla Juventus, alla Fiorentina, al Genoa e solo in parte a Milano, dove lei lavorava. Quello ha aiutato. Poi, sono andato alla Lazio e abbiamo iniziato la convivenza a Roma, dove lei ha i genitori. A quel punto, c'era da tempo l'idea di fare famiglia».

     

    Perché la distanza ha aiutato?

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    Federica: «Ha aiutato a costruire fiducia. Io sono di una gelosia estrema, anche se non me ne dà motivo, ma le spasimanti mi preoccupavano: era calciatore, bello, famoso».

     

    Che intende per «gelosia estrema»?

    Alessandro: «Rispondo io. Ora non più, ma controllava a che ora tornavo, con chi uscivo. Faceva scenate».

     

    La scenata più assurda?

    Federica: «Andiamo in un locale, io arrivo per prima. Poi, vedo arrivare lui, che si sta chiudendo la giacca. Una gli va addosso, gli chiude i bottoni e gli fa: hai freddo?».

    Alessandro: «Ho visto come un'onda anomala attraversare la sala e piombare addosso a questa tizia. Prenderla. Spostarla di peso».

    Federica: «E pensi che lui, invece che di me, si preoccupava di scusarsi con lei».

     

    Che cosa vi ha conquistato l'uno dell'altro?

    Federica: «Era bello, ma soprattutto mi ha rispettata: aspettava la mia chiamata, avrebbe potuto farsi dare il numero da qualcuno, ma non l'ha fatto».

    Alessandro: «La parte estetica all'inizio ha contato, ma soprattutto ho visto che lei stava bene nel mio mondo, coi miei amici d'infanzia, con la mia famiglia al paesino, a Graffignana, nel lodigiano. Sono duemila abitanti e ci accontentiamo di andare al bar, vederci a casa. Ho capito che non mi avrebbe allontanato dai miei affetti. Veniamo da famiglie umili, abbiamo gli stessi valori».

     

    Ambulanti di formaggio i suoi, ausiliario in ospedale il papà di Federica.

    Federica: «Ci pesa che siano lontani, ogni anno discutiamo per scegliere se fare il Natale su o giù».

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    Su che cos' altro litigate?

    Federica: «Cominciamo già da come la mattina mi dice buongiorno».

    Alessandro: «Quando chiede "cos' hai?", mi domando subito: cos' ho fatto? E ora stiamo finendo il trasloco da Roma a Milano e ogni intoppo è colpa mia, se un mobile si rompe, se arriva in ritardo...».

    Federica: «Le persone vedono sui social le famiglie del Mulino Bianco ma è tutto finto: le discussioni ci sono, chi non litiga col marito?».

    Alessandro: «A proposito di social, le foto che lei mette su Instagram le faccio io. Non so se mi spiego».

     

    In pratica, è schiavizzato h24?

    Alessandro: «Schiavizzatissimo. Non è che mi dia fastidio fare una foto, ma la faccio e lei dice che la luce è sbagliata, il vestito da cambiare... Per farne una, dobbiamo farne cento. Questo tutti i giorni».

     

    Nel 2020, Alessandro ha lasciato il calcio, com' è stato adattarsi alla nuova vita?

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    Alessandro: «È subito arrivato il lockdown, era la prima volta che stavamo insieme per così tanto tempo. Con una figlia di tre anni e mezzo e una di un anno, ci siamo inventati di tutto per intrattenerle. Dopo, è stata comunque dura: sono andato a lavorare nello staff della Lazio, ma ero a casa meno di prima. Mia figlia grande mi diceva: non ci sei mai. Al che, ho deciso di lasciare un'opportunità di lavoro importante per godermi di più la famiglia».

     

    Che genitori siete: ansiosi, permissivi, severi?

    Alessandro: «Ansiosi. Non solo come genitori».

    Federica: «Ansiosi e troppo permissivi. Però, cerchiamo di dare tanti stimoli, Beatrice e Sofia hanno il permesso di usare l'IPad solo venti minuti al giorno. Per intrattenerle, le portiamo al parco, alle giostre, ci inventiamo qualunque attività. Anche troppo. Mia mamma dice che dovrei lasciarle annoiare di più».

     

    Alessandro: «Sarebbe giusto. Noi ci annoiavamo e allora giocavamo a pallone o ci inventavamo dei giochi, ma oggi se i bambini si annoiano, cercano i telefonini».

     

    Federica: «Io, piuttosto, le faccio spolverare, pulire. Dico: facciamo un gioco, puliamo i giocattoli. Ci cascano».

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    I momenti no della vostra storia?

    Alessandro: «Tante, tante discussioni. Aumentate con l'arrivo delle figlie: essere genitore ti obbliga a prendere decisioni continue».

    Federica: «Una crisi vera, però, non c'è mai stata».

     

     

    Alessandro: «Lei lo è ed è alla ricerca di romanticismo».

    Lo dice con aria afflitta .

    Federica: «Perché io sono da sorpresa, da bacio ogni momento. Gli ho regalato il nastro con registrate le nostre canzoni, il cuscino con la nostra foto e scritto "ti amo". Lui è più freddo, nordico».

     

    Tre anni fa, un sondaggio incoronava Federica l'amante ideale per la scappatella di agosto. Che effetto vi ha fatto?

    Alessandro: «Mi stupisco che la vogliano solo ad agosto e non per sempre. Esteticamente è quello che è».

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    Federica: «Ma che significa è quello che è? Ma fammelo un complimento ogni tanto».

    Alessandro: «Come vede, pure caratterialmente è quello che è».

     

    Pregi e difetti dell'altro?

    Federica: «Lui è un papà eccezionale, con le bimbe è molto operativo: le lava, le veste, loro vogliono farsi fare i codini solo da lui. Il difetto è che è pignolo, pretende che io faccia tutto perfetto, che metta tutto in ordine, mentre lui è disordinatissimo».

    Alessandro: «È pesante sul disordine, fa la mamma anche con me. Però, è solare, attiva, e dopo tanti anni, essere mamma non ha soverchiato l'essere compagna».

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    Il matrimonio arriverà?

    Alessandro: «Arriverà. Ma già avere un figlio vuol dire "per sempre". Lo faremo perché è un segno d'amore e una tutela delle figlie».

     

    Vi punzecchiate sempre così tanto?

    Federica: «Ci prendiamo molto in giro. Siamo come Sandra e Vianello. Con le bimbe, lo travestiamo, gli mettiamo lo smalto, lo trucchiamo. Ridiamo come matti. Gli facciamo fare i passi di danza classica».

    Alessandro: «Mi fanno fare le sfilate. Là dentro è una casa di matti».

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