Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
antonio tajani giorgia meloni matteo salvini
Il governo di Giorgia Meloni si sente sotto attacco. Tra Palazzo Chigi e i gruppi parlamentari della destra, la percezione è che l’aumento esponenziale degli arrivi sulle nostre coste non sia un evento casuale, ma la reazione ricattatoria delle organizzazioni criminali alle nuove norme approvate a Cutro. […]
Approvato il decreto, nato tra tensioni e proteste sui lidi della tragedia di Cutro, ora lo scontro si sposta in Parlamento, dove la maggioranza troverà una opposizione più agguerrita dopo la consacrazione di Elly Schlein a segretaria del Pd.
francesco lollobrigida alfredo mantovano a cutro
Il provvedimento firmato tre giorni fa dal capo dello Stato approderà mercoledì in Senato e i partiti si preparano alla battaglia degli emendamenti. […] Il video che immortala Meloni e Salvini che cantano in duetto alla festa del vicepremier e leader leghista è, per i collaboratori della premier, la prova di una ritrovata armonia. Ma la fase di conversione del decreto che rafforza le pene per scafisti e mafiosi del mare potrebbe di nuovo incrinare i rapporti.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI A CUTRO
Uno dei problemi è la questione della protezione speciale, che ha visto la moral suasion del Quirinale nei confronti di Palazzo Chigi. La Lega, convinta che quell’istituto sia un fattore di attrazione per l’immigrazione, aveva provato a riportare le lancette indietro ai tempi dei decreti sicurezza di Salvini, ma la norma che restringeva le maglie dell’accoglienza per i migranti che non rientrano nel diritto d’asilo si è scontrata con le perplessità del Colle.
Sergio Mattarella auspica una soluzione umanitaria, che non aumenti il numero dei clandestini. E a farsi carico dei dubbi del presidente è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Risultato? Nel testo bollinato, la norma è stata ammorbidita.
giorgia meloni matteo salvini a cutro
Ma Salvini e i suoi, che soffrono le ottime relazioni di Mantovano con il Quirinale da una parte e con il Vaticano dall’altra, non si sono affatto arresi. «La protezione va ridotta all’osso, a pochi casi ben definiti», è la posizione della Lega riassunta dal sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni. L’idea è concedere «pochissimi permessi straordinari» a chi non ha lo status di rifugiato e non ricade nella protezione sussidiaria.
Altrimenti, ecco la grande paura dei leghisti, «fuori dall’Italia si diffonderà il passaparola che da noi si può avere il permesso di soggiorno». Concetti condivisi anche da diversi dirigenti di Fratelli d’Italia, niente affatto propensi ad ammorbidire il decreto proteggendo tutti coloro che sono già in Italia e hanno fatto domanda.
conferenza stampa dopo il cdm a cutro
[…] La Lega, dopo essersi vista respingere da Palazzo Chigi sei o sette misure in senso restrittivo, si guarda bene dal ritirare le norme dei decreti sicurezza di Salvini depositate alla Camera e Luciano Malan, capogruppo di FdI al Senato, si dice pronto ad esaminarle: «Sulla protezione umanitaria terremo in dovuto conto quanto dice Mattarella, ma vedremo anche cosa succede negli altri Paesi europei, perché ci vuole un istituto unico».
[…] E c’è un altro aspetto che potrebbe incrinare il duetto Meloni-Salvini ed è l’intenzione, annunciata sempre da Mantovano, di rivedere la legge Bossi-Fini. A Palazzo Chigi sono pronti, mentre il leader della Lega pensa che quei principi siano validi oggi, come vent’anni fa.
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