Marco Antonellis per Dagospia
Se Matteo Salvini, Luigi di Maio e Giuseppe Conte avessero una "mosca" che ascoltasse quanto avviene nei saloni ricolmi di arazzi e stucchi del Quirinale saprebbero che le recenti chiacchierate con Vladimir Putin non sono state per niente apprezzate.
mario draghi
In tempi di estrema tensione con l’Unione Europea, questo scambio di "amorosi sensi" con Mosca è esattamente il contrario di quanto si aspetterebbe il Capo dello Stato per tranquillizzare l'Unione Europea e i mercati tanto più "se poi Zar Vlad evoca il possibile acquisto dei Titoli di Stato italiani ma senza impegnarsi", spiegano ambienti quirinalizi. Stessa sorte per gli "occhi dolci" di Donald Trump nei confronti dell'azione di governo gialloverde: entrambe le situazioni, agli occhi del Quirinale, rischiano di isolare definitivamente il paese e di farlo uscire dal suo alveo naturale, quello europeo.
Insomma, al Colle non sono affatto passate inosservate le chiacchierate fin troppo amichevoli con Putin e i tweet al miele di The Donald (come sempre preparati ad arte dagli sherpa delle rispettive parti) perchè “sono proprio queste azioni che più di ogni altra cosa danno la netta sensazione da parte del governo italiano di voler abbandonare l'alveo naturale dell'Europa”.
PUTIN MATTARELLA
Ecco perché, si fa notare, nessuno crede più alle smentite di rito di Premier e Vicepremier e lo spread continua a salire scommettendo e rilanciando l'ormai famoso Piano B: "Se vuoi restare in Europa non te ne vai a Mosca a cercare sponde e a tentare di stringere accordi per farti comprare i Titoli di Stato" spiegano esterrefatti ambienti di altissimo livello istituzionale. Insomma, ci sarebbe troppa distanza tra le parole e i fatti.
Così come nei dintorni del Colle ci si chiede che bisogno c'era da parte del Premier Conte di tessere l'elogio, nel bel mezzo di un durissimo braccio di ferro con l'Europa, di Putin e Trump: "l'Italia gode della fiducia dei grandi Paesi, andiamo avanti così". Insomma, quel che maggiormente insospettisce il Colle è l'endorsement dei due maggiori rivali dell'Europa, Usa e Russia, nei confronti dell'Italia e il ringraziamento "senza se e senza ma" di quest'ultima a Trump e Putin.
trump putin
Dal Quirinale poi, si sarebbe preferito un atteggiamento diverso da parte del governo italiano nei confronti di Mario Draghi (con il quale c'è grande feeling) che, si fa notare, "sta solo cercando di dare una mano e non vuole certo mettersi di traverso".
Come il Capo dello Stato, anche Mario Draghi sta solo cercando di trovare una soluzione a problemi che se sfuggissero di mano potrebbero essere devastanti per il futuro del Paese e della stessa Europa. Inquietano poi le parole di Paolo Savona, sempre pronto a bacchettare Mario Draghi manco fosse uno scolaretto: "Ognuno si assuma le sue responsabilità" dice il Ministro degli Affari Europei rivolto al Presidente della Bce. Come se Draghi in tutti questi anni non se le fosse assunte.
MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA
Insomma, il Quirinale segue con la massima discrezione e attenzione l'evolversi della situazione nella speranza che dalla "cassetta degli attrezzi ancora ricca di strumenti di politica monetaria" evocata ieri da Mario Draghi non si riesca a pescare il jolly. Ma il jolly potrà essere pescato, spiegano ambienti istituzionali di altissimo livello, solo a patto che l'Italia dialoghi con Bruxelles e non con Zar Vlad o The Donald.