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    “MATTARELLA È UN AGENTE DEI SERVIZI BRITANNICI CON I QUALI HA MESSO A PUNTO UN PIANO PER FAR FUORI TRUMP” - I COMPLOTTISTI DELL’ULTRADESTRA AMERICANA ORA METTONO NEL MIRINO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA – L’ARCHITRAVE DELLA TEORIA #ITALYDIDIT SI REGGE SU UN “AFFIDAVIT” DELL’AVVOCATO D’URSO, CHE SOSTIENE CHE L’HACKER DI LEONARDO ARTURO D’ELIA GLI AVREBBE DICHIARATO DI ESSERE STATO LO STRUMENTO DELLA FRODE ELETTORALE – LE CONNESSIONI CON MALTA E IL CASO MIFSUD…


     
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    PER I COMPLOTTISTI AMERICANI MATTARELLA E' UN AGENTE DEI SERVIZI BRITANNICI

     

     

    1 – L’ITALIA È L’EPICENTRO DELLA COSPIRAZIONE? - L’HASHTAG #ITALYDIDIT È DIVENTATO DI TENDENZA GRAZIE AGLI ACCOUNT DELL’ULTRADESTRA USA, CHE SOSTENGONO CHE CI SIA UNA MANINA ITALIANA DIETRO ALL’ELEZIONE DI BIDEN: IL “GRANDE ARCHITETTO” SAREBBE MATTEO RENZI, CHE AVREBBE TRAMATO INSIEME A OBAMA USANDO I SATELLITI MILITARI GESTITI DA LEONARDO - SE NON FOSSE UNA BUFALA, LA NOTIZIA POTREBBE SPIEGARE ANCHE IL RINNOVATO INTERESSE DEL SENATORE DI RIGNANO PER I SERVIZI SEGRETI…

    il video su mattarella e i servizi britannici il video su mattarella e i servizi britannici

    https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/rsquo-italia-nbsp-rsquo-epicentro-cospirazione-257428.htm

     

    2 – LE TEORIE DEL COMPLOTTO PUNTANO SU MATTARELLA: “AGENTE SEGRETO CHE COSPIRA CONTRO GLI USA”

    Francesco Semprini per “La Stampa”

     

    «Il presidente Sergio Mattarella è un agente dei servizi britannici coni quali ha messo a punto un piano per far fuori Donald Trump». E' questo il messaggio contenuto in un video pubblicato su Bit-Chute, piattaforma utilizzata da destra estrema e formazioni cospirazioniste.

    il video su mattarella e i servizi britannici il video su mattarella e i servizi britannici

     

    Il video è stato intercettato mentre girava su Parler, la «Radio Londra» digitale di gruppi e persone della galassia del trumpismo estremo. Un signore con barba bionda e voce profonda racconta l'ultima novità in fatto di teorie del complotto. Mostra sul suo telefono una foto poco chiara che, a suo dire, ritrarrebbe il presidente Mattarella arrestato con Mike Pompeo dalla polizia italiana.

    sergio mattarella donald trump sergio mattarella donald trump

     

    «Non so se è vero o no ma quello che vi posso dire è che l'Italia è l'ultimo tassello di un piano di contrattacco cospirazionista ordito dalla Nato contro gli Stati Uniti, il cui regista è il Regno Unito», dice l'uomo rilanciando il mito del primo grande tiranno contro cui i patrioti hanno combattuto nel 1776 per la libertà.

     

    Non a caso le milizie dei lII Percenters si ispirano al 3% di coloni che imbracciò il fucile contro i britannici durante la Rivoluzione americana. «Mattarella è apparentemente un agente del Mi6 (i servizi segreti di Sua Maestà) - prosegue il narratore - e lui ha messo l'intero governo a supporto dell'operazione condotta sot-to copertura dai britannici contro il presidente degli Stati Uniti d'America e per controllare l'intero sistema elettorale».

    blueskyreport il tweet su obama a renzi blueskyreport il tweet su obama a renzi

     

    Il riferimento è alle accuse di brogli nelle elezioni del 3 novembre che hanno decretato la vittoria di Joe Biden. Il leit motiv che da oltre due mesi accompagnano la retorica del movimento trumpista, ripetuto come un mantra dall'inquilino della Casa Bianca. Narrative che hanno trovato nell'Italia l'ultimo colpevole come dimostra l'«Italygate», la teoria del pseudo complotto nostrano per far fuori Trump, anticipata domenica da «La Stampa».

     

    E anch'essa circolata su Parler i cui contenuti hanno spinto al boicottaggio da parte del cartello dei «big tech» Google, Apple e Amazon. «Si tratta di un elemento vicino al "Cospirazionesimo" di QAnon», spiega l'analista Arije Antinori con cui abbiamo analizzato il video.

    alfio d'urso alfio d'urso

     

    «Partendo dalla distanza che stanno prendendo vari Paesi europei e in particolare l'Italia la cui sintonia con l'amministrazione Trump è stata netta, si cercano elementi di delegittimazione soprattuto del post, di quello che verrà dopo - spiega l'esperto europeo di terrorismo e comunicazione -. Ci si prepara a creare argomentazioni che supportino un'onda di lungo termine, che non si esaurisca con l'uscita di Trump ma che anzi ne interpreti l'uscita come una coltellata alla schiena, "back stabbing" come si dice su Parler, una grande congiura ai suoi danni orditi non solo all'interno ma anche all'esterno».

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    Il video rientra insomma nella categoria del «guerra ibrida» che attraverso fake news trasforma i media in arma volta a screditare la realtà, ma visto singolarmente non ha un significato proprio. «Mi hanno detto che qualsiasi cosa vada fatta per tutelare (Trump) dal "deep State" fino a quando lui è presidente sarà fatta. - prosegue il protagonista del video -. Sono fiducioso che il presidente è appoggiato dai militari dalla polizia dai pastori spirituali, andrà bene». Quindi il saluto: «God Bless you all, see you at the beach... Arugah», espressione di entusiasmo e spirito di corpo, mutuata dai Marines.

    alfio d urso e l hacker di leonardo arturo d elia alfio d urso e l hacker di leonardo arturo d elia

     

    «Il video rientra in una nuova forma di propaganda che hanno avviato i russi negli ultimi anni. Ci sono contenuti che devono infiammare e contenuti che fanno da brace che tengono il fuoco vivo», ovvero un motivo di aggregazione e lotta.

     

    Bisogna preoccuparsi? «Questi messaggi possono essere codificati già come interferenze e nella dottrina Nato l'interferenza è qualcosa di rilevante, perché tende a destabilizzare l'autorità di uno Stato, specie se prende di mira il presidente, l'uomo simbolo. Meno timori ci sono sulla minaccia concreta, sebbene ci sia sempre la possibilità dell'attore solitario sollecita-to dalla narrazione del web che non ha confini». Ovvero l'ipotesi del gesto inconsulto.

     

    l affidavit di alfio d urso l affidavit di alfio d urso

    3 – L'AVVOCATO E IL VIDEO NELLA RETE QANON "HO LE PROVE DELLA TRUFFA A TRUMP"

    Francesco Grignetti Jacopo iacoboni per “La Stampa”

     

    Alla fine, oltre la firma, ci ha messo anche la faccia, l' avvocato Alfio D' Urso, colui che sostiene di aver raccolto la testimonianza giurata di un hacker, Arturo D' Elia, già consulente di Finmeccanica-Leonardo, in carcere dal 5 dicembre scorso con l' accusa di avere rubato dati e informazioni per un totale di 10 GB, 100mila file, dai computer dell' azienda.

     

    Nella notte di due giorni fa ha cominciato a circolare sul web un video e un documento, un «affidavit», in cui l' avvocato D' Urso annuncia che D' Elia avrebbe dichiarato di esser stato lo strumento di una frode elettorale ai danni di Donald Trump, che sarebbe stata eseguita dall' informatico italiano su ordine di funzionari nell' ambasciata americana di via Veneto. Il tutto architettato in Italia per spostare, per via telematica, voti da Trump a Biden.

     

    BRADLEY JOHNSON - ITALY DID IT BRADLEY JOHNSON - ITALY DID IT

    Da 24 ore il video con l' avvocato che legge in inglese lo stesso documento spopola online soprattutto nelle rete QAnon trumpiana, italiana e americana. L' intera teoria del «complotto italiano» alla fine poggia tutta su questo affidavit. Caduto quello, non ci sarebbe uno straccio di prova.

     

    Solo un cumulo di invenzioni ampiamente sbugiardate. L' avvocato D' Urso è insomma il pilastro su cui è stata costruita tutta la campagna «Italy did it». Al solo sentirne il nome, però, l' avvocato di D' Elia nel processo a Napoli, il penalista napoletano Nicola Naponiello, sbuffa: «È una pura invenzione. Smentisco assolutamente che D' Elia abbia mai avuto contatti con questo sconosciuto avvocato D' Urso. È una favola che esista un affidavit. Non è vero che ci siano dati rubati, non è vero che il mio assistito abbia informazioni su quanto accaduto o non accaduto nel 2019. A parte che è in carcere dai primi di dicembre, i fatti su cui risponde sono accaduti tra il 2015 e il 2017».

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    D' Elia insomma si tira fuori.

     

    Resta il fatto che l' avvocato D' Urso lo cita come teste chiave. E il suo affidavit sarebbe stato consegnato persino a Donald Trump dall' attivista Maria Strollo Zack. È lei, questa italo-americana, una delle principali trascinatrici della campagna di Trump e ora della teoria del «complotto italiano».

     

    Ma chi è l' avvocato D' Urso? Un maturo civilista catanese, con un passato di piccole cause e di sottobosco politico. Comincia a farsi notare nel 2001 alla corte di Raffaele Lombardo, l' ex governatore della Sicilia dal 2008 al 2012, dapprima presidente della provincia di Catania, area di centrodestra. Lombardo l' aveva infilato nel cda della società che gestisce l' aeroporto di Catania come anche ai vertici della Fondazione Banco di Sicilia.

     

    matteo renzi barack obama matteo renzi barack obama

    Ha avuto anche importanti incarichi nel suo partito, l' Mpa. Vanta, l' avvocato D' Urso, un insegnamento in diritto civile all' università di Catanzaro (non riconfermato) e un più lontano incarico nell' università di Malta: nel 2001 vi insegnava Diritto commerciale.

    C' entra Malta, dunque.

     

    La politica americana da un paio di anni si è aggrovigliata sulla pista maltese, da lì sono passati sia il professore Joseph Mifsud sia il consigliere di Trump, George Papadopoulos. Malta è uno degli architravi del Russia-gate, nell' inchiesta di Robert Mueller.

     

    alfio d urso alfio d urso

    Pare insomma che anche la vicenda di D' Urso e del suo «affidavit» riporti alla trama originaria del trumpismo. Nella saga c' era stata peraltro anche una fondamentale tappa in Italia, con coinvolgimento della Link Campus University di Enzo Scotti. Il ministro di giustizia William Barr era già venuto a Roma nell' estate 2019 in cerca di prove di un presunto complotto ai danni di Trump, che sarebbe originato proprio alla Link University. Il premier Giuseppe Conte gli aveva concesso, irritualmente, di incontrare i capi dei nostri servizi segreti.

     

    Non meraviglia, allora, che ci sia un continuo gioco di specchi tra le due sponde dell' Atlantico anche in questa nuova storia. Il 1 dicembre, su «La Verità», Daniele Capezzone, uno degli influencer nella rete dei trumpiani italiani, aveva già curiosamente sollevato il caso. E citava come sostenitrice della storia una legale di Trump, Sidney Powell. Il 6 gennaio proprio Papadopoulos l' ha rilanciata, con un enigmatico «Tutte le strade portano a Roma».

    il video su mattarella e i servizi britannici 3 il video su mattarella e i servizi britannici 3

     

    In definitiva, la teoria cospirazionista poggia tutta sull' avvocato D' Urso. Il 24 dicembre, a sorpresa, ha dato le dimissioni dall' incarico di amministratore dell' aeroporto di Catania. Il 6 gennaio ha firmato il famoso «affidavit» che tanto fa sperare i trumpiani.

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