1 – PRESCRIZIONE, RENZI: NON ABBIAMO FATTO GOVERNO INSIEME PER DIVENTARE GRILLINI
(LaPresse) - "Abbiamo fatto un governo insieme per mandare a casa Salvini, non per diventare grillini". Così il leader Matteo Renzi su Facebook a proposito della scelta di Iv sulla prescrizione.
MATTEO RENZI 1
2 – PRESCRIZIONE, RENZI: NON ABBIAMO ROTTO LA MAGGIORANZA, SPIACE PD SEGUA M5S
(LaPresse) - "I titoli di oggi sono fantastici: Renzi spacca la maggioranza. Guardiamo i fatti: c’era una legge sulla prescrizione voluta dal Pd e dal ministro Orlando. Poi sono arrivati i populisti gialli-verdi e con i voti leghisti e grillini hanno cambiato la legge eliminando la prescrizione e rendendo i cittadini imputati a vita. Un obbrobrio giuridico. Noi ieri abbiamo votato per ripristinare la legge dei nostri governi, cancellando le misure giustizialista e populiste.
Mi dispiace solo che il Pd abbia scelto di seguire i grillini anche su questo, andando purtroppo a rimorchio dei Cinque Stelle. Non abbiamo rotto la maggioranza, abbiamo solo difeso lo Stato di diritto. Continueremo a farlo, anche senza il permesso dei populisti: populisti nuovi e populisti vecchi". Così il leader di Iv Matteo Renzi su Facebook.
conte renzi
3 – RENZI: “NON SO SE CONTE TERRÀ…”. DI MAIO E ZINGARETTI: “CERCA LA CRISI”
Emilio Pucci per “il Messaggero”
Sala Aldo Moro della Camera dei deputati, ore 21. Renzi riunisce i suoi e decide per la battaglia: «Non vogliamo far cadere il governo, ma basta dire sì a tutto. A questo punto non so se il governo terrà. Vedremo. Prepariamoci ad ogni evenienza». Non che il leader di Italia viva voglia apertamente il voto anticipato, ma troppi sono i fronti aperti e nella maggioranza ormai volano gli stracci. Si va avanti in un clima di sospetti, tra continui strappi che allarmano anche Conte.
«Stanno giocando con il fuoco», dice il premier a chi lo incontra nel pomeriggio a palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio non ha avuto contatti con Iv nelle ultime settimane. «Rimane silente spiega un deputato fedele al senatore di Scandicci -, non ci coinvolge. Ora dipende da come si comporta con il nostro piano per sbloccare le infrastrutture».
Lo stesso Renzi lo dice apertamente: governo in piedi? «Dipende dalla verifica».
berlusconi renzi
Insomma tira una brutta aria, tanto che nel Pd si torna a parlare di urne. E a spingere sul Germanicum: «Se passasse questa la previsione Renzi prenderebbe un senatore e 5 deputati». La nuova guerra è scoppiata con il posizionamento dei renziani con i forzisti sulla norma soppressiva del pdl Costa che punta allo stop della Bonafede. «Renzi il refrain' tra i dem votando con le destre vuole aprirsi la strada al soggetto unico con i moderati di FI. Magari con l'accordo di Berlusconi».
matteo renzi lucio presta
NAZARENO BIS
Le accuse di un Nazareno bis' vengono rispedite al mittente: «Sulla prescrizione noi siamo per la riforma Orlando. Il Pd per la riforma votata da Salvini. Andremo fino in fondo e dalla nostra parte ci sono i numeri al Senato», dicono i renziani. Sfidando il ministro della Giustizia Bonafede a portare la riforma del processo penale al più presto in Cdm: «Se ci soddisferà potremmo anche fermarci. Altrimenti non passerà nulla».
renzi di maio
La battaglia sul pdl Costa è solo rinviata al 27 gennaio in Aula, perché il centrodestra punta ai voti segreti. Ma Pd, M5S e Leu sono pronti a votare compatti. «Non è previsto che sul tema della sospensione ci siano voti segreti, non è mai successo», viene spiegato. Lo scontro è sempre più acceso: «Renzi ha paura della centralità del Pd che propone contenuti chiari. Ha capito che ormai il campo si divide tra noi e la Lega e sta provando a sparigliare le carte per prendere due voti in più», il ragionamento dem.
giuseppe conte alfonso bonafede
Pure Di Maio lancia l'affondo contro Italia viva: «Ormai è chiaro dicono i vertici pentastellati -. Stanno cercando il modo di uscire dalla maggioranza». In ogni caso il clima sulla prescrizione tra Pd e Bonafede non è ancora del tutto sereno. Perché è vero che in via Arenula i tecnici stanno lavorando sulle proposte emerse nel vertice di una settimana fa per assicurare la giusta durata dei processi. Tuttavia i dem chiedono un iter veloce, spingono affinché il Guardasigilli porti la riforma del processo penale prima delle elezioni in Emilia e non sono d'accordo sullo strumento della legge delega.
MATTEO RENZI L'ARIA CHE TIRA
LA TRATTATIVA CON BONAFEDE
La distinzione tra assolti e condannati con le altre misure ipotizzate deve essere inserita questa la richiesta in un ddl ad hoc oppure in un emendamento al Milleproroghe. Ipotesi che M5s non prende in considerazione. «La verità dice un esponente Pd è che se ci dovessero essere dei voti segreti sarebbero di più quelli per mantenere in vita questo governo». Il patto Pd-M5S regge, ma tutto dipende dal 26 gennaio.
SALVINI E RENZI
E se la Lega ha aperto di nuovo le porte del gruppo al Senato (possibile il trasloco di qualche altro pentastellato), Salvini sta giocando una sua partita con M5S pure in Emilia. Raccontano di contatti con i pentastellati affincé sotto banco votino contro Bonaccini: «Per M5S sarebbe meglio che vincessimo noi. Solo così potrebbero avere ancora speranze di non scomparire e di non perdere la golden share nel governo», osserva un big' del partito di via Bellerio. La convinzione dei leghisti e' che i rosso-gialli resteranno «incollati alle poltrone» pure con la vittoria della Bonaccini.
RENZI BONACCINI
E la partita che la maggioranza sta giocando sul caso Gregoretti è la prova che Pd e M5S intendono viaggiare, Di Maio o non Di Maio, a braccetto contro il Capitano. Ma anche qui c'è l'incognita Renzi. «Ho molto dubbi che si arriverà a una sentenza di condanna», ha detto il leader di Iv. E per i leghisti è un ulteriore segnale positivo.
4 – RENZI-CALENDA, NOZZE PER NON SPARIRE
gianluigi paragone matteo renzi
Pasquale Napolitano per “il Giornale”
Il pretesto è la Puglia. L' obiettivo finale è il superamento della soglia (5%) di sbarramento inserita nella nuova legge elettorale: Carlo Calenda e Matteo Renzi depongono le armi in nome di una comune missione. Prende forma il progetto di un terzo polo. La spinta decisiva arriva dall' ultimo sondaggio (14 gennaio 2020) diffuso da La 7: né Italia Viva né Azione di Calenda, a oggi, sfondano il muro del 5 %. I renziani si fermano al 4,8 %.
renzi calenda
Distante dalla meta, la lista dell' ex ministro dello Sviluppo economico: Azione è al 2,9. La candidatura in Puglia di Michele Emiliano, governatore uscente inviso sia a Renzi che Calenda, ha chiuso il cerchio: Azione e IV correranno alle prossime elezioni regionale con un proprio candidato. Né con Emiliano (Pd). Né con Raffaele Fitto (Fdi). Si tenta la terza via. È un esperimento che sia Renzi che Calenda ipotizzano di poter ripetere sul piano nazionale.
MATTEO RENZI 2
In Puglia arriva subito l' adesione di Più Europa, altro partitino lontano dalla soglia di sbarramento. Mentre sarebbe in corso un corteggiamento (senza risultato) nei confronti di Mara Carfagna. L' ex ministro di Fi per ora respinge l' offerta. L' invito è rivolto anche a tutti forzisti cui non convince la scelta di Fitto in Puglia. Ieri Calenda ed Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva, si sono visti: ufficialmente è stato un colloquio per individuare il candidato in Puglia.
renzi e emiliano lottatori-di-fumo
C' è pero l' annuncio che anche nelle altre regioni Iv e Azione marceranno insieme, anche se Renzi prende tempo: «Prematuro ragionare sulle altre Regioni». Mentre si ragiona sull' ipotesi di correre da soli alle elezioni suppletive (3 collegi) il prossimo 23 febbraio. Non hanno discusso solo di appuntamenti elettorali.
Ma anche di strategie: unire la linea politica. Condividere le battaglie: dal no alla riforma Bonafede sulla prescrizione allo stop delle concessioni per i Benetton. Tenersi pronti, insomma, in caso di voto anticipato. La legge elettorale, che ha avuto il via libera del Pd e del M5s, incoraggia la corsa solitaria. E non obbliga i partiti alle alleanze pre-elettorali.
michele emiliano carlo calenda
Renzi e Calenda sono però obbligati a federarsi per sfondare il muro del 5 %. La mossa non lascia indifferenti i vertici dem. Nicola Oddati, componente della segreteria nazionale dei dem, mette in guardia gli alleati: «L' atteggiamento di Italia Viva in Calabria e in Puglia rischia di essere un regalo alla destra di Salvini e al sovranismo. Anche solo un voto sottratto alla sfida democratica per contrastare l' avanzata della Lega e della destra nel sud è un clamoroso errore».
Maurizio Martina, ex segretario del Pd, è duro: «È la vecchia logica del vicino-nemico che ci ha già fatto pagare prezzi molto alti in passato e pare non abbia insegnato nulla purtroppo. Replicare queste logiche divisive è davvero un clamoroso errore».
CARLO CALENDA MATTEO RENZI
Pronta la replica di Calenda, che intanto lancia il primo evento pubblico nella Toscana renziana: «Caro Maurizio non attacca. Non è che voi vi ricandidate il peggior Governatore d' Italia senza alcun confronto e poi ci chiedete di stare zitti e buoni. Ne parliamo dopo le elezioni in Emilia Romagna. Fino a quel momento pancia a terra e zero polemiche». Sembra già una battaglia elettorale tra ex fratelli.
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