Alberto Mattioli per la Stampa
PRODI RENZI
Di arrivare allo scontro, anzi quasi al tentato parricidio di Romano Prodi, padre nobile del Pd, Matteo Renzi proprio non aveva voglia. Ai fedelissimi racconta di aver spiegato di persona al professore, «e più volte», che non era il momento migliore per insistere sul progetto di coalizione neoulivista fino a Pisapia.
Prodi è andato per la sua strada, e ieri Renzi ha replicato con l' intervista nella quale spiegava che chi invoca una coalizione di centrosinistra più larga possibile fa il gioco del centrodestra e non del Pd. Da qui la controreplica di Prodi, la tenda riposta nello zaino e spostata più in là, insomma l' apertura dell' ennesimo fronte nell' infinita faida del Pd.
MASSOLO
E dire che a Milano, ieri sera, Renzi di tutto aveva intenzione di parlare meno che di politica, almeno di quella italiana. Del resto, era una ghiotta occasione per volare un po' più alto del cortile piddino. All' Istituto per gli Studi di Politica Internazionale il tema era «Il vento della disgregazione sugli stati: le sfide di jihadismo e populismo», dibattito a quattro con l' ambasciatore Giampiero Massolo, presidente dell' Ispi, il professor Angelo Panebianco e Maurizio Molinari, direttore della «Stampa» e autore, appunto, del saggio «Il ritorno delle tribù. La sfida dei nuovi clan all' ordine mondiale».
ANGELO PANEBIANCO
Però se sei stato presidente del Consiglio devi difendere la tua azione su quanto hai fatto, o non, su politica estera , immigrazione («I numeri oggi non sono sostenibili»), Africa («Incredibile: sono stato il primo premier italiano a fare un viaggio nell' Africa subsahariana), Unione europea e, insomma, su tutto il nuovo disordine mondiale. Renzi l' ha fatto.
BONUS Renzi 80 Euro
Aggiungendoci però un' insolita autocritica, nel caso sugli 80 euro, «la più grande operazione di ridistribuzione della ricchezza fatta da un governo occidentale negli ultimi 15 anni», addirittura, ma che, ammette Renzi, ha lasciato un ricordo «macchiettistico. È stata anche colpa mia. Ho fatto un errore di comunicazione. L' ho presentata come una televendita, perché volevo farmi capire. E invece per annunciarla ci voleva un convegno con tre premi Nobel. L' effetto sarebbe stato diverso».
MAURIZIO MOLINARI - IL RITORNO DELLE TRIBU
Pensiamo al futuro, segretario. Molinari ricorda che l' Europa ci guarda perché l' Italia oggi è l' unico grande Paese che corre davvero il rischio di essere governato dai populisti. «Io non credo che vinceranno - giura Renzi -.L' Italia ha scelto una democrazia dell' alternanza. Poi, certo, in Francia il 23% di Macron gli permette di governare per cinque anni, noi siamo andati a casa con il 41. In Italia la vera paura non è che governino i populisti, ma che qualcuno governi». Già, i populisti. Molinari spiega che M5S e Lega sono partiti tribali, e lui ride amaro: «Beh, se la caratteristica delle tribù è la fedeltà al capo, il Pd tribale di certo non è».
MAURIZIO MOLINARI
E poi dà la linea per gli otto mesi che ci separano dalle elezioni: «Tutto il dibattito sulle coalizioni, sulle alleanze e con chi andremo alle urne è surreale, magari un po' meno quello sulla legge elettorale. Ma basta parlare di cespugli. Abbiamo vinto le primarie, non torniamo al passato. Confrontiamoci sui contenuti. Da qui alle elezioni, non inseguiremo le polemiche giorno per giorno, i sondaggi, la politique politicienne. Presenteremo un progetto serio per i prossimi dieci anni e su questo ci confronteremo con tutti. Vogliamo idee, non polemiche». Data la cacofonia a sinistra, il progetto suona un po' difficile.