Mattia Feltri per "la Stampa"
LIVORNO 12ENNE PRESO A CALCI E SPUTI PERCHE EBREO
Una ragazzina di nemmeno sedici anni mi racconta che nella sua scuola, soprattutto fra i giovani maschi, l'insulto più diffuso è ebreo di m. Lo si chiama antisemitismo a bassa intensità perché non ha conseguenze, ed è peggio, lo rende senso comune e quotidiano.
Dobbiamo pensarci e non solo oggi, nel Giorno della memoria, ricorrenza che corre il rischio, fra i tanti, di marmorizzarsi esclusivamente in quell'enormità dello sprofondo umano che è stata Auschwitz. Come se l'antisemitismo fosse nato e morto nei lager nazisti, mentre ha attraversato le terre e i millenni dalla Bibbia allo smartphone, e congiunge noi agli antichi con un unico filo dell'infamia.
GIORNO DELLA MEMORIA 12
In Italia si assommano notizie che sembravano perdute, appunto, negli esercizi della memoria: a Livorno un ragazzino è stato preso a calci e sputi da coetanei perché è ebreo; lo scorso mese una studentessa è stata immobilizzata e ricoperta di prosciutto dalle compagne perché è ebrea.
GIORNO DELLA MEMORIA 12
Ogni indagine segnala in crescita gli episodi di antisemitismo da molti anni, e specialmente in questi di pandemia, in cui l'inafferrabilità della minaccia virale ingrassa le superstizioni. I social, luogo delle viscere per loro natura, diventano il ricettacolo di quelle eterne menzogne che sono le cariatidi dell'antisemitismo: gli ebrei sono avidi, gli ebrei sono truffatori, gli ebrei sono doppi, gli ebrei sono dei succhiatori di sangue, gli ebrei complottano contro di noi. Nel Giorno della memoria dobbiamo anzitutto ricordarci che l'antisemitismo ancora erutta da sotto i nostri rancori perché, come disse l'immenso Vasilij Grossman, dimmi di quali colpe accusi gli ebrei, ti dirò quali colpe hai.
MATTIA FELTRI VASILIJ GROSSMAN