Mattia Feltri per “la Stampa”
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E di nuovo torna la fatale domanda: sì, ma chi controlla? Con un emendamento al Decreto Bollette, chiamato Operazione Termostato (credo si noti il retroterra culturale di Ciccio e Franco), il Parlamento ha introdotto l'obbligo negli uffici pubblici di non abbassare i condizionatori sotto i 27 gradi d'estate e di non alzarli sopra i 19 d'inverno, con due gradi di tolleranza, ovvero 25 col caldo e 21 col freddo. Si conta di risparmiare fino a quattro miliardi di metri cubi di gas, tutti soldi in meno nelle tasche del famigerato Vladimir.
La legge potrà piacere o no, ma l'immediata reazione, densa di sarcasmo, è stata la solita, desolante domanda: e chi controlla? In questo paese abbiamo un'attitudine alla democrazia pari a quella degli australopitechi. Appena arriva una legge, ci sguinzagliamo come cani da fiuto alla ricerca della sanzione e del controllore, probabilmente per capire se sia facile o conveniente aggirarla.
MEME DRAGHI CONDIZIONATORE
In una democrazia - poiché la democrazia la fanno le istituzioni ma soprattutto i cittadini - si stabilisce una norma e si presuppone che sarà rispettata. Una norma non è un ordine, è una regola di convivenza civile a cui tutti si atterranno, si spera, anche chi non la apprezza, se non altro per senso di responsabilità. Come è già capitato di scrivere, per guidare serve la patente, sebbene nessuno controlli che ne siate provvisti: chi lo ha deciso, vi reputa adulti e coscienziosi, non dei dodicenni a cui tirare le orecchie. Sono altri i sistemi politici che considerano i cittadini delle pecorelle da menare al pascolo: se avete bisogno di sapere chi vi controllerà, avete bisogno di Putin.
MEME SU ARIA CONDIZIONATA E PACE MEME SU DRAGHI E IL CONDIZIONATORE MARIO DRAGHI MEME SU DRAGHI E IL CONDIZIONATORE MEME SU DRAGHI E IL CONDIZIONATORE MEME SU PACE E ARIA CONDIZIONATA