Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”
maurizio landini cgil 3
«Abrogare le leggi sbagliate che sono all’origine del lavoro povero e precario». Lo dice Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, mentre annuncia il referendum per abolire il Jobs Act e ripristinare l’articolo 18. «Ridiamo voce e dignità ai cittadini, rimettiamo nelle loro mani uno strumento per decidere. L’Italia ha gli extraprofitti ai massimi e gli stipendi ai minimi. È ora di fare rumore e dire basta».
[…] «Basta con la propaganda e le promesse da eterna campagna elettorale. Metà degli italiani non vota più, il Paese invecchia, fa muro ai migranti e lascia scappare i giovani all’estero. Anziché lottare contro l’evasione, il governo procede a colpi di sanatorie, concordati, condoni. Diciamo no al lavoro precario, sì al lavoro dignitoso in cui non si muore lavorando».
MAURIZIO LANDINI E GIORGIA MELONI CON MARIO SECHI E PATRIZIA SCURTI ALLE SPALLE
La battaglia sull’articolo 18 non è di retroguardia? I giovani non sanno neanche cos’è.
«Non lo sanno perché non hanno più tutele e perché sono totalmente precari. […] Mai sentito un giovane dire che da grande vuole fare il precario». […] «[…] L’anno scorso su 7 milioni di contratti attivati solo il 16% era stabile, l’84% precario. E cioè a termine, intermittente, stagionale, somministrato. In Italia quasi 6 milioni di persone non arrivano a 11 mila euro lordi annui di reddito da lavoro. E il governo non ha preso un euro da profitti ed extraprofitti».
maurizio landini manifestazione cgil 2
Il governo, al contrario, rivendica il record di occupazione e la povertà “stabile”.
«I numeri parlano chiaro. La povertà aumenta. E se anche l’occupazione cresce, significa una cosa sola: si è poveri pur lavorando. È arrivato il momento di cambiare. E di fare un bilancio onesto su 25 anni di politiche di flessibilità del mercato del lavoro, avallate da tutti i governi, dal Libro Bianco di Maroni al Jobs Act di Renzi».
E qual è la sua lettura?
maurizio landini manifestazione cgil 3
«Precarietà diffusa, disuguaglianze aumentate, salari abbassati, sanità e istruzione tagliati, politiche industriali inesistenti, lavoro insicuro. Il governo Meloni non ha invertito queste tendenze, anzi ha liberalizzato il lavoro a termine e reintrodotto i voucher. A pagare sono soprattutto giovani, donne e Sud. Ecco perché abbiamo deciso di usare anche l’arma del referendum […]». […] «[…] chiediamo di abolire il subappalto a cascata, sia nei lavori pubblici che privati. La responsabilità del committente per ciò che succede lungo tutta la catena. Il ripristino della parità economica e normativa in tutti gli appalti. […]». […]