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    “BIANCHINA È CAPACE ANCHE DI GRAFFIARE” – MAURO CORONA PARLA CON DIACO DELLA BERLINGUER CON I CUORICINI NEGLI OCCHI: “LE SUE MANI SONO QUELLE DI UNA DONNA CHE SA FARE BENE IL PROPRIO MESTIERE. ‘BIANCHINA’ È SEMPLICEMENTE IL DIMINUITIVO DI BIANCA. SE POI QUALCUNO VUOLE LEGGERCI ALTRO FACCIA PURE” – “LA POLITICA? HO VOTATO MOVIMENTO 5 STELLE. AVEVO LA TESSERA DI RIFONDAZIONE, POI ARRIVÒ BERTINOTTI CON IL CASHMERE ADDOSSO…”


     
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    Pierluigi Diaco per “Oggi”

     

    mauro corona bianca berlinguer e costante detto il poiana mauro corona bianca berlinguer e costante detto il poiana

    La sua è una timidezza antica. E insospettabile, nascosta. Non si direbbe, vedendolo in tv, sentendolo alla radio, seguendo i personalissimi sermoni filosofico-esistenziali durante le presentazioni dei suoi libri. Chi scrive, mosso da una reale curiosità nei confronti di questo gentilissimo gnomo capace di trasformare la natura in letteratura, vi può confermare che Mauro Corona è qualcosa di più di un intellettuale prestato alla tv, qualcosa di diverso dell'iconografia scapigliata che diabolicamente è riuscito a cucire addosso al suo personaggio: è un uomo buono che, quando arriva alla cima, tocca il cielo con un dito.

     

    MAURO CORONA A CARTABIANCA MAURO CORONA A CARTABIANCA

    È l’ospite “politico” più originale e spiazzante che la tv pubblica, con la straordinaria complicità di Bianca Berlinguer, abbia scelto di mandare in onda negli ultimi anni. Ogni martedì in prima serata - a CartaBianca, su Raitre - duetta con la padrona di casa. “L’ho scelto per caso”, ha raccontato a Oggi la conduttrice del programma.

     

    Scrittore, scultore, alpinista, ma soprattutto padre: non soltanto dei suoi quattro figli, ma - aggiungiamo noi - di un pensiero, di uno stile di vita, di una cultura dell'esistenza nella quale convivono il sale della terra e la tenerezza dell'animo umano. L’anticonformismo di Corona ha contagiato anche il pubblico televisivo: le sue piroette dividono, gli occhi commuovono a tal punto da ammaliare perfino i più diffidenti.

     

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    La montagna più difficile che da qui in avanti dovrà scalare si chiama "ego": contro quello combatte, a quello si appella quando la solitudine toglie forza alle mani grandi; al suo “io” più profondo deve chiedere scusa, quando l'amore per la provocazione travalica e diventa genere, trasformandosi da poesia in prosa.

     

    Ci svela un sogno: "Vorrei creare una scuola di scultura e artigianato dedicata ai bambini. Mi piacerebbe insegnare ai più piccoli quante cose grandi si possono fare e scoprire grazie alle mani".

     

    Le sue mani cosa raccontano?

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    "La mia vita. E quindi le mie passioni, la mia quotidianità, il mio bisogno di dare e ricevere amore".

     

    Quelle di Bianca Berlinguer cosa raccontano?

    "Sono le mani di una donna che sa fare bene il proprio mestiere. Bianchina è capace anche di graffiare, di indicare un percorso narrativo, gestirlo e accompagnarlo".

     

    Come nasce il soprannome “Bianchina”?

    BIANCA BERLINGUER MAURO CORONA BIANCA BERLINGUER MAURO CORONA

    "È semplicemente il diminutivo di Bianca. Qui dove vivo, a Erto, ce ne sono due o tre che si chiamano Bianca: tutti in paese le chiamiamo "Bianchina". E' un vezzeggiativo. Se poi qualcuno vuole leggerci altro, faccia pure: non mi importa".

     

    Sa che alla Berlinguer non piace. Glielo ha detto in diretta e lo ha ribadito a Oggi.

    "Io continuerò a chiamarla "Bianchina", che lo voglia o no. Del resto, è un modo per manifestarle la mia simpatia e il mio apprezzamento. Cosa c'è di male?".

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    A lei la politica piace davvero o è tutto spettacolo in favore di telecamera?

    "Non credo di fare spettacolo né mi interessa farlo a discapito dei parlamentari. A me la politica piace, eccome: studio, leggo, dibatto in famiglia e con gli amici. Ma oggi non mi fido più di nessuno. Dopo il decreto Madia che, durante il governo Renzi, ha smantellato la Guardia Forestale, mi sono trovato addirittura a chiedere scusa a Berlusconi. Si figuri...”.

     

    Perchè ha sentito di doversi scusare con al leader di Forza Italia?

    "Cosa vuole che le dica? Ha fatto meno danni di Renzi".

     

    mauro corona cagnolino roci mauro corona cagnolino roci

    Perchè non scende in campo lei?

    "Ho quasi settant'anni, il tempo che mi resta vorrei passarlo su e giù per le montagne e con i figli. Se dovessi fare politica, cercherei di aiutare gli altri e sarebbe impossibile farlo a mio modo. Ormai gli interessi contano più delle persone e dei loro bisogni".

     

    Mauro Corona è di destra, di sinistra o grillino?

    "Ho sempre votato a sinistra e ho avuto perfino la tessera di Rifondazione Comunista. Poi arrivò Fausto Bertinotti con il cashmere addosso: frequentava i peggiori salotti della destra romana e lì mollai il colpo”.

     

    Ognuno è libero di frequentare chi vuole, Corona...

    MATTEO SALVINI MAURO CORONA MATTEO SALVINI MAURO CORONA

    “La penso così: i partiti non sono delle squadre di calcio, il modo migliore per relazionarsi alla politica è prendere il meglio delle proposte dell'una o dell'altra parte. Il buon senso è l'unica strada, il resto è propaganda. Ma perché, qualora fossi d'accordo, non dovrei sostenere un'idea che viene da Salvini? Perché sono stato di sinistra? Ecco, mi pare un’idiozia”.

     

    Cosa ha votato alle ultime elezioni?

    "Il Movimento 5 Stelle”.

     

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    Alla montagna ha dedicato libri e studio. Cosa rappresenta per lei?

    "Voglio essere sincero: la montagna mi ha aiutato a salvare la pelle, fasciato come fosse una garza, è stata la mia farmacia. Nei momenti di dolore mi ha protetto e coccolato".

     

    Non le mancano la tecnologia, la modernità, il caos allegro delle città?

    "Certo, ma non riesco a vivere nel mondo contemporaneo. Mia figlia Marianna mi ha regalato un pc che non riesco nemmeno ad aprire. Ma non sono un nostalgico, eh: sono contento che i giovani, grazie alla tecnologia, riescano a fare cose impensabili per le persone della mia generazione".

     

    E un cinema o un teatro la sera? Non ne sente la mancanza?

    "Mi manca il cinema, quello più vicino è a quaranta chilometri. Qui di teatri non ce ne sono, bisogna andare a Belluno. Vivo in una terra di resistenza nella quale per fortuna abbiamo ancora l’alimentari, un medico che viene a visitarci due volte alla settimana e un postino che passa ogni tre giorni.

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    Quando vado a Milano, sembra di stare in un posto magico: le vetrine, lo shopping, i viali illuminati, le biblioteche, le librerie. Qui, se devo comprare un libro, percorro cinquanta chilometri. Per non parlare dei giornali: a Erto non arrivano. Eppure sono profondamente affezionato al mio piccolo mondo. Siamo 340 abitanti, ma si respira amore".

     

    So che ha molto sofferto per la morte del suo cagnolino, Roci.

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    "Noi in famiglia abbiamo sempre avuto cani, ma Roci era speciale: è stato con noi diciasette anni, ha visto crescere i mie figli e spesso lo portavo a passeggiare in montagna. È morto l'8 dicembre scorso: quanto dolore... I miei figli Matteo e Marianna hanno capito subito questo fosse acuta la sofferenza perché hanno regalato a me e a mia moglie un altro splendido cagnolino. Lo abbiamo chiamato Curt, perchè è corto".

     

    Per il resto, alla dolcezza che spazio dà nella sua vita?

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    "Tanto e non mento. La timidezza in passato mi ha portato perfino all'alcolismo. La gente pensa che sono arrogante e antipatico, ma è un modo per difendermi. Non regalo con facilità le mie emozioni, quindi capisco la diffidenza di alcuni".

     

    Ai suoi figli cosa ha insegnato?

    "Ad avere l'essenziale per campare e tanto tempo libero da investire nelle loro passioni e nel rapporto con la terra".

     

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    Il prossimo libro su cosa sarà?

    "Saranno dei racconti brevi, ma intensi, sulla natura. Li ho pensati insieme a uno scrittore, Matteo Righetto, che non ha avuto ancora il successo e la riconoscibilità che merita".

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