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    “I MIEI NON SONO STATI BUONI GENITORI, HANNO FALLITO COME PADRE E MADRE” – MAURO CORONA SI CONFESSA A RADIO2: “LEI CI ABBANDONÒ QUANDO AVEVO SEI ANNI, LUI ERA UN VIOLENTO, BASTAVA NON MUNGERE UNA CAPRA E IO MIO FRATELLO FINIVAMO PER ORE LEGATI A UN ALBERO” – POI RIVELA DI ESSERE UN NOTTAMBULO: “UNO CHE DORME DIECI ORE HA METÀ VITA FINITA, IO DORMO TRE ORE, DALLE 5 ALLE 8 DI MATTINA…”


     
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    Da “Non è un paese per giovani” – Radio2

     

    MAURO CORONA CAVALCA UN ORSO MEME MAURO CORONA CAVALCA UN ORSO MEME

    Mauro Corona a Radio2: "I miei non sono stati buoni genitori, hanno fallito come padre e madre. Lei ci abbandonò quando avevo sei anni, lui era un violento, bastava non mungere una capra e io mio fratello finivamo per ore legati a un albero. Di notte lavoro, non dormo, mi bastano tre ore di sonno: uno che ne dorme dieci ha metà vita finita".

     

    Mauro Corona è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del programma "Non è un Paese per Giovani", condotto da Massimo Cervelli e Tommaso Labate, in diretta dal lunedì al venerdì dalle 12 alle 13.30.

     

    MAURO CORONA 66 MAURO CORONA 66

    Corona ha raccontato: "Lavoro di notte perché non dormo. Fin da piccolo ho avuto il regalo di vivere due volte, uno che dorme dieci ore ha metà vita finita, io dormo dalle 5 alle 8 di mattina, scrivo, guardo la tele, leggo, penso, la notte non c'è nessuno, sei tu, i pensieri non scappano, rimangono lì attorno. Quando sono le 9.30 parto, vado in montagna, a scalare o a camminare. Ovviamente dove al ritorno ci sono dei rifugi ben serviti".

     

    MAURO CORONA 44 MAURO CORONA 44

    Sul suo romanzo, 'Le altalene', scritto per Mondadori: "Parla della mia vita, della mia famiglia, della nostra vita disastrata, violenta. Eravamo così giovani che non ci rendemmo conto della tragedia del Vajont. Per noi fu una novità, gli elicotteri che ci caricavano, che ci spostavano. Finimmo in collegio con i salesiani. Solo dopo ho maturato l'entità di questa tragedia. Eravamo impauriti sentendo dire che c'erano tantissimi morti, ma all'iniziò non ci segnò in modo così forte. Poi, dopo, sì. Mia mamma non c'era, ci aveva abbandonati quando io avevo sei anni, mio fratello cinque, l'altro quattro mesi. Mio padre lavorava in diga, faceva il minatore. Non ho mai avuto una famiglia intera".

     

    MAURO CORONA MAURO CORONA

    Ancora Corona: "Il libro è dedicato a mio padre e a mia madre. 'A quei due', scrivo. Non sono stati buoni genitori, nominarli mi pareva troppo rispettoso. Un uomo onesto deve avere il coraggio di dire mio padre e mia madre erano dei falliti come genitori. Mia madre ci abbandonò dopo tre volte in coma a sprangate. Restammo da soli con tre vecchi. Bastava non mungere la capra e io e mio fratello finivamo legati agli alberi".

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