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    VADO AL MAXIME – IL “WASHINGTON POST” INSERISCE NELLA LISTA DEGLI EROI EUROPEI DEL COVID, MAXIME MBANDA’, RUGBISTA DELLA NAZIONALE ITALIANA E VOLONTARIO SULLE AMBULANZE NEI MESI PIÙ DURI DELLA PANDEMIA – NATO A ROMA DA PADRE CONGOLESE E MADRE ITALIANA ERA GIÀ STATO PREMIATO PER IL SUO IMPEGNO DA MATTARELLA CON L'ONORIFICENZA DI CAVALIERE DELL'ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA – L’ATLETA: “FRA LE COSE CHE PIÙ MI HANNO COLPITO CI SONO STATE…”


     
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    F. Mal. Per "il Messaggero"

     

    Campione in campo, eroe fuori. Terza linea nelle Zebre di Parma e nella nazionale italiana di Rugby, pilota volontario dell' ambulanza che, nei mesi più duri del Covid19, lo scorso anno trasportava i malati negli ospedali della città emiliana. È la storia di Maxime Mbandà, il 28enne giocatore di rugby, già premiato lo scorso anno per il suo impegno dal Presidente Sergio Mattarella con l' Onorificenza di Cavaliere dell' Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

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    Ebbene la storia del giovane, nato a Roma da padre congolese e madre italiana ma cresciuto a Milano, è talmente bella che ha oltrepassato l' Atlantico. Mbandà infatti è stato inserito tra gli eroi europei del Covid dal Washington Post. Vale a dire da uno dei più autorevoli quotidiani a stelle e strisce, che ha riconosciuto al 28enne il suo impegno civile e lo ha raccontato con un reportage «ispirazionale».

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    IL RICORDO

    Ai giornalisti Alexa Juliana e Rick Noack, il campione ha ripercorso i giorni drammatici dell' Italia in lockdown, ricordando la paura provata nel guidare l' ambulanza della Croce gialla parmense, confrontandosi ogni giorno con il pericolo del contagio che in pratica, viaggiava accanto a lui.

     

    «Nonostante sia giovane e pieno di forze è stato durissimo vivere a fianco di queste persone ma bisognava farlo e così ho continuato giorno dopo giorno a dare una mano alla Croce Gialla» ha spiegato il giovane, ricordando come «Fra le cose che più mi hanno colpito ci sono state le parole di una donna di 70 anni che sull' ambulanza, nonostante fosse in gravi condizioni, ha intravisto il colore della mia pelle dietro la mascherina, gli occhiali e la tuta che eravamo costretti a indossare 24 ore su 24: Ma sei nero? Sì, lo sono Ma sei italiano? Sì, lo sono Ma allora io sono proprio stupida, perché per tutta la vita ho pensato che le persone nere facessero solo del male».

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    GLI ALTRI

    Una vicenda dura ma reale, affiancata dal Washington Post a quella del Capitano Tom Moore e della dottoressa Sara Bravo Lopez, la 28enne - tra le prime vittime della pandemia in Spagna - morta per aver prestato il proprio aiuto ai pazienti arrivati in ospedale quando ancora non era ben chiaro il nemico da combattere.

     

    Captain Moore invece è il centenario inglese, veterano della II Guerra Mondiale purtroppo deceduto qualche mese fa dopo la nomina a sir, capace di raccogliere più di 30 milioni di sterline in donazioni da devolvere alla lotta al Coronavirus. Eroi come Mbandà appunto, che ora vengono celebrati da tutto il mondo.

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