• Dagospia

    GLI HANNO SGONFIATO IL GIOCATTOLO? E ALLORA MC CARTHY NE RIFA' MIGLIAIA. TUTTI DI CIOCCOLATO A FORMA DI BABBO NATALE CHE PORTA IN REGALO SEX TOYS. E COSI' QUELLA BACCHETTONA DI PARIGI IMPARA


     
    Guarda la fotogallery

    paul-mccarthy-a-la-monnaie-de-paris paul-mccarthy-a-la-monnaie-de-paris

     

    installation-de-l-exposition-chocolate installation-de-l-exposition-chocolate Paul-McCarthy-Chocolate-Factory Paul-McCarthy-Chocolate-Factory

    Luana De Micco per Il giornale dell'arte

     

     

     

    Parigi. È una mostra che si visita con tutti i sensi, per il forte odore di cioccolato fuso che si diffonde nelle sale barocche dellaMonnaie de Paris e il frastuono dei macchinari in funzione. Con la «Chocolate Factory» di Paul McCarthy lo storico palazzo sulla Senna, che ospitava la zecca dello Stato, si apre  al pubblico e all’arte contemporanea.

     

    Nel cuore di Parigi, l’artista americano ha installato una fabbrica di cioccolato che sforna tutti i giorni (e fino alla chiusura della mostra, il 4 gennaio) centinaia di golose ed insolenti figurine di Babbo Natale e di ambigui alberelli natalizi.

     

    McCarthy ha lavorato per quattro settimane, giorno e notte, per portare a termine l’opera. Che poi, negli ultimi giorni, ha deciso di modificare, tanto da dover rinviare di un giorno la presentazione alla stampa. All’origine di questa scelta, una brutta esperienza che l’artista ha vissuto alcuni giorni fa proprio a Parigi. McCarthy è stato infatti aggredito da un uomo, che lo haschiaffeggiato e insultato, giovedì scorso, mentre stava montando in place Vendôme la scultura «Tree», un imponente albero di Natale gonfiabile dalla forma ambigua, che in molti hanno scambiato per un gigantesco sex toy.

     

    Un oggetto nel cielo di Parigi che ha sollevato diverse perplessità e critiche, soprattutto negli ambienti conservatori. Due giorni dopo, durante la notte, la scultura, commissionata nell’ambito della Fiac, la Fiera internazionale d’arte contemporanea, era stata danneggiata e sgonfiata. L’artista ha rinunciato a installarla di nuovo per evitare eventuali disordini. Ma la vicenda, oltre ad averlo sconvolto, lo ha anche ispirato. Gli insulti incassati nella piazza parigina sono diventati materiale di lavoro e sono stati integrati alla mostra, dove vengono proiettati alle pareti.

     

    Un modo di «esorcizzare» l’accaduto, ha spiegato Christophe Beaux, direttore della Monnaie de Paris, durante la conferenza stampa che si è tenuta venerdì scorso, e alla quale l’artista, di 70 anni, ha preferito non partecipare. Una foresta di alberi gonfiabili, simili a quello della place Vendôme, apre il percorso della mostra. Si entra quindi nella «fabbrica» vera e propria, dove alcuni artigiani in parrucca biondo platino sono alle prese con la produzione in serie dei Babbo Natale e dei mini alberelli-sex toy.

     

    Sono già centinaia le figurine di cioccolata fondente depositate sugli scaffali. «È una mostra inedita e in divenire, che denuncia lo sperpero e la società dei consumi. McCarthy si interessa alle icone del nostro tempo, come Biancaneve, o appunto Babbo Natale, che è un po’ il suo autoritratto», ha osservato la curatrice, Chiara Parisi.

     

    Alla Monnaie non negano che se un’istituzione così antica, fondata nel 1775, ha scelto proprio McCarthy per la mostra inaugurale è per il carattere «sovversivo» della sua opera. Ma non è tutto. «Ci è piaciuta la sua idea di costruire una ‘factory nella factory’, di voler denunciare il super-consumo delle nostre società proprio in un luogo come La Monnaie dove, volenti o nolenti, fabbricando denaro, alimentiamo questo processo», ha aggiunto Christophe Beaux. Tra qualche mese anche i laboratori di questa «Murano del metallo», dove si coniano ancora medaglie e monete da collezione, saranno aperti al pubblico.

    paul-mccarthy-a-la-monnaie-de-paris paul-mccarthy-a-la-monnaie-de-paris paul mccarthy paul mccarthy paul mccarthy paul mccarthy santa_mccarthy santa_mccarthy paul mccarthy paul mccarthy

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport