Estratto dell'articolo di Viola Giannoli per “la Repubblica”
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Duecentoventitré casi di molestie e violenze sessuali emersi spontaneamente in due anni, duecentosette con vittime donne, attrici e giovanissime allieve delle scuole di recitazione e delle accademie abusate da registi (41,6%), attori (15,7%), produttori (6,28%), insegnanti (5,38%), casting director, critici, tecnici, spettatori persino.
Dodici interpreti che si sono già rivolte al tribunale, altre venti che hanno testimoniato per loro. E ora in arrivo ci sono nuove denunce.
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Uno, dieci, cento, più di duecento casi raccolti, «un sistema che vede il sesso come sottomissione e potere e non come libera relazione. Per questo serve al più presto una legge sulle molestie», sottolinea l'avvocata di Differenza Donna, Teresa Manente. Questo prevede il disegno di legge a prima firma Valente, senatrice Pd, fermo in Parlamento. E se il Me Too, aperto già nel 2017 da Asia Argento, in Italia non ha ancora attecchito è perché «qui c'è un grosso equivoco: sessismo e misoginia sono considerati goliardia », spiega Boldrini, che lancia un appello: «Fate nomi e cognomi».
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collettivo amleta
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