Daniele Sparisci per corriere.it
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«Tutto quello che succede nella squadra è responsabilità mia. La strategia viene scelta al muretto poi i piloti contribuiscono con le loro indicazioni, con ciò che vedono e sentono». Mattia Binotto si prende le colpe, la vittoria sfumata a Monaco nasce da una catena di indecisioni: «Abbiamo sbagliato le chiamate e le strategie. Abbiamo sottovaluto le prestazioni delle gomme intermedie.
E se uno finisce quarto quando era in testa qualcosa non va. Avevamo i mezzi e non li abbiamo sfruttati. Ha ragione Charles a essere arrabbiato». Con quelle coperture infatti Perez ha iniziato a volare. Sainz insisteva per proseguire e aspettava di montare le mescole da asciutto. Charles Leclerc avrebbe potuto restare fuori e tirare dritto aspettando la pista più asciutta per il pit-stop.
La strategia vincente?
«Sarebbe stata far fermare Charles il giro dopo Perez anziché due. Oppure restare dentro con gli pneumatici da bagnato estremo, mantenere la posizione e poi effettuare la sosta con calma».
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Quella calma che fra gli strateghi ieri è andata completamente in tilt, e non è la prima volta che qui succede a sfavore di Leclerc: nel 2019 fu penalizzato nelle qualifiche da un calcolo errato dell’evoluzione dell’asfalto. Costretto a scattare sedicesimo, la sua corsa finì in frantumi. Ed ecco perché la rabbia di Charles era così esplicita, perché un altro svarione in casa proprio non doveva succedere. «E comunque — continua Binotto— sono situazioni delicate, soprattutto qui a Monaco dove i dati Gps per le caratteristiche della pista sono scarsi e le comunicazioni con i piloti più difficili che da altre parti».
LA GARA
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Ma perché Sainz non è stato fatto tornare ai box subito dopo la sosta di Perez? Ha scelto lui la strategia? Lo spagnolo è convinto che sia stata la scelta giusta, sostiene di aver perso il successo a causa del traffico dei doppiati: «Quando sono rientrato ho fatto dieci curve senza superare un doppiato (Latifi, ancora lui: l’«arbitro» del Mondiale 2021 ad Abu Dhabi ndr), ho perso 2 secondi, Perez è stato anche fortunato stavolta».
Il suo punto di vista non fa una piega, però la Ferrari aveva Leclerc da proteggere nel campionato, Verstappen con un terzo posto ha allungato di altri tre punti. Secondo Binotto, a Sainz era stato detto inizialmente di imboccare la corsia di box, poi il cambio di programma: «Poche curve prima del rientro di Carlos, ci accorgiamo che Perez era talmente veloce che sarebbe stato comunque davanti e allora decidiamo di lasciarlo fuori».
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Ma il team principal punta il dito anche contro la direzione corsa, e contro le scelte discutibili dei giudici: «Gli errori sono nostri, ma vedo anche tante ingiustizie. A 3 minuti dall’inizio della gara la Red Bull era senza gomme (devono esserlo a 5’ dal via ndr) e hanno ritardato le procedure di partenza. E poi la questione delle linee gialle. Incredibile. A noi non interessava protestare contro la Red Bull, non ci interessa entrare in questo tipo di competizione con loro. Ma dalla Fia pretendiamo chiarezza e coerenza nelle decisioni».
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Entrambi i ricorsi della Ferrari, su Perez e Verstappen, sono stati bocciati dai commissari sportivi. La Federazione poi ha fatto spiegato che le procedure di partenza sono state ritardate per un black-out elettrico dovuto al temporale: non funzionavano semafori né segnali luminosi. Binotto se la prende anche con i doppiati: «Latifi e Albon che girano 4’’ più lenti degli altri e non lasciano passare il leader della gara nonostante le bandiere blu».
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