barbera venezia hollywood reporter

“CULTURA ITALICA CONDITA DI MASCHILISMO TOSSICO” – "HOLLYWOOD REPORTER" RANDELLA IL FESTIVAL DI VENEZIA PERCHÉ CI SONO POCHI FILM DIRETTI DA DONNE? CANNES HA SCELTO LE QUOTE ROSA, E QUEST'ANNO SONO TUTTI SCAPPATI, MENTRE AL LIDO SI RAGIONA ANCORA PER LA QUALITÀ DEI TITOLI (CHE POI VINCONO L'OSCAR) – PARTONO COMUNQUE GLI ARTICOLI PER PLACARE LE CINE-FEMMINISTE: “VENEZIA È IN MANO ALLE DONNE”

1 – VENEZIA SOTTO ACCUSA

Fulvia Caprara per “la Stampa”

 

L'HOLLYWOOD REPORTER ACCUSA DI MASCHILISMO IL FESTIVAL DI VENEZIA

Sulla Mostra del cinema, che si inaugura mercoledì, aleggia l' ombra del fenomeno dell' anno e arriva forte l' eco della grande rivolta femminile. La mobilitazione anti-molestie del MeToo e la presa di coscienza testimoniata da movimenti come Time' s Up non potevano lasciare il Lido indenne e, fin dalla presentazione del cartellone, le voci critiche sull' esigua presenza in gara di titoli diretti da donne si erano fatte sentire.

 

Poi è arrivata la lettera di protesta firmata dalle rappresentanti di diversi network europei femminili e inviata al presidente della Biennale Paolo Baratta. Alla missiva, prontamente rilanciata da Le Figaro, è seguito l' attacco frontale di Hollywood Reporter, che lancia accese invettive contro la «cultura italica condita di maschilismo tossico».

 

E ancora: «Gli organizzatori insistono sul fatto che la parità di genere non è una loro responsabilità, ma il problema riguarda un aspetto più ampio del vecchio modo di pensare italiano».

 

sasha grey festival venezia

Tra i 21 titoli in corsa per il Leone, solo uno, The Nightingale , diretto dell' australiana Jennifer Kent, tiene alta la bandiera della creatività femminile: «Secondo Hollywood Reporter - ribatte il direttore Alberto Barbera in un tweet - ignoro il talento femminile avendo scelto per Venezia 75 film di registi uomini in base al nome e non alla loro qualità. Non so se ridere o piangere».

 

La scelta di Cannes

le donne della giuria di cannes 2018 presieduta da cate blanchett

Insomma, mentre l' ultimo Festival di Cannes ha scelto di mettere l' altra metà del cielo al centro della kermesse - presidente di giuria Cate Blanchett, vari film di registe in competizione, manifestazioni, accordi stipulati sulla Croisette come il «50/50 by 2020», 100 registe e attrici fotografate sulla montée des marches - la Mostra di Venezia rischia di distinguersi per disattenzione o almeno per scarsa enfasi: «C' è ancora tanto da fare - commenta la neo-novantenne Lina Wertmüller - non mi pare che rispetto ai miei inizi si siano compiuti molti passi avanti».

 

Prima donna candidata all' Oscar come regista, nel '77, con Pasqualino Settebellezze , Wertmüller minimizza i suoi successi: «Sono stata fortunata, non mi posso lamentare, diverse cose mi sono andate bene. Ma ci sono ancora tante battaglie da portare avanti. Per esempio, quante sono le direttrici di festival? Esistono? Ecco, quello è il primo problema da risolvere».

 

alberto barbera

Alla Mostra, nella sezione «Classici» sarà proiettata la versione restaurata del Portiere di notte. L' autrice Liliana Cavani riceverà il Premio Robert Bresson assegnato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo: «Sarebbe interessante sapere - osserva la regista - se quest' anno ci fossero film validi diretti da donne e non selezionati anche se magari lo avrebbero meritato.

lina wertmuller

 

Questo non lo so. Eppure, in fondo, è sempre andata così, in tutti i settori. Non abbiamo mai avuto un capo di Stato donna, nei governi che si sono succeduti le presenze femminili sono sempre state rare, un po' come mosche bianche. Di recente ho letto un' indagine sui medici e ho scoperto che le dottoresse prendono il 27% in meno di stipendio rispetto ai colleghi uomini».

 

liliana cavani

In Italia le cose non migliorano, ma, all' estero, continua Cavani, la situazione è simile: «Hillary Clinton non è riuscita a diventare Presidente degli Usa, in Francia, terra di grandi rivoluzioni, continuano ad avere capi di Stato uomini, e meno male che almeno in Germania c' è la Merkel».

 

La sensazione è che in questo territorio «si vada indietro invece che avanti, che a un piccolo passo in positivo, ne corrisponda subito uno contrario. Allora perché meravigliarsi se questo meccanismo si ripete anche nel cinema?».

 

No alle quote rosa

cate blanchett e todd haynes e rooney mara

Il futuro dovrebbe portare miglioramenti, ma attenzione: «Non vorrei mai - premette Antonietta De Lillo - che un mio film venisse selezionato solo perché sono donna. Ne sarei mortificata. Non devono esistere imposizioni in base al sesso, un direttore artistico deve scegliere in totale libertà. Rimane vero che le presenze femminili nei ruoli importanti della filiera cinematografica sono numericamente inferiori. E che tutto questo non dipende dalla Mostra di Venezia.

ANTONIETTA DE LILLO

 

Bisogna rivedere i parametri, sono convinta che un mondo con maggiori parità e armonia di generi, possa essere un mondo migliore per tutti». Al Lido De Lillo sarà presente come produttrice del corto di Maria Di Razza Goodbye Marilyn (Giornate degli Autori) e promotrice di Women in Film Television & Media Italia, neonata associazione di categoria aperta a «uomini illuminati», perché, precisa De Lillo, «gli atteggiamenti oppositivi non servono, è invece importante essere insieme per aiutarci e migliorarci».

 

2 – PASTORELLE, GHOSTWRITER, DANZATRICI E CANTANTI. VENEZIA 75 È NELLE MANI DELLE DONNE

Estratto dell’articolo di Chiara Ugolini per www.repubblica.it

 

first man damien chazelle claire foy

 

(…) Sono tante, tantissime le protagoniste femminili dei film che si vedranno alla settancinquesima Mostra del cinema di Venezia che parte mercoledì. E anche quando i protagonisti sono uomini, il Neil Armstrong di First Man con Ryan Gosling che inaugura la competizione ufficiale o lo Stefano Cucchi di Sulla mia pelle, apertura di Orizzonti, ci sono donne forti al loro fianco, come la moglie di Armstrong interpretata dalla ex regina Elisabetta Claire Foy o la sorella Ilaria Cucchi, che sullo schermo ha il volto di Jasmine Trinca.

L'ARTICOLO RIPARATORE DI REPUBBLICA SULLE DONNE A VENEZIA

 

Per la seconda volta consecutiva sarà un uomo a far da padrino alla Mostra, dopo Alessandro Borghi quest'anno tocca a Michele Riondino e, alla guida della giuria c'è un uomo, il Leone d'oro e premio Oscar Guillermo del Toro. Nel concorso c'è invece solo una regista donna (l'inglese Jennifer Kent) contro i venti colleghi uomini, cosa che ha già sollevato qualche polemica. (…)

 

 

Sullo schermo, però, le donne ci sono eccome, in competizione e fuori e sarà interessante vedere quante tipologie femminili racconteranno.

 

 

3– CANNES NON È PIÙ QUELLA DI UNA VOLTA – 'VARIETY' INFILZA I FRANCESI: GUADAGNINO E BRADLEY COOPER NON PORTERANNO I LORO FILM AL FESTIVAL: PER CHI PUNTA ALL'OSCAR, LA CROISETTE E' DIVENTATA PEGGIO DELLA KRIPTONITE. MOLTO MEGLIO VENEZIA, TORONTO E TELLURIDE - IL GRAN RIFIUTO A NETFLIX, IL #METOO, LO SCHIAFFO AI CRONISTI CON L'ABOLIZIONE DELL'ANTEPRIMA STAMPA

 

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/cannes-non-piu-quella-volta-ndash-39-variety-39-173195.htm

 

http://m.dagospia.com/cannes-il-mito-svanito-del-festival-che-non-produce-piu-oscar-tra-netflix-metoo-e-173195

 

la giuria di cannes 2018 presieduta da cate blanchettgiuriaLA GIURIA DI CANNES FOTO LAPRESSE