DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
Aldo Grasso per il ''Corriere della Sera''
Per anni, Giulio Andreotti è stato la «grande ossessione» di Tatti Sanguineti, così come in precedenza lo erano stati la tesi di laurea sul linguaggio del '68, il poderoso lavoro su Walter Chiari, la raccolta di manifesti di cinema, il rapporto con Piero Chiambretti, il libro su Rodolfo Sonego Ogni ossessione è per sua natura disordinata, spesso caotica, ma la magia dell' estremo la rende ricca di contenuti.
Sanguineti freme continuamente per l' ansia di inseguire l' oggetto del suo desiderio (un desiderio è tale se non ha fine) e regolarmente vi si perde, mostrandone però l' infinita varietà e potenza. Giulio Andreotti. Il cinema visto da vicino e Giulio Andreotti. La politica del cinema sono due documentari, trasmessi da Sky Arte, che nascono dalla più lunga intervista che Andreotti abbia mai concesso.
giulio andreotti tatti sanguineti
Ora divertito, ora sorpreso, ora caustico (sempre comunque lucido, forte di una vivida memoria), Andreotti viene trasportato nel periodo compreso fra il 1947 e il 1953, quando era Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo spettacolo. Furono molte le iniziative intraprese dal politico per dare nuovo impulso all' arte cinematografica: dal salvataggio dell' Istituto Luce e del suo archivio alla legge di sostegno sul cinema, dalla restituzione al Lido della Mostra del Cinema di Venezia alla rinascita di un cinegiornale nazionale, la Settimana Incom.
Gli aneddoti e le spigolature che si susseguono sono molti (dalla polemica sui «panni sporchi» alla lotta con l' integralista Luigi Gedda, dai rapporti con il Centro Cattolico Cinematografico ai tagli delle scene definite «stazioni di monta taurina») e la sensazione è che, alla fine, il politico soverchi il cinefilo, secondo la raccomandazione di Sonego: «Voi non avete capito niente di niente. Se volete capire cosa è successo veramente in quegli anni dovete andare da Andreotti. Andreotti ha ammazzato cinque film, ma ne ha fatti fare cinquemila».
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