DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell’articolo di Claudio Plazzotta per “Italia Oggi”
antonio ricci con il tapiro d oro
Antonio Ricci, l’inventore di Striscia la notizia […] fa un appello a Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente e amministratore delegato di Mediaset: «Una volta Mediaset aveva i grandi varietà. Ora il sabato sera spetta alla De Filippi. Ecco, mi piacerebbe provare con i grandi varietà, e poi butterei un occhio sulle fiction, anche se Mediaset preferisce avere le serie turche, che costano poco e fanno buoni ascolti». E poi, sorridendo, la spara grossa: «Se Pier Silvio Berlusconi mi mollasse tutte le tre reti per sei mesi, io farei una rivoluzione, con programmi completamente diversi».
[…] Domanda. Si dice che non nascano più i bravi presentatori. Da anni, però, Striscia la notizia prova a fare crescere nuovi conduttori…
Risposta. Noi a Striscia sperimentiamo. Gli altri, invece, vanno tutti sul sicuro. […] Striscia ha di bello che non consente a nessun presentatore di vivere da star grazie ai compensi di Striscia: le conduzioni, infatti, durano poco, quindi è una sorta di stipendio integrativo. […]
D. E di Amadeus, a cui tutti i broadcaster ora stanno facendo ponti d’oro, che mi dice?
R. Obiettivamente le canzoni scelte da Amadeus ai Festival di Sanremo che ha condotto hanno un perché, funzionano. In altri Festival vincevano canzoni che poi sparivano. Lui ha messo insieme una proposta valida. Ci sa fare. E poi è un animale autoironico, non si indispettisce mai, cosa che invece ci farebbe gioire. Inoltre può contare su un parterre di giornalisti che a Sanremo non dà mai fastidio, pena l’estromissione dal cerchio magico.
D. Sui presentatori alla Paolo Bonolis, alla Gerry Scotti? Sono giganti della tv. Ma forse si sono un po’ buttati via nella tv commerciale?
R. Beh, di Bonolis mi vengono comunque in mente Bim Bum Bam e di sicuro Ciao Darwin. Gerry Scotti, invece, è il presentatore che tutte le tv vorrebbero avere, non si nega, lui fa quello che gli chiedi, e te lo porta sempre a casa. […] Ma, lo dico chiaramente, io quando sono in difficoltà lo chiamo. […]
D. Striscia è un programma moderno, innovativo, contemporaneo: fa tanta alfabetizzazione digitale in tema di fake news, deep fake, intelligenza artificiale. Cose da servizio pubblico, insomma…
R. Facciamo molto servizio pubblico, in generale. […] in 35 anni di vita di Striscia, abbiamo cavalcato tutte le tecnologie per ricevere le segnalazioni dai telespettatori. Prima il numero di telefono, poi il fax, la mail, il sito web sperimentale con l’Università di Genova per avere segnalazioni più documentate. A questo proposito, la sa quella dei suicidi?
[…] Molto spesso ci chiamavano al telefono persone strane, minacciando il suicidio, magari volevano l’intervento del Gabibbo, di Capitan Ventosa, di Staffelli.
Noi non abbiamo mai mandato in onda nulla, per evitare effetti emulativi. […] a un certo punto eravamo sommersi da chiamate di questo tipo…
D. E come avete risolto?
R. […] abbiamo eliminato il numero di telefono. Se devi scrivere una minaccia di suicidio via mail devi pensare, poi magari nessuno ti risponde. Insomma, è bastato cambiare il metodo di comunicazione e le minacce di suicidio sono crollate.
[…] D. Secondo lei ha avuto senso cancellare le direzioni di rete in Rai? L’identità dei singoli canali è ancora una cosa cui badare nell’epoca dell’on demand?
R. Mah, io credo che sia come in un ristorante. Vado in quel ristorante perché so quello che mangio. […] Penso che una rete sia più ordinata con un direttore […] può fare ordine. […] Senza mai dimenticare che, per programmi di durata non esagerata, tipo 90 minuti, il successo o meno dipende sempre anche dal traino e dalla controprogrammazione.
antonio ricci premio guido carli 2023
D. Fatta la premessa in tema di contemporaneità, non è che il contesto di Canale 5, tra De Filippi, Grande Fratello e serie turche, va ormai stretto a Striscia?
R. Noi diamo stabilità alla prima serata e diamo uno zoccolo di pubblico giovane determinante. È chiaro che ci aspettavamo delle prime serate più ficcanti da parte di Canale 5. Però so bene che non è facile. Se Pier Silvio Berlusconi mi mollasse tutte le tre reti per sei mesi, io farei una rivoluzione, con programmi completamente diversi.
Ma ho una certezza…
D. Quale?
R. Che lo manderei in rovina. In realtà quello che vediamo su Canale 5, Rete 4 o Italia 1 non mi sento di criticarlo, perché so che risponde a un progetto con i piedi per terra. Magari da fuori non si capisce, ma a Mediaset non si cappotta, i conti tornano. […] Ma è complicato confrontarsi con la Rai, che ha una ricchezza di offerta spropositata. E sapere che tutto questo bendidio lo pagano coi nostri soldi pubblici qualche problema dovrebbe porlo.
[…] D. Ma Antonio Ricci si vede lontano da Mediaset?
R. Io non ho un contratto in esclusiva con Mediaset. Qui, però, devo dire che ho ricevuto tutto quello che volevo in tema di libertà. Non abbiamo mai avuto condizionamenti di nessun genere. […]
D. Barbara D’Urso è stata trattata come una reietta. Se lo è meritato?
R. La conosco da quando faceva Stryx nel 1978 con Enzo Trapani. Secondo me lei è una risorsa, sa fare tutto, tocca tutti i registri. Non so cosa sia successo. Mi aveva promesso che a gennaio avrebbe vuotato il sacco, ma non lo ha fatto. Però qualcosa deve essere successo.
D. Pier Silvio Berlusconi sembra volersi affrancare dal papà da quando è scomparso, ed è normale che accada. Rischiano di farne le spese tutti gli uomini nati e cresciuti nella tv del papà?
R. Beh […] è già da 20 anni che Pier Silvio fa la sua Mediaset. Le scelte sono sue da tempo, e se noi siamo qui è perché ci ha scelti lui. Le influenze del papà, in sincerità, non le abbiamo viste negli ultimi 20 anni. […]
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