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«Una Napoli classica, da cartolina per proporre ai millennials qualcosa che non avevano potuto vedere». Così ieri Renzo Arbore ha sintetizzato lo spirito di «Guarda... Stupisci», il varietà televisivo che lo showman condurrà per due mercoledì, domani e il prossimo, su Rai2 alle 21.05, accompagnato in questa nuova avventura da Nino Frassica e Andrea Delogu. Teatro dello spettacolo, un' aula universitaria di fantasia, con studenti veri, dove Arbore darà lezioni sulla musica napoletana con vari ospiti. Musica ma non solo: il format, ha chiarito l' artista, è anche «una lezione sulla comicità napoletana. Anzi, sulla canzone umoristica partenopea, per essere più precisi». Le canzoni contengono infatti «i meccanismi comici classici: giochi di parole, doppio senso e sfottò».
2. RENZO ARBORE
SILVIA TIRONI per Libero Quotidiano
Il clarinetto, quello che fa filù filù filù filà, cantava Renzo Arbore a Sanremo nel 1986, rilanciando così la canzone umoristica «quando ormai sembrava defunta. Perché non c' era dai tempi di Renato Carosone», sottolinea il Maestro.
«Poi sono arrivati Elio ed altri e sono stati addirittura fatti Festival in stile Sanscemo». Ma lui, il grande Renzo, arriva sempre prima di tutti. E dopo lo straordinario successo di Indietro tutta! 30 e l' ode, torna su Rai 2 con Guarda stupisci (sottotitolo: Modesta e Scombiccherata Lezione sulla Canzone Umoristica Napoletana), in onda domani e il 19 alle 21.05, subito dopo il Tg. Dato che squadra che vince non si cambia, al suo fianco avrà ancora Nino Frassica e Andrea Delogu.
Arbore, ci racconta che cos' è Guarda... stupisci?
«È un educational show, uno spettacolo che insegna divertendo. Qui non c' è il classico pubblico plaudente, ma abbiamo fatto dei provini e selezionato 150 giovani studenti di varie discipline dello spettacolo che ospitiamo nella nostra "aula a mare". Sono tutti ragazzi che hanno voglia di imparare».
Cosa insegnerete loro?
«Vogliamo far conoscere ai millennials la televisione italiana di allora, che è stata la più bella del mondo. Noi non ci rendevamo conto che la tv di Troisi, Boncompagni, Verdone, era la più bella del mondo. Spero anche saranno gettate e seminate delle idee che possano germogliare. Tornare a fare una televisione artigianale è un input per le nuove generazioni. Se sapranno attingere dall' antichità e fruire della rete, impareranno».
Cosa ne pensa della tv di oggi?
«È un po' sguaiata, volgarotta, urlata. È "contro". Oggi si fa satira contingente, sull' attualità. Crozza la fa davvero benissimo, sia chiaro, ma non è il mio genere: sin dei tempi di Alto gradimento ho fatto una satira sulla tv in genere, sulla sua fatuità, sui trucchi televisivi, sui tic della gente, ma non ho mai fatto la satira ad personam».
Oggi mancano le idee, è d' accordo?
«Sì. Io stesso per questo programma ho faticato molto per cercare, facendo cose antiche, di realizzare cose nuove, per avere accanto a me degli artisti che facessero qualcosa di assolutamente inedito anche per loro».
Nella tv di oggi riesce a vedere un suo erede?
«Credo che l' unico mio erede sia Fiorello, perché ha quell' aria allegra, scanzonata, non fa satira politica ma vuol far divertire con il sorriso e facendo una televisione "per", proprio come ho sempre fatto io. Facevo apprezzare la mia mercanzia, senza criticare. Mi piacciono molto anche Lillo e Greg e Ficarra e Picone, che tuttavia non hanno ancora avuto una chance televisiva vera e propria: loro rientrano nel filone del cazzeggio inventato da me e Boncompagni: dietro ci sono una goliardia sana e un background colto».
Come fa a rimanere sempre così al passo con i tempi?
«Perché non sono vecchio, ma antico: e antico è tutto ciò che può essere rinnovato e salvato dal passato».
Come definirebbe la sua tv?
Una tv a lunga conservazione. Ho sempre fatto personaggi di fantasia che resistono nel tempo perché non solo legati a mode e passaggi. Un personaggio come il colonnello Buttiglione, rimbambito, che prende fischi per fiaschi nella caserma è un prototipo eterno».
È ambasciatore della cultura italiana nel mondo.
«Sono 27 anni che con la mia Orchestra italiana portiamo in giro per il mondo la canzone napoletana classica ma anche le canzoni italiane come quelle di Modugno. Mostriamo l' immagine di un' Italia positiva, elegante, con una formula mista di antico e moderno. Ho in mente qualche escursione all' estero prossimamente».
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