CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE…
Giovanna Grassi per il "Corriere della Sera"
«Nessun premio è stato dato all'unanimità », ha detto il Presidente Nanni Moretti in italiano mentre gli altri giurati si mettevano le cuffia per capire cosa dicesse. Poi, dietro le quinte: «Reality non è certo piaciuto solo a me, lo hanno votato altri trovando in esso una eco della commedia italiana e il suo rinnovamento. Vedendolo si sentono e capiscono tante altre cose, a esempio, si intuisce l'interesse di Matteo per la pittura, la sua capacità di miscelare humour e dramma».
Lo spettacolo, dunque, è continuato in sala stampa, con Moretti affiancato dagli otto membri della giuria. Domande polemiche, specie da parte dei giornalisti americani visto che i film Usa con molte superstar e talenti del cinema indipendente non hanno avuto riconoscimenti. «Non ho alcunché contro il glamour quando mi piacciono i film», ha spiegato. E a chi chiedeva le motivazioni del Grand Prix a Reality di Garrone: «Non l'ho votato solo io.... Ho 8 nuovi amici e chi inviterà uno di noi deve sapere che a qualsiasi altro festival dovrà portare anche tutti gli altri, quindi andremo a Locarno, a Venezia e nella Corea del Nord».
Più serio: «Mi è parso, è una mia ipotesi, che in diversi casi la ricerca e la cura per il proprio stile di regista superassero altri elementi. Se si fossero trovati film meno laccati, più rozzi, più autentici, forse... Mi viene in mente una frase di Eduardo De Filippo: "Chi cerca lo stile trova la morte, chi cerca la vita trova lo stile"».
Ci ha pensato Alexander Payne ad analizzare brevemente una delle tante verità della selezione dei film di molti Festival e a placare gli animi: «Non si può giudicare una cinematografia in toto da quel si vede a un festival dove i film vengono scelti dai selezionatori in base a quello che è pronto, a quello che gli studios vogliono dare o non dare».
Sul mancato premio a Jean Louis Trintignant ed Emmanuelle Riva per Amour Moretti ha spiegato che per regolamento non si possono sommare i premi più importanti. «Ma durante la cerimonia ho sottolineato come il film di Haneke fosse debitore ai suoi due interpreti».
E a chi obiettava che gran parte dei trofei sono andati a film tristi, con evidente soddisfazione ha ribattuto: «Non lo è il film di Ken Loach, affatto, e il mio ideologo Raoul Peck (altro regista in giuria, ndr) ve lo spiegherà in dettaglio». In quanto al premio al film messicano di Carlos Reygadas, miglior regista per Post Tenebras Lux, Moretti ha detto e sicuramente la risposta vale anche per molto altro: «Alcuni di noi sono rimasti colpiti dal linguaggio cinematografico nuovo e da altri elementi. Il film è cresciuto dentro alcuni giurati con il passare dei giorni; un'altra parte invece non è entrata nello stesso processo di giudizio e di emozioni».
garrone presidente della giuria Nanni Moretti LA GIURIA DI NANNI MORETTI A CANNESreality DI MATTEO GARRONE LOCANDINAJEAN-LOUIS TRINTIGNANTKen Loach
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