DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Alessandra Pescali per “Novella 2000”
AL BANO E LA FIGLIA JASMINE - NOVELLA2000
Al Bano, Gianni Morandi e Massimo Ranieri i tre grandi miti della musica italiana (rigorosamente citati in ordine alfabetico) si incontreranno sul palco dell’Ariston per la settantatreesima edizione del festival di Sanremo, sarà uno scontro o una reunion?
Inizia a svelarcelo l’inarrestabile Al Bano, quel ragazzo che delle sue umili origini e della sua grande fede ha fatto la sua forza […]
Con Morandi e Ranieri una storica rivalità o una solida amicizia?
«Non siamo mai stati nemici, anzi ho sempre visto in loro due grandi amici da ammirare. Questi due signori erano sulla piazza già prima di me e stare al loro fianco, a Canzonissima per esempio, è stato meraviglioso. […]
AL BANO E LA FIGLIA JASMINE - NOVELLA2000
Cosa ne pensa di Amadeus come direttore artistico del Festival e delle sue decisioni?
«Amadeus è un po’ il Mozart di Sanremo, ne sta facendo uno più bello dell’altro e l’idea dei superospiti italiani solo over 70 credo possa funzionare. Penso che sarà importante l’intervento del Presidente ucraino Zelensky (al momento di andare in stampa sembra confermato, ndr) e mi auguro che la sua presenza sia un’invocazione di pace.
Non dimentichiamo la partecipazione a Sanremo nel 1999 dell’allora Presidente dell’Unione Sovietica Gorbaciov, perché il Festival della canzone italiana in tutto il mondo, ma soprattutto in tutta quell’area, era quasi “sacro”: lasciava da parte la politica per far entrare trionfalmente la canzone ed unire. […]».
AL BANO E LA FIGLIA JASMINE - NOVELLA2000
È vero che ha ospitato per un anno una famiglia di rifugiati ucraini?
«Sì ho ospitato per un anno quattro persone. Due ragazzi che ora sono uno in una casa famiglia a Francavilla Fontana (qui vicino, e sa che la mia casa è sempre aperta per lui) e l’altro è stato adottato da una famiglia in America. Poi una mamma con suo figlio che sono rientrati in Ucraina a Sumy, ma che sono felici di essere tornati nella loro famiglia».
Detiene il record di partecipazioni a Sanremo, 15 oltre a quelle come ospite, che sapore e che significato ha per lei il Festival?
«Ogni Sanremo è stato diverso, ha portato delle emozioni uniche e l’ho sempre amato. […] Ho sempre vissuto Sanremo quasi come un Natale, un Natale pagano, la celebrazione delle nuove melodie. Io guardavo Domenico Modugno e mi dicevo arriverò anch’io su quel palco».
Cosa ricorda della sua prima volta?
«La mia prima volta è stata nel 1965 a Sanremo Giovani, c’erano Teo Teocoli e un signore barbuto, con un cappellaccio che stava a gambe incrociate fuori dall’Ariston a chiedere l’elemosina che poi mi sono trovato sul palco al primo posto, era Lucio Dalla. Quel Sanremo fu un momento speciale, da lì ebbi un gran successo. Nel ’67 Nel Sole fu un’esplosione e nel maggio di quell’anno cantai coi Rolling Stones per la prima volta in tour in Italia». […]
Ci sono state due donne importanti nella sua vita: Romina è sempre stata accolta dal pubblico, quello di Loredana invece è stato un percorso più tortuoso. C’è qualcosa che vorrebbe chiarire?
«Con Romina non c’è stata alternativa, decise di andarsene e lo fece. Io rinacqui nel 1996 con È la mia vita con una nuova vita ed una carriera da solista. Ringrazio Romina per tutto quello che è riuscita a darmi, ma purtroppo mi ha anche tolto.
E così ringrazio anche Loredana, sottolineando che non ha mai sottratto nulla a Romina che se ne era già andata, quasi dieci anni prima. Loredana è stata una sferzata di primavera in un periodo difficile della mia vita, la mia casa era spoglia, con lei sono arrivati due fantastici figli che amo e seguo esattamente come gli altri».
Alla soglia degli 80 anni, con tante soddisfazioni ottenute, c’è qualcosa ancora da raggiungere?
«Intanto si dice “quattro volte vent’anni” e ho ancora molte cose da fare: il tour italiano È la mia vita, registrerò all’Arena di Verona Quattro volte venti, un docufilm, un tour mondiale per il 2024 e una cosa molto bella che ancora non posso svelare».
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