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1- "ESODARE", PER TIRARLO FUORI SERVIVANO DEI COLTISSIMI ROMPICOGLIONONICI...
Andrea Marcenaro per "il Foglio"
Sulla Gazzetta ufficiale del 2 aprile 1992, in un decreto dell'allora ministro del Lavoro Franco Marini, comparve a sorpresa il participio passato di un verbo che non esisteva, esodare: "Il versamento al Fondo di previdenza autoferrotranvieri dell'importo del valore tecnico delle mensilità di pensione del personale esodato ai sensi dell'art. 3 della legge 12 luglio 1988, n. 270".
Poi non comparvero più, né esodare, né esodato. L'esodo sì. Ma solo l'esodo. Quello famoso dell'Antico Testamento, con Mosé alla guida, o l'esodo nella tragedia greca. L'esodo di Ferragosto, o il prossimo di Pasqua, l'esodo dei servi pastori descritto da Grazia Deledda, l'esodo dei capitali, perfino un esodo che indica il "tubo elettronico a sei elettrodi". Ma esodare, mai più. Esodato, men che meno. Per ritirarlo fuori ci volevano, probabilmente, alcuni coltissimi rompicoglionici.
2- CHINAGLIA, BOMBER "SCOMODO"...
Pietrangelo Buttafuoco per "il Foglio"
E' morto Giorgio Chinaglia e su La Stampa di ieri, nel ricordarlo quale campione di calcio per come fu, è stato scritto: "Bomber scomodo". E' sempre comodo ricorrere allo scomodo e la categoria è così abusata che se ne fa volentieri epica: c'è il giudice scomodo, quindi il pm scomodo, poi il poliziotto scomodo (possibilmente, in questi ultimi due casi, su Mercedes comoda, quasi l'identikit di Antonio Di Pietro), c'è anche il giardiniere scomodo - predilige cactus - l'attore scomodo poi, tipo Gian Maria Volontè, è ricorrente nella mitologia al punto di ricorrere alla figura del comico scomodo, nientemeno che Sabina Guzzanti, o l'ospite scomodo, Adriano Celentano, roba da Sanremo, insomma.
La scomodità , insomma, è tutta una fuffa burbera e paracula, è una veste così usurata che fa venire voglia di buttarsi tutto sul comfort ma è rivelatrice. Ovviamente è un tic. Lo scomodismo del pensiero banale.
3- PERCHÃ BELPIETRO E SALLUSTI NON SI SCAGLIANO CONTRO IL PRIVILEGIO DEI PASS MILANESI? FORSE PERCHÃ LI HANNO PURE LORO?
Michele Serra per "la Repubblica"
Il direttore di Libero Belpietro e quello del Giornale Sallusti, insieme a uno stuolo di giornalisti più o meno noti, politici, miliardari, alti papaveri e miracolati (Renzo Bossi), hanno il permesso di circolare sulle corsie preferenziali di Milano, privilegio consentito solo alle forze dell'ordine e ai servizi sanitari d'urgenza. Che cosa avrebbero scritto, Belpietro e Sallusti, sui loro giornali fatti a randello, se uguale comodità fosse risultata a vantaggio di chiunque altro i due siano soliti indicare al disgusto dei loro lettori?
Avrebbero rispolverato l'intero repertorio anti-Casta, e lo schifo che fanno i politici, e quanto sono pappa e ciccia col Palazzo i giornalisti di regime,e che vergogna la Giunta Pisapia tanto la smentita che spiega che veramente i permessi li avevano concessi Albertini e la Moratti poi si pubblica piccola piccola e a pagina 40, e avrebbero chiesto a un cronista di sputtanare un paio di radical-chic da corsia preferenziale, magari telefonandogli e registrando di nascosto la conversazione...Fortunatamente è accaduto che i due giornalisti più noti usufruttuari nel misero privilegio siano loro due, e dunque niente di cui sopra è stato scritto, su Libero e il Giornale. Un sospirato giorno di vacanza per entrambe le redazioni.
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