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Filippo Facci per Il Giornale
PRIMA DELLA SCALA 2024 - ALESSANDRO GIULI CON LA MOGLIE VALERIA FALCIONI
Piove, governo assente: c’era solo il ministro Giuli, con l’aria da imbucato. Poi un elenco da circo (cantanti, attori, ballerini e saltatori) per la Prima più tranquilla di sempre. Roberto D’Agostino si aggirava perplesso. «Milano oblige» ci aveva detto Giuli venerdì.
E parlando come lui, morale: i mercanti sono ormai padroni del tempio (l’hanno comprato) e Gesù Cristo, da lustri, ha steso loro passatoie affinché si autoriflettano e si applaudano da soli. Ermetica, detta così: ma ci è bastato saltare la Prima dell’anno scorso per accorgerci che le singole pennellate notate negli anni, per 25 Prime di fila, beh, insomma, l’affresco è finito.
E’ un'altra Prima, un’altra Scala, un’altra Milano e, soprattutto, non riflette il Paese manco per niente, è inutile forzare parole come zeitgeist e esprit du temps per spiegarci che epoca stiamo vivendo. Finanza. Grandi partners. Quota banche. Meglio: «Internazionalizzazione della Prima».
PRIMA DELLA SCALA 2024 - IGNAZIO LA RUSSA - LILIANA SEGRE - BEPPE SALA - ALESSANDRO GIULI
Il resto è difficile da spiegare. Tentiamo per immagini. Parte l’inno nazionale, ti volti e chi c’è sul palco reale? Liliana Segre in nero, lei che peraltro ha i suoi amici abituali, alla Scala, nell’Associazione wagneriana. Non pare strano? No?
Comunque il nero non era un dress code, era l’Armani finto sobrio che ha scacciato Dolce & Gabbana, sono le Ripa di Meana e le Marzotto che non ci sono più, come i politici. Non solo perché il vero potere sta altrove, ma perché i politici post-grillismo non hanno neppure una cultura sufficiente per fingerne di averne una; non gliene frega niente, e non vogliono affrontare la fatica di fingere il contrario.
marina ripa di meana anti pellicce alla scala 1998
Potevamo anche scriverlo trent’anni fa che il tipico avvocato di borghesia medio/alta non c’è più. Ora non c’è neanche più la borghesia medio/alta, almeno non in un centro milanese che pare il duty-free di Dubai. Quando è cominciato tutto?
Nel 2009, alla Prima, c’erano Le Iene che baciavano il sederone di Valeria Marini, ma la cena di gala (primi segnali) era offerta a trecento invitati in piedi, «Una scelta di understatement».
Dal 2011 al 2014, nell’era Mario Monti, i contestatori erano già transennati a centinaia di metri e l’ambiente pareva più sottotono che sobrio. I nuovi scaligeri erano più normali, era sceso pure l'indice di chirurgia estetica. Però, a forza di levar lustrini, si sfiorava l'opaco, lo smorto, lo scialbo.
Beninteso: come un qualsiasi teatro del nord Europa. Pochi personaggi degni di nome, la serie B di tutto. Fotografi disorientati. Solo per una cosa il pubblico resterà lo stesso di ogni Prima: l’incompetenza. Ora il buzzurro medio applaude tra una scena e l'altra (persino tra un recitativo e l'altro) come giapponesi e americani: l’internazionalizzazione è anche questo.
Ma è anche la Brexit, l’Expo, la dirittura delle Olimpiadi. Nel tempo sparivano i Bazoli e i Ghizzoni (banche) e largheggiavano, come dire, i derivati. Resistevano le Valerie Marini, le ex mogli di Calderoli, le ex farmaceutiche con vestiti da siriana, e, come ieri, gli stormi plananti di giornaliste.
I padroni della Scala sono sempre stati nell’Albo dei fondatori: Stato e provincia (obbligo residuale) e poi la sfilza di privati permanenti, banche, assicurazioni, una Milano tecnica e finanziaria che sparpaglia biglietti da 3.200 euro ed ecco, la ciclazione è chiusa, ecco i neo abbonati «corporate», compiaciuti, un po’ maleducati ma senza saperlo, plauditori forsennati della «diva» Anna Netrebko anche se l’ex putiniana di ferro non è un’interprete, non sa recitare, ha un’anima calda come la Cosacchia ed è divenuta la versione verdiana delle urlatrici della Franconia wagneriana.
marta marzotto lamia kasshoggi marinella di capua valeriamarini laura morino teso
Ma che importava, ieri, mentre squillava un cellulare a una signora dabbene, a giovinotti che a sipario aperto facevano casino sfogliando il programma, a chi aveva parcheggiato il cappotto sulle ginocchia. Pero sa com’è, signora mia: una volta era peggio. Forse.
Intanto, fuori, al gelo, non c’erano neanche più i presunti contestatori che avevano sversato letame e (diomio) poi l’avevano educatamente raccolto, magari dopo un selfie. Dentro, contingentate, resistevano le quote grigie di altri Primaioli moderni: intellettualini, «artisti», cuochi, «famosi per essere famosi» (copyright D’Agostino) e, sempre e per sempre, panterone da circo, imbotulate professionali, e pochi critici musicali dotati di ciò che il pubblico dell’Opera ha smarrito da tempo: le orecchie.
marta marzotto - alla prima della ScalaCarlo e Marina Ripa di Meana alla prima della Scalamarta marzotto - alla prima della Scalaroberto bolle prima della scala 2024 liliana segre dominiquie meyer prima della scala 2024 elisa antonioli mario monti prima della scala 2024 achille lauro prima della scala 2024 PRIMA DELLA SCALA 2024 - PIERFRANCESCO FAVINO CON LA MOGLIE ANNA FERZETTIPRIMA DELLA SCALA 2024 - ACHILLE LAURO E ILARIA CAPPONImelania rizzoli fedele confalonieri prima della scalaprima della scala 2022gennaro sangiuliano federica corsini prima della scala 2022 2michela murgia alla prima della scala valeria marini 1santanche twitter 6SIGNORINI E DOMPE' LAURA TESO E MARCELLA BELLA ALLA PRIMA DELLA SCALA 2013MARTA BRIVIO SFORZA ALLA PRIMA DELLA SCALA 2013santanche e marina ripa di meana - alla prima della Scala
marina ripa di meana marta marzottoANNA NETREBKOPRIMA DELLA SCALA 2024 - NICOLETTA MANNI E GIANMARCO TAMBERIPRIMA DELLA SCALA 2024 - DOMINIQUIE MEYER E ROBERTO BOLLEvaleria marini a195249d5c916f1b1c59f4afa7711343
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