tim berners lee

GHE PENSI TIM (BERNERS-LEE) – L’ENNESIMO REQUIEM DEL FONDATORE DI INTERNET: “IL WEB È A UN PUNTO CRITICO. PER MOLTO TEMPO HO PENSATO CHE TUTTO QUELLO CHE DOVEVO FARE ERA TENERLO LIBERO E APERTO” – MA POI SCODELLA LA SOLUZIONE: IL “CONTRATTO PER IL WEB” PER PROTEGGERE LA RETE COME DIRITTO FONDAMENTALE…

Alessandra Caparello per www.wallstreetitalia.com

 

TIM BERNERS LEE

Internet oggi non è quello che Tim Berners-Lee ha immaginato quando ha inventato il World Wide Web quasi trent’anni fa. Nel corso di un’intervista alla Cnbc, a margine della conferenza tecnologica sul Web Summit a Lisbona, Berners-Lee ha affermato che oggi il web è “a un punto critico” viste le minacce che deve fronteggiare come concentrazione di mercato, violazioni dei dati e le cosiddette “notizie false”.

 

“Per molto tempo, 20 anni, ho pensato che tutto quello che dovevo fare era tenerlo libero e aperto e la gente farà cose meravigliose. In effetti, se guardi e parli con le persone per strada ora c’è un grande cambiamento. Penso che questo sia stato un punto critico.

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L’informatico londinese ha affermato che il web non è più la piattaforma aperta e costruttiva che ha immaginato quando l’ha inventata 29 anni fa. Ha snocciolato una lunga lista di dubbi, come la frustrazione dell’utente con pubblicità e privacy, incitamento all’odio e notizie false.

 

Governi, aziende e cittadini hanno tutti un ruolo da svolgere nel riportare il web sul suo corso originale, ha detto Berners-Lee. La sua World Wide Web Foundation ha presentato oggi un “Contratto per il Web” che illustra i principi per proteggere Internet come un diritto fondamentale per tutti.

 

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Facebook e Google stanno già sostenendo il contratto, anche se non è chiaro quale effetto, se del caso, avrà sulle aziende.  “Il web è per tutti, e quindi se il web è per tutti il contratto deve essere per tutti”.

 

Così Berners-Lee. Un pilastro fondamentale di questa iniziativa è che le aziende rispettino la privacy e i dati personali dei consumatori. La World Wide Web Foundation stima che 1,5 miliardi di persone attualmente vivano in un paese senza una legge completa sulla protezione dei dati personali. Il contratto richiede ai governi allora di considerare la privacy come un diritto umano fondamentale, un’idea sempre più sostenuta da leader di big tech  come il CEO di Apple Tim Cook e il CEO di Microsoft Satya Nadella .

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