COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Mario Ajello per “il Messaggero”
Prima pagare, poi vedere cammello. Anche se il cammello - cioè il mix dei vecchi filmati di Beppe Grillo - lo hanno visto in pochi su Rai2. E fioccano le battute: «Grillo c' è» (questo il titolo della trasmissione) per 4,3 gatti (questo il misero share). Ma si potrebbe anche dire che l' Elevato è diventato l' Abbassato o l' Inabissato. Per cedere gli spezzoni dei vecchi spettacoli del comico-leader - il cui blog sta perdendo molti punti e gli show in teatro non fanno sempre il pienone - il management di Grillo ha incassato anticipatamente quasi 40mila euro.
Ma di solito non si saldano i conti successivamente? No, alla Rai - dice la Rai - saldiamo prima. Sarà. Ma una prima serata vista appena da un milione e 31 mila spettatori è un disastro. E' sotto la media di rete. Nella sfida pentastellata Di Maio - ospite da Nicola Porro su Mediaset - ha superato il suo mentore. Ma perfino la 9, non una corazzata, con il talent sui forni per le pizze con Gabriele Bonci ha battuto quella «pizza» - così lo giudicano i detrattori - del blobbone di Grillo voluto da Carlo Freccero, il direttore d' area grillina di Rai2 incurante di chi osservava alla vigilia: «Ma ormai come comico c' è Toninelli. A che cosa serve più Grillo?».
BEPPE GRILLO - DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO
Il dem Anzaldi dice che Freccero deve dimettersi: «Ha provocato un danno aziendale fortissimo». Freccero contrattacca: «Un insuccesso ogni tanto fa bene, è come la vitamina». Poi: «Il vero vincitore è stato Di Maio che ha superato il Grillo pre-politico ed ha sottratto ascolti», dice riferendosi a Quarta Repubblica, con ospite il vicepremier, che ha ottenuto uno share del 6,14. «Questo spiega», secondo Freccero, «la mia indipendenza, il fatto che non c' è nessun coordinamento tra me e il Movimento 5 stelle». Ma forse non è scattata neppure la connessione video-sentimentale tra gli elettori grillini e Grillo. E nel popolo populista c' è chi infierisce: «Il mio amico falegname con 30mila euri faceva più share!».
DA CELENTANO A FUNARI
La Marangoni spettacoli (per conto di Grillo) ha scelto la linea del silenzio. Ma è stato onorato il contratto, che in un primo momento era rimasto in stand-by perché i vertici di viale Mazzini si erano interrogati sull' opportunità di corrispondere un obolo a Grillo considerato che il comico è anche il fondatore del partito di maggioranza del governo giallo verde. Freccero dice che «la cifra spesa è nei costi tradizionali». Ossia nessun esborso particolare.
Ma il Pd martella. E anche Forza Italia, con Maurizio Gasparri, sottolinea la disfatta di «Grillo c' è». Che ha perso anche contro la puntata precedente, quella su Celentano: arrivato al 14,4 per cento. Poi ci saranno, nello stesso format, Roberto Benigni e Gianfranco Funari. Quello che diceva: «La tivvù bisogna farla, non guardarla». Grillo stavolta non l' ha fatta (solo vecchi frammenti sono andati in onda) e gli altri non l' hanno guardata.
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