DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Paolo Beltramin per corriere.it
Si dichiara apertamente negazionista di fronte alla pandemia che nel suo Paese d’origine, la Spagna, ha già provocato oltre tre milioni di casi e 76 mila vittime. E che nella prima ondata si è portata via anche sua madre, Lucia Bosé, morta in isolamento nell’ospedale di Segovia il 23 marzo dell’anno scorso.
Mesi fa è stato bannato da Twitter per aver diffuso fake news ai suoi milioni di follower, e da allora non dava più notizie di sé. Dopo anni di assenza dagli schermi, Miguel Bosé ha accettato di farsi intervistare dalla star della tv La Sexta, Jordi Évole.
Il giornalista è volato in Messico per incontrare il cantante, suo amico di lunga data; l’intervista andata in onda domenica sera è stata ripresa da tutta la stampa spagnola, a partire dal País, e ora sta facendo il giro del mondo. Nella conversazione Bosé ha alternato momenti di rabbia e scarsa lucidità — in particolare a proposito del virus e della scomparsa della madre — a passaggi più profondi in cui ha ricordato il rapporto difficile con il padre e la lunga stagione della sua vita segnata dalla dipendenza dalla droga.
«Togliti la mascherina»
All’inizio dell’incontro, ha chiesto al giornalista di togliersi la mascherina: «Sono negazionista e questa è una posizione che tengo a testa alta. C’è un disegno che non si vuole far sapere, questa è la verità». E sulla madre, morta mentre lui era in Messico: «Non è stato il virus a ucciderla, ma qualcos’altro... Se parlassi direi cose molto pericolose per chi doveva curarla».
Di fronte alla netta opposizione di Évole – questa parte dell’intervista verrà diffusa integralmente domenica prossima, 18 aprile – Bosé è passato a raccontare la sua vita privata, fermandosi a lungo sugli anni più difficili del suo passato. «Sì, ho vissuto anni selvaggi, nei quali scoprii la mia parte oscura. Droga, sesso bestiale, sostanze...».
La prima notte
Tutto cominciò una notte alla fine degli anni Ottanta, dopo una delusione d’amore. «Chiamai alcuni amici e dissi loro: ho bisogno di fare festa. Ricordo il primo bicchiere, e poco dopo la prima striscia di coca. Gli effetti mi durarono una settimana». Presto quella diventò la sua vita quotidiana: «Pensavo che fosse una parte necessaria, legata alla creatività. Ma da un giorno all’altro le droghe smettono di essere tue alleate e diventano il tuo nemico.
Fino al giorno in cui ho avuto la forza di dire basta». Per venirne fuori ha affrontato un percorso lungo, difficile, doloroso. «Non uscivo più nei locali, ma mi facevo lo stesso tutti i giorni. Sono arrivato a consumare quasi due grammi di cocaina al giorno, oltre a fumare marijuana e a prendere pastiglie. Solo sette anni fa ho smesso per sempre con tutta questa roba».
La perdita della voce
Pur senza nominarlo mai, Bosé ha affrontato anche il tema della rottura con il suo ex compagno, Nacho Palau, che ha generato una lunga battaglia legale (e mediatica) per l’affidamento dei loro quattro figli: Diego, Tadeo, Ivo e Telmo. Generati da madri surrogate, due figli sono biologici di Bosé e due di Palau. Il cantante, che ha appena compiuto 65 anni, parla all’amico giornalista con una voce roca, gutturale, quasi irreale.
«Lo so, la mia voce naturale va e viene. È un problema di natura emotiva. Ho cominciato a perdere la voce nel momento in cui la mia famiglia… Ok, non si chiama famiglia, diciamo che era un accordo di convivenza tra due persone che avevano avuto una relazione e che avevano deciso di mantenere buoni rapporti perché i loro bambini potessero continuare a crescere come fratelli… Ecco, quando questa relazione ha cominciato ad andare male, quando l’amore non esiste più e anche l’amicizia e la convivenza civile spariscono, quando tutto crolla…
Nel mio caso per discrezione, responsabilità, anche per educazione, prima incassi tutto ma poi esplodi. Così per me sono incominciati problemi seri. Uno di questi è stata la voce: adesso almeno posso parlare, però sono arrivato proprio a non riuscire ad emettere suoni, zero». Oggi Miguel Bosé vive in Messico e lavora come coach nel solito talent show fotocopia di tanti altri, intitolato La Voz México. Vive a sud di Città del Messico, in un posto «carino, tranquillo, tra tanti piccoli paesini». Ai fan però assicura che ha ricominciato a esercitarsi per salire sul palco: «Alla fine dell’anno prossimo sarò pronto per tornare».
MIGUEL BOSE - NACHO PALAU E I FIGLI
La partita di caccia con il padre
Bosé ha parlato anche del rapporto con il padre, il leggendario torero Luis Miguel Dominguín, amico di Pablo Picasso e amante di Ava Gardner, il modello irraggiungibile al quale tutti lo hanno paragonato per decenni. «Papà mi manca», ha ammesso il cantante. Il loro, però, fu sempre un rapporto conflittuale. «Lui voleva da me, figlio primogenito, un erede fatto su misura per lui». Il più grande scontro avvenne un giorno in cui Dominguín obbligò il figlio ad accompagnarlo a una partita di caccia.
miguel bosè e il padre luis miguel dominguin
«Mi chiese di sparare a una cerva. Io sparai, la uccisi e al momento di strapparle le viscere, che è quello che si fa per poi portare la cacciagione a casa, scoprimmo che la cerva portava in grembo un cucciolo, gli mancavano solo poche settimane per nascere. Io reagii malissimo, presi mio padre a pugni, gli urlai figlio di puttana e me ne andai. Lui mi diede del codardo, ma io non mollai. Quel giorno papà capì che con me non sarebbe stato facile».
miguel bose' inneggia alla resistenza contro mascherine e misure anti virus 2lucia bose' 1miguel bose' inneggia alla resistenza contro mascherine e misure anti virus 3lucia bose con i figli miguel lucia e paolalucia bose e luis miguel dominiguinlucia bose' con i figli miguel e paolalucia bose e luis miguel dominguin MIGUEL BOSE' 1lucia bose e luis miguel dominguin platinette si chiede se miguel bose faccia le carte in tv miguel boselarry king sophia loren miguel boselucia bose e luis miguel dominguinlucia e miguel boseMIGUEL BOSE E NACHO PALAU
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