VERY BELLO? NO, VERY BUSI! - ALDO METTE IN GUARDIA DALL’ITAL-ENGLISH: “VERYBELLO? DIVERTENTE, MA ORA BASTA. CON L’EXPO C’È IL RISCHIO CHE SI DIFFONDA UN PERICOLOSO VIRUS: IL FIGHETTISMO LINGUISTICO DI CHI USA L’INGLESE A SPROPOSITO”

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Luca Mastrantonio per il “Corriere della Sera”

 

FOTORITRATTO DI ALDO BUSIFOTORITRATTO DI ALDO BUSI

Con l’Expo c’è il rischio che si diffonda un pericoloso virus: il «fighettismo linguistico di chi usa l’inglese a sproposito». L’allerta lessicale è lanciata da Aldo Busi, che nel 2015 uscirà con il nuovo libro Vacche amiche (un’autobiografia non autorizzata) per Marsilio. Con il Corriere lo scrittore commenta gli ultimi eccessi dell’«ital-english», l’italiano inglesizzato, il nuovo latinorum. Busi non è un purista conservatore, ma un poliglotta attento allo stato di salute dell’italiano. 
 

Ha visto il portale culturale per l’Expo «verybello»? 
«Lo spirito con cui è pensato è divertente, vuole essere un gioco, perché c’è un’intenzionalità, non è una cosa che è sfuggita, cioè un lapsus. Verybello può avere il suo posticino nella comunicazione globale». 
 

ALDO BUSIALDO BUSI

Condivide allora l’entusiasmo di Dario Franceschini? Su Twitter ha commentato con «verygrazie» a tutti. 
«No, guardi, manygrazie no. È bruttissimo, verybrutto. Queste trovate devono essere una tantum, se le ripeti ti manca la fantasia, hai già fatto il callo e i calli fanno male, soprattutto sulla lingua. Il mio approccio è pragmatico: sono favorevole all’insegnamento dell’inglese al Politecnico di Milano, perché in certi ambiti l’italiano ha perso prestigio e mercato. Però la lingua italiana va scritta e parlata in italiano, come l’inglese va scritto e parlato in inglese». 
 

Aldo Busi Aldo Busi

Il sito «verybello» è stato lanciato solo in italiano. 
«Questo è poco pragmatico. È provinciale. Come, all’opposto, l’uso dell’inglese per riferirsi a cose che esistono anche nel nostro Paese e hanno meravigliosi corrispettivi italiani. Penso a spending review , Jobs act , startup … È assurdo, come se questi concetti esistessero solo nella finanza e nell’economia internazionali. Perché non dire “taglio alla spesa”, non è una parola meravigliosa? Lo capisce anche una casalinga. E la “legge sul lavoro” non è meglio del Jobs act ? Il profilo intellettuale di chi usa questi termini inglesi è bassissimo». 
 

Aldo Busi Aldo Busi

Da dove viene questa nuova ondata di anglofilia? 
«È il “fighettismo linguistico” dei nuovi luoghi comuni. Ora è tutto know how , hashtag , startup … Ma io se dovessi aprire un’osteria non la chiamerei winebar startup ; neanche “enoteca” mi basta, è più bello “bottiglieria”, meglio ancora “fiaschetteria”... che meraviglia! Quasi provocatorio. Se aprissi una nuova attività nella ristorazione, importante, metropolitana e cool , la chiamerei “Polenta e baccalà”, “Lumache e spinaci” o “Trippa in brodo”. Pensi: “Da Aldo trippa in brodo”, alla galleria Vittorio Emanuele di Milano, o dentro Expo, avrebbe un tale successo che non si farebbe in tempo ad ammazzare le vacche: amiche o nemiche che siano». 
 

Oggi «happy hour» si è italianizzato in «apericena». 
«Spero che al peggio ci sia fine! Se l’happy hour è triste, l’apericena è una fregatura: non si beve né si mangia, ma si fa poco dell’uno e meno dell’altro. Qui siamo allo Strapaese... mentre l’eleganza sublime è data dalla semplicità, che è frutto di secoli di ripensamenti, dalla “sprezzatura”, come diceva il Baldassar Castiglione: non c’è niente di disinvolto in “apericena”. Anzi, questo è il mio messaggio per l’Expo». 
 

ALDO BUSI ALL AUDITORIUM DI ROMA ALDO BUSI ALL AUDITORIUM DI ROMA

Prego. 
«Meno stuzzichini e più piatti di portata. Non dobbiamo fare una cucina di pezzettini, no: voglio i pezzi. Tutto quello che è pezzettini, crema, carne haché, cioè tritata, non fa parte delle nostre tradizioni. Io poi odio il passato di verdura, preferisco il minestrone: voglio la cipolla tagliata grossa, la patata tagliata grossa, la carota a vista.

 

Pezzi non enormi ma che siano nella misura di un cucchiaio e dell’apertura di una bocca. Vedere quello che si mangia oggi è il massimo privilegio per sfuggire a inglesismi gratuiti e cineserie varie... e lo dico senza razzismo, sono pieno di porcellane cinesi. Ma non amo questa moda del “ghe n’è minga” nel piatto, fatta di pietanze sparite, a pezzetti». 
@criticalmastra