campo orto

RAI BABILONIA – ASCOLTATO IN COMMISSIONE DI VIGILANZA, CAMPO-SANTO DALL’ORTO PROVA A GIUSTIFICARE L’INFORNATA DI DIRIGENTI ESTERNI: “PRIMA SI GUARDA NELL’AZIENDA CON IL SISTEMA DEL JOB POSTING, QUANDO POSSIBILE. DIVERSAMENTE SI CERCA FUORI” – E IN RAI (12 MILA DIPENDENTI), GENTE CAPACE, NON CE N’È?

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Antonio Pitoni per www.lastampa.it

 

campo dall orto alla leopoldacampo dall orto alla leopolda

Nel terzo capitolo della saga sul nuovo Piano industriale della Rai, in commissione di Vigilanza è l’ora delle risposte del dg Antonio Campo Dall’Orto alle domande rimaste in sospeso nella puntata precedente. Sul tavolo c’è, innanzitutto, il nodo delle assunzioni esterne. «Prima si guarda all’interno dell’azienda con il sistema del job posting, quando possibile – chiarisce il dg –. Diversamente, si cerca al difuori per reperire tutte le competenze necessarie ad affrontare la fase di cambiamento».

 

FRANCESCO MERLOFRANCESCO MERLO

Caso a sé la vicenda di Francesco Merlo. «Non potrà essere vicedirettore (della struttura per l’offerta informativa, ndr) – prosegue Campo Dall’Orto –. Ma avrà un incarico che ne delimita il ruolo in maniera più chiara».

 

Fissato il d-day su nomine e assunzioni: «Abbiamo la locazione dei primi 35 vincitori del concorso Rai e contiamo di chiudere tutto con i 5 direttori di testata entro il 31 maggio». Poi c’è la questione del pluralismo. «Siamo partiti con il posizionamento delle testate per assicurare che la qualità del prodotto che arriva a casa sia migliore – aggiunge Campo Dall’Orto –. Se ne occuperà un gruppo di lavoro di 7 persone, 5 interni e 2 esterni, per coordinare l’offerta».

MAURIZIO GASPARRIMAURIZIO GASPARRI

 

Nella quale il dg spera di poter includere anche i Mondiali di calcio 2018. E infine la «mappatura» dei giornalisti: «Quanto più si capisce chi sa fare cosa tanto più si può organizzare meglio». Commissari soddisfatti? «No – taglia corto l’azzurro Maurizio Gasparri –. A parte l’accordo della Rai con la Mongolia, che ha meno abitanti di Roma, per fare la media company mi pare un po’ poco». Anche a Pino Pisicchio del Misto resta qualche dubbio: «Ha dato una risposta organizzata in un coltissimo schema teorico, ora aspettiamo l’applicazione pratica». 

 

E intanto il renziano Michele Anzaldi apre un nuovo fronte dopo il servizio del Tg3 delle 14.20 di oggi che ha ripreso, in un servizio la notizia di un quotidiano dal titolo “Inciucio a cena tra Matteo (Renzi, ma nel pezzo si parla della presenza del sottosegretario Luca Lotti, ndr), Denis (Verdini)e Angelucci”.

ANZALDIANZALDI

 

Cena smentita prima della messa in onda da Palazzo Chigi e in seguito dallo stesso deputato di FI Antonio Angelucci. «Un servizio di una gravità inaudita – accusa Anzaldi –. C’è stato un serio disservizio sul quale chiedo un parere all’Ordine dei giornalisti, all’Agcom e alla Vigilanza. E nell’attesa, dal dg e dalla presidente Maggioni mi piacerebbe avere una loro valutazione sul costosissimo organismo guidato da oltre 5 mesi dal direttore editoriale Verdelli preposto al controllo dei contenuti editoriali».