checco zalone immigrato canzoni politicamente scorrette

IL POLITICAMENTE CORRETTO HA ROTTO IL DISCO! - LA CANZONE “L’IMMIGRATO” DI CHEZZO ZALONE HA NUMEROSI PRECEDENTI “SCORRETTI” SU CUI NESSUNO HA FIATATO - NEL 1969, BRUNO LAUZI SCRISSE E INCISE “ARRIVANO I CINESI” AMMONENDO: “ARRIVANO I CINESI, SUCCEDE UN QUARANTOTTO, SI PIAZZANO IN SALOTTO E NON SE NE VANNO PIÙ. MANGIANO FELICI LE QUAGLIE E LE PERNICI CHE AVEVI PRESO TU” - DISTINGUERE E CITARE IL COLORE DELLA PELLE, NON INCUTEVA DISAGIO. LA CANZONE “ANGELI NEGRI” INCONTRÒ IL FAVORE DEL PUBBLICO GIÀ NEL 1949 E POI… - I TESTI E I VIDEO DELLE CANZONI 

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1 - GLI ANTENATI DELL’IMMIGRATO DI CHECCO ZALONE

Michele Bovi per Dagospia

 

CHECCO ZALONE - IMMIGRATO 1

Immigrato di Checco Zalone può contare su un predecessore nato esattamente mezzo secolo fa. La canzone che movimenta il trailer di Tolo Tolo, il nuovo film dell’artista barese nei cinema da Capodanno, ha sollevato polveroni di polemiche. Il protagonista del brano è un extracomunitario ironicamente dipinto come sfacciato e importuno: un’immagine e un linguaggio che molti hanno bollato come imprudentemente scorretti. Satira o razzismo?

È un interrogativo che 50 anni fa gli italiani non si ponevano, meno che mai nelle canzoni.

 

checco zalone video immigrato

La figura dello straniero avviato a introdursi e a conquistare spazi che si ritenevano riservati ai soli cittadini dello Stivale, ha infatti un precedente nella musica pop italiana che all’epoca non suscitò alcuna protesta: nel 1969, Bruno Lauzi, ovvero uno dei padri della nostra canzone d’autore, scrisse e incise Arrivano i cinesi, con uno scherzoso testo che preannunciava l’invasione di quei “piccoli e veloci” orientali “più gialli dei limoni che metti dentro al tè”. Lauzi ammoniva: “Arrivano i cinesi, succede un quarantotto, si piazzano in salotto e non se ne vanno più. Arrivano i cinesi e mangiano felici le quaglie e le pernici che avevi preso tu”.

 

checco zalone video immigrato

Erano decisamente altri tempi, in cui il “politicamente corretto”, ossia il comportamento sociale diretto a scongiurare ogni tipo di offesa verso determinate categorie di persone, era un concetto astratto, impensabile. Soprattutto per un motivetto musicale. Distinguere e citare il colore della pelle, ad esempio, non incuteva disagio. La canzone Angeli negri incontrò il favore del pubblico già nel 1949, incisa da Carlo Buti, capostipite dei melodici italiani, ma divenne un disco da hit parade dieci anni dopo nell’interpretazione di Don Marino Barreto Jr, cubano dalla pelle scura beniamino del pubblico nostrano, e nuovamente un successo straordinario nell’esecuzione di Fausto Leali, che i discografici per l’occasione avevano soprannominato “il negro dalla voce bianca”.

 

checco zalone video immigrato

Già nel 1967 le canzoni giocavano con frequenza e disinvoltura su quel tema: mentre l’italo-francese Nino Ferrer furoreggiava in tutta Europa intonando “Vorrei la pelle nera”, il francese Antoine guadagnava il vertice della classifica con il brano “Cannella”: “La chiamerò Cannella per il colore che ha / la pelle di Cannella impazzire mi fa / se dico così una ragione ce l’ho: io sono bianco e lei no”.

 

Persino la violenza contro le donne veniva cantata sfrontatamente senza provocare la benché minima rimostranza. Piero Ciampi, ancora oggi rimpianto e ricordato come uno tra i più raffinati autori del nostro panorama musicale, poteva nel 1971 esibirsi in televisione con la sua Ma che buffa che sei e cantare “Quel pugno che ti detti è un gesto che non mi perdono. Ma il naso ora è diverso: l’ho fatto io e non Dio”.

 

Tuttavia il primato dell’esilarante temerarietà pop spetta senza dubbio a una canzone del 1965. Il tema era quello della droga, quando l’allarme per l’uso degli stupefacenti era ancora relativamente lontano. Il brano, scritto dal compositore milanese Walter Malgoni (lo stesso di Guarda che luna per Fred Buscaglione e Tua per Jula De Palma) con il testo di Gustavo Palazio, paroliere ma anche autore televisivo e sceneggiatore cinematografico, s’intitolava Cocaina.

CHECCO ZALONE

 

A interpretarlo era Giovanna Spagnulo, in arte Gianna, voce solista dei Cantori Moderni Alessandroni, il gruppo musicale più impegnato negli anni Sessanta per le colonne sonore cinematografiche sotto la direzione dei principali compositori del settore: da Ennio Morricone a Bruno Nicolai. In Cocaina Gianna raccontava allegramente di aver acquistato una bustina della sostanza in un vecchio tabarin per 30mila lire e di averla nascosta, affinché la mamma non se accorgesse, in un vasetto di zucchero vanigliato. Il caso però volle che quella polvere finisse in una torta servita per merenda a tutta la famiglia riunita in salotto, assieme a ospiti vari, addirittura il parroco. Come finì? “Tutti a godere senza freni. – gorgeggiava Gianna – Ma che strana polverina la cocaina!”. Altroché Rolls Royce di Achille Lauro.

 

2 - QUANDO LE CANZONI ERANO POLITICAMENTE SCORRETTE

 

 

COCAINA (1965)

In un vecchio tabarin

io godevo senza fren

quando verso la mattina arrivò

la cocaina

è arrivata in un gilet

l’han venduta pure a me

30.000 la bustina comperai

la cocaina

se la vedeva la mamma

faceva un dramma

e fu così che la misi lì

in un vasetto usato

di zucchero vanigliato

ma qualcuno preparò

una torta ed impastò

latte zucchero e farina con quel po’

di cocaina

alle 5 su da me

vengon tutti per il tè

c’è la nonna col curato

sua nipote col cognato

una guardia di frontiera

con la vecchia cameriera

mia sorella con tre amici

che gli fuman le narici

anche loro più o me’

stan godendo senza fren

ma che strana polverina

la cocaina.

 

ARRIVANO I CINESI (1969)

Tutte le sere

al solito posto

io resto nascosto

dai vieni anche tu

se mi vuoi trovare

son dentro all'armadio

ascolto la radio

e non esco più        

Arrivano i cinesi

arrivano nuotando

dice Ruggero Orlando

che domani sono qui         

Arrivano i cinesi

arrivano a milioni

più gialli dei limoni

che metti dentro il tè          

Perché, perché?

Perché lo chiedo a te         

Arrivano i cinesi

e mangiano felici

le quaglie, le pernici

che avevi preso tu  

Arrivano i cinesi

succede un quarantotto

si piazzano in salotto

e non se ne vanno più       

Perché, perché?

Perché lo chiedo a te         

Io mangio solo

il riso bollito

mi vesto di seta

son tutto ingiallito

e se c'ho un pensiero

lo scrivo, se posso

su un libro speciale

un libretto rosso.     

Arrivano i cinesi

son piccoli e veloci

sorpassano agli incroci

correndo a testa in giù       

Arrivano i cinesi

ti insegnano il saluto

con l'alfabeto muto

così non parli più    

Perché, perché?

Perché lo chiedo a te         

Arrivano i cinesi

arrivano nuotando

dice Ruggero Orlando

che domani sono qui         

Arrivano i cinesi

succede un quarantotto

si piazzano in salotto

e non se ne vanno più       

Perché, perché?

Perché lo chiedo a te         

Perché, perché?

Perché?

 

ANGELI NEGRI (1949-1959-1968)

Pittore, ti voglio parlare

Mentre dipingi un altare.

Io sono un povero negro

E d'una cosa ti prego.

Pur se la Vergine è bianca

Fammi un angelo negro...

Tutti i bimbi vanno in cielo

Anche se son solo negri.

Lo so, dipingi con amor

Perché disprezzi il mio color?

Se vede bimbi negri

Iddio sorride a loro.

Non sono che un povero negro,

Ma nel Signore io credo,

E so che tiene d'accanto

Anche i negri che hanno pianto.

Lo so, dipingi con amor

Perché disprezzi il mio color?

Se vede bimbi negri

Iddio sorride a loro...

 

MA CHE BUFFA CHE SEI (1971)

Sei come un purosangue

Che non ha mai perso una corsa

Sei tu che vieni avanti

Sei rara come una sorpresa

Ma che buffa che sei

Ma che buffa che sei

Il denaro per te è un giornale di ieri

Ma che buffa che sei

Ma che buffa che sei

Ogni cosa che fai

Ha troppi strani motivi

Tranne una, e la sai: l'amore

Ma che amore che sei

Ma che cara che sei

Quando dici "son due le anime mie"

Quel pugno che ti detti

È un gesto che non mi perdono

Ma il naso ora è diverso:

L'ho fatto io e non Dio

Ma che amore che sei

Ma che cara che sei

Quei ragazzi laggiù

Sembrano noi.

 

LA PELLE NERA (1967)

Ehi, ehi, ehi dimmi Wilson Pickett

Ehi, ehi, ehi dimmi tu James Brown:

questa voce dove la trovate?

Signor King, signor Charles, signor Brown

io faccio tutto per poter cantar come voi

ma non c'è niente da fare, non ci riuscirò mai

e penso che sia soltanto per il mio color che non va...

Ecco perché io vorrei, vorrei la pelle nera,

vorrei la pelle nera!!!

Ehi, ehi, ehi dimmi tu signor Faust, ehi, ehi, ehi dimmi come si può

arrostire un negretto ogni tanto con la massima serenità

io dico Nino tu non ci dovresti pensar

ma non c'è niente da fare per dimenticar

'sto maledetto colore di pelle che mi brucia un po'...

Ecco perché io vorrei... vorrei la pelle nera,

vorrei la pelle nera!!!

Ehi, ehi, ehi voi carissimi estinti

Ehi, ehi, ehi, voi che sapete già

voi che…

 

CANNELLA (1967)

La chiamerò Cannella

per il colore che ha.

La chiamerò Cannella

in privato e in società.

La pelle di Cannella impazzire mi fa.

Se dico così una ragione ce l'ho:

io l'ho assaggiata e voi no.

Cara la mia Cannella

che cosa hai fatto di me.

Mi manca una rotella,

io sono pazzo di te.

Ti metterò un guinzaglio

per essere sicuro che

da oggi in poi,

nemmeno per sbaglio,

tu possa fuggire da me.

Vieni via con me Cannella

non mi dire che non puoi.

Portati tua sorella

e anche tua madre se vuoi.

Tanto nel mio castello

c'è posto a volontà

Son pronto a darti

tutto quello che ho

ma non mi dire di no.

La chiamerò Cannella

per il colore che ha.

La chiamerò Cannella

in privato e in società

La pelle di Cannella

Impazzire mi fa

Se dico così

una ragione ce l'ho:

io sono bianco e lei no.