DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
Mia De Graaf per “Daily Mail”
sean penn fra le macerie di haiti
Un anonimo volontario ha rivelato al “Guardian” il comportamento delle celebrità che vanno in pellegrinaggio nelle zone di guerra. Dopo il terremoto di Haiti, uno dei “camp manager” urlò nelle riunioni, minacciando di fare alla “CNN” ogni nome degli operatori lavativi o che non eseguivano gli ordini. Chi era l’esagitato? Sean Penn. Dopo qualche tempo si è calmato, ha lavorato sodo e si è guadagnato il rispetto dei colleghi.
Sempre ad Haiti, l’unica tenda con l’aria condizionata, dove vivevano i paramedici costretti a lavorare a temperature da sauna, fu trasformata nella stanza dei ricevimenti per l’arrivo di Christina Aguilera. L’anonimo ricorda un collega in calzoncini e maglietta che litigava con i buttafuori della popstar perché non gli permettevano di entrare. Non era vestito adeguatamente, ed è un’ironia, dato che il loro mestiere era fare da guardia a una donna la cui carriera è basata sull’essere svestita.
Vuoi o non vuoi, i vip si presentano nelle zone di crisi, che si tratti di John Travolta alla guida di un aero carico di scientologisti diretti a Port au Prince o di Orlando Bloom nei campi profughi della Giordania, dove nessuno lo ha riconosciuto. In Sudan si è presentato Matt Dillon, e nemmeno lui è stato riconosciuto. C’è poi il famoso attore inglese - del quale non si fa nome - che nel Sudan del sud si è ubriacato e ha tentato di sedurre una donna del posto.
La migliore presenza in assoluto è stata quella di Angelina Jolie. Ricorda l’operatore: «Sapeva dei profughi più di quanto sapessi io, e aveva visitato più posti di me. E’ stata impressionante in Siria, Sri Lanka e Haiti: lasciava gli esperti senza parole. Vorrei ce ne fossero altri come lei. O come la stella del calcio che nella ardua visita alla Sierra Leone accettò qualsiasi sistemazione basica, non fece alcuna richiesta se non quella di avere una palla per giocare coi bambini del posto. Sì, era David Beckham. Capisco il motivo per cui si portano le celebrità sui luoghi del disastro. Serve a riportare l’attenzione su luoghi dimenticati.
Haiti era eccitata quando andò Lionel Messi, fu commovente. Alcuni vogliono davvero darsi da fare, provare sulla loro pelle, vedi Diana che camminò nel campo minato invece di sorridere alla telecamera. Chiedo alle celebrità di lasciare a casa il copione di Cannes e di visitare le zone di crisi per aiutare, non per fare photo-opportunity utili alla carriera. E la prossima volta, ridatemi la borsa del ghiaccio».
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