DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Renato Franco per corriere.it
«La storia di adozione di una famiglia arcobaleno in un orfanotrofio di Predappio; la vicenda di una signora che a febbraio voleva adottare una famiglia ucraina, ma era disperata perché erano finite: erano rimaste solo quelle siriane; un Putin inedito che parla un grammelot di dialetti tra il bitontino e il fasanese che assomiglia al russo;
il tema delle donne con una parte di sano maschilismo, perché abbiamo al governo una donna e il pubblico apprezza tantissimo». Si alza il sipario e compare Checco Zalone con la sua ironia graffiante e la sua satira politicamente scorretta: sono questi alcuni temi che affronterà nel suo nuovo spettacolo Amore + Iva che parte martedì da Firenze per toccare, tra le altre, Bologna, Trieste, Torino e Milano dove si ferma per tre settimane nel periodo natalizio.
«Questo spettacolo è come una serie di conferenze, le Ted talks americane, in cui parlo di adozioni, diritti civili, tra momenti pungenti e temi scottanti. La voglia di stuzzicare è rimasta; mi aspetto le polemiche, le stroncature sane. Del resto non temo le critiche anche perché non sono sui social...», spiega Zalone alla vigilia dell’esordio. Solo una volta si è pentito di un suo numero: «L’imitazione di Misseri: forse ho sbagliato, era eccessiva. Da lì ho imparato a limitarmi, tracciando una linea di confine tra ciò che è simpatico e ciò che è inopportuno».
Nel suo spettacolo Checco Zalone tocca anche il tema dei migranti «o meglio il tema dell’integrazione, affrontato con il punto di vista di Mendel, il padre della genetica». Sul nuovo esecutivo dice e non dice: «In questo periodo non ho visto la tv perché preparavo lo spettacolo. Posso dire però che di Giorgia Meloni mi ha colpito positivamente la capacità di comunicazione. Però mi aspetto molto in termini comici da questo governo, potrebbe rendere il nostro lavoro più interessante; del resto Berlusconi in passato ha dato da mangiare a tante persone».
Nel tessuto dello spettacolo non mancano le canzoni, un’altra freccia nel suo arco comico. Nel suo bersaglio finiranno le influencer, ma anche Mina e Celentano nel brano «L’arteriosclerosi» in cui «si rinnovano ogni giorno il loro amore perché non si riconoscono: gliel’ho proposta, ma non l’hanno voluta cantare».
Zalone ammette che in teatro rispetto al cinema «c’è più libertà». Anche se lui stesso in questo caso si è autocensurato: Avevo immaginato il dj Kalashnikov: faceva ridere, ma tengo famiglia...». Analizza il momento che sta vivendo il cinema italiano, stroncato ultimamente da Nanni Moretti («troppi film brutti»).
Prima è serio: «Con l’arrivo delle piattaforme si sono moltiplicati i contenitori, ma i contenuti spesso non sono all’altezza». Poi è chirurgico: «Il cinema? Cazzi loro, ora mi occupo di teatro». Divaga sulla sua passione: «Ho passato la pandemia a suonare il pianoforte. Mi sento un pianista mancato e del resto me lo dice anche il mio amico Francesco De Gregori che forse dovrei lasciar perdere le cazzate che faccio: io vorrei essere Bollani. L’unico lusso che mi sono concesso è un pianoforte: pare ce ne siano solo due e li abbiamo io e Pippo Baudo».
Prodotto da Arcobaleno Tre e MZL, con l’organizzazione generale di Lucio e Niccolò Presta, Amore + Iva ha già toccato i 100 mila biglietti venduti solo sulla piattaforma Ticketone. Il tour durerà un anno, ma Zalone non prevede cambi in corsa: «Lunga vita a tutti quelli che prendo per il culo».
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