
FLASH! - DIO PERDONA, AFEF NO! HA MOLLATO AL SUO DESTINO PURE IL QUARTO MARITO, ALESSANDRO DELBONO,…
LA CHIAPPA È ARTE. LA LEZIONE DI MILO MANARA – IL GRANDE FUMETTISTA FA 80, RICORDA, POLEMIZZA E NON SMETTE DI DISEGNARE: “CON HUGO PRATT E CON FEDERICO FELLINI C'È STATA AMICIZIA MA NON HO MAI SMESSO DI CHIAMARLI ‘MAESTRO’. NON USEREI MAI SOLO IL NOME” – LA DIFESA ELODIE, PER CUI HA DISEGNATO LA COPERTINA DI UN ALBUM: “LA CRITICANO PER PURO BACCHETTONISMO. ELODIE È MOLTO SINCERA IN QUESTA SUA RIVENDICAZIONE DI ESSERE SEDUCENTE E LIBERA, NON SOGGETTA A CENSURE. NON CAPISCO COSA CAVOLO CI SIA DI MALE IN QUESTO” – “LA MORTE MI FA PIÙ RABBIA CHE PAURA. È COSÌ PROFONDAMENTE INGIUSTA…” – LA CAUSA A ELON MUSK E IL DOCUMENTARIO PRESENTATO AL FESTIVAL DI VENEZIA
Estratto dell’articolo di Alba Solaro per “il Venerdì di Repubblica”
Milo Manara compie 80 anni il prossimo 12 settembre, come festeggerà?
«Lavorando. Sono in servizio anche la domenica», esordisce al telefono.
Fa gli extra per finire prima dell'autunno l'adattamento a fumetti del Nome della rosa 2. Con 50 anni di carriera alle spalle potrebbe concedersi di essere meno stakanovista, ma il fatto è che tutto questo non gli pesa, anzi.
«Sono ancora innamoratissimo di questo dannato fumetto», dichiara nelle prime scene di Manara. Più racconto che celebrazione, il docu-film prodotto da K+, diretto da Valentina Zanella che l'ha scritto con Tito Faraci e Federico Fava, è un viaggio per capitoli tematici e tanti testimoni (Vincenzo Mollica, Frank Miller, Paolo Conte, Elodie, Nicola Piovani, Fumettibrutti…) in una lunga storia d'amore, amicizie, collaborazioni, avventure, erotismo.
Sarà nelle sale dall'8 settembre ma prima, il 4, verrà presentato alla Mostra di Venezia nell'ambito delle Giornate degli Autori-Confronti. […]
Torniamo alla sua lunga storia d'amore. In questi 80 anni non c'è mai stato un momento di crisi, mai una stanchezza?
«C'è stato, ma di stanchezza mia, non certo dell'amore per il fumetto, che anzi è andato crescendo perché con gli anni ho capito le sue infinite potenzialità. Quando ho iniziato nessuno pensava che i fumetti potessero interessare un pubblico adulto. Soltanto i fumettari conoscevano le rispettive capacità. C'era molta amicizia».
Niente gelosie?
milo manara - donna davanti alla Chiesa del Soccorso a Ischia
«Non ce n'era motivo. Non si diventava ricchi, non c'era un affollarsi di concorrenti. Le cose sono cambiate, ma qualche pregiudizio rimane. Mi viene in mente quando, per criticare un film, si dice ancora: è un fumettone».
Frank Miller la descrive come il più sensuale, e ironico, dei fumettari.
«E io lo ammiro per come ha osato essere indipendente, sempre orgoglioso di appartenere a questa grande narrativa popolare. Tempo fa mi invitarono al Comicon di San Diego. Lui ci va quasi sempre ma quell'anno non aveva voglia di muoversi da New York. Gli dissero, guarda che ci sarà Manara. E lui accettò a patto di poter pranzare con me. Mi fece molta simpatia. Ora sto disegnando per lui un nuovo episodio di Sin City. È la prima volta che collaboriamo».
Fulvia Serra, storica direttrice di Linus e Corto Maltese, racconta che il suo successo non l'ha mai stupita perché sin dall'inizio lei ha lavorato tantissimo sulle tavole.
«Credo si riferisca all'artigianalità di questo mestiere che io prendo molto, molto, molto sul serio. E lo dico tre volte, molto. Adesso le graphic novel sono in gran parte, per scelta, esteticamente minimaliste.
Il disegno viene usato per dare al lettore quel minimo di informazioni che permette la comprensione della storia. Io sono della vecchia scuola: il fumetto si deve capire già dal disegno, anche senza leggere le parole».
Ha mai avuto la curiosità di provare a usare l'intelligenza artificiale?
«No, anche perché non ne sarei capace. Uso il computer al massimo per le email. Oppure per cercare immagini. Tempo fa ho fatto un fumetto con Vincenzo Cerami che era ambientato ad Ankara, in Turchia, e la storia richiedeva di disegnare ambulanze e camion della spazzatura. E come diavolo saranno i camion della spazzatura turchi? Ora apri il web e cerchi».
[…]
L'IA è un'opportunità o una minaccia?
«Se guardiamo agli scioperi degli sceneggiatori di Hollywood, direi più una minaccia. Immagino che l'intelligenza artificiale potrà arrivare molto vicino a eguagliarci nella creatività. Speriamo che il genere umano riesca sempre a sorprenderla, ma ho l'impressione che, sorpresa due o tre volte, essa impari rapidamente.
La mia unica esperienza diretta risale a quando ho fatto il calendario della Finanza, nel 2024. Volevano fare una prova: dare lo stesso compito di costruire un'immagine a me e all'IA. Ho risposto no, grazie».
MILO MANARA DISEGNA IL NOME DELLA ROSA
Peccato abbia rinunciato anche a procedere con la richiesta di risarcimento per 44 miliardi di dollari contro Elon Musk che aveva usato su X un suo disegno per attaccare Trump, senza permesso. Ci sarebbe stato da divertirsi.
«Ho letto un articolo di Vittorio Sgarbi che diceva che questa piccola vicenda mi avrebbe fatto pubblicità e che quindi non valeva la pena fare causa. La verità è che, se penso all'esercito di avvocati stipendiati da Musk, sarebbe stato come avventurarmi con una zattera contro una corazzata in quell'oceano selvaggio che è la rete, senza leggi chiare di tutela del copyright. E poi questi processi durano anche 15-20 anni. Ci sono modi migliori di impiegare il tempo».
Se dovesse riassumere questi 80 anni in tre istantanee?
«La prima è senz'altro la scoperta del fumetto. Giovanissimo lavoravo nello studio dello scultore Berrocal, che comprava quintali di libri dall'estero. Un giorno scarto un pacco e dentro c'era Barbarella di Forest: una folgorazione. Mia mamma era una maestra un po' all'antica, in casa i fumetti erano proibiti. Scoprire Barbarella cambiò tutto. Gli altri due momenti fondamentali sono stati gli incontri personali con Hugo Pratt e Federico Fellini».
Per Hugo Pratt andò in camper fino a Lucca nel 1969.
«E quando Mario Gomboli, il direttore di Diabolik, me lo presentò, mi sono letteralmente genuflesso. In quei mesi stava uscendo la Ballata del mare salato, ero stregato. Ho capito che col fumetto si poteva raccontare anche l'avventura, in senso conradiano, in un modo talmente sublime che ti sembrava di sentire il profumo dell'oceano Pacifico.
Con Hugo Pratt come con Federico Fellini c'è stata amicizia ma non ho mai smesso di chiamarli "maestro". Non userei mai solo il nome. A volte incontro persone che mi dicono: ah ti ricordi quella volta con Hugo. E io: certo che mi ricordo di lui. Ma non mi ricordo di te».
Paolo Conte nel film la paragona al jazz californiano degli anni 50 e 60, vale a dire Chet Baker, Gerry Mulligan…
«Bellissimo paragone. Io ho un modo di disegnare morbido, evito gli spigoli, le durezze. Mi piacerebbe disegnare come Stan Getz suonava il sassofono, con quell'eleganza estenuata».
IL POST DI MILO MANARA CONTRO ELON MUSK
Elodie, per cui ha disegnato la copertina di Red Light, dice di aver scoperto il sesso leggendo di nascosto i suoi fumetti collezionati dal padre. Cosa pensa di chi la critica perché mostra troppo il corpo?
«È puro bacchettonismo che evidentemente ignora come, da Tina Turner in poi, tutte le rock star femminili e non abbiano usato il corpo come seduzione, facendone una cosa unica tra corpo e musica. Elodie l'ho trovata molto sincera in questa sua rivendicazione di essere seducente e libera, non soggetta a censure. Non capisco cosa cavolo ci sia di male in questo».
Un'altra sua fan, Fumettibrutti, dice: tra la morale e il moralismo, io scelgo Manara.
«È forse uno dei complimenti più belli che mi abbiano fatto».
"E poi non è vero che Manara ha disegnato solo donne nude": lo sostiene ancora Paolo Conte. E mostra a riprova un disegno ispirato da un suo vecchio programma radio del '78, Mocambo Bar.
Milo Manara Il nome della rosa di Umberto Eco
«Non perdevo una puntata. Mi piaceva quel suo immergersi nella fantasia e i personaggi: c'era un vecchio Tarzan in disarmo, la Iena Marina e il pianista del Madagascar che ho messo in quel disegno; figuri da bar di periferia, vecchi relitti spiaggiati, affascinanti».
Le fa paura la morte, ci pensa?
«Mi fa più rabbia che paura. Fatico ad accettare l'idea che tutta la storia immensa che contiene la nostra testa a un certo punto si spenga e basta. È così profondamente ingiusto. Ora però torno a disegnare, devo finire Il nome della rosa. Non è ancora arrivato il momento di guardarsi indietro».
milo manara andrea pazienza
sabrina salerno milo manara 1
MILO MANARA
milo manara al macro
milo manara brigitte bardot
milo manara
milo manara
milo manara 21
milo manara 16
milo manara donna ragno 5
milo manara gulliveriana 1
Milo Manara Il nome della rosa
Milo Manara Il nome della rosa
milo manara gulliveriana 3
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