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DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE…
da www.businessinsider.com
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Marlon Brando rifiutò il maggior riconoscimento cinematografico. Il 5 marzo 1973 non accettò l'Oscar come migliore attore maschile per il suo ruolo in "Il Padrino" e il motivo fu inaspettato.
Negli anni Sessanta la carriera di Brando era in declino, sia per i due recenti fallimenti al botteghino sia perché i suoi comportamenti discutibili lo resero un indesiderabile sul set.
"Il Padrino" lo riportò in auge, incassando 135 milioni di dollari in patria e diventando uno dei più grandi film di tutti i tempi. La sera degli Oscar, Brando boicottòl a cerimonia e inviò al suo posto Sacheen Littlefeather, attrice poco conosciuta e allora presidente della National Native American Affirmative Image Committee.
Liv Ullman e Roger Moore lessero il nome del vincitore e si videro raggiungere sul palco da questa giovane vestita da Apache. Lei aprì una lettera e cominciò a leggere: «Rappresento Marlon Brando che mi ha incaricato di dirvi che non può accettare questo generoso premio a causa del trattamento oggi riservato agli indiani d'America nell'industria del cinema». I buu si sprecarono, ma qualcuno applaudì.
In effetti in quegli anni i nativi americani erano arruolati esclusivamente come comparse. I ruoli principali nei western venivano affidati ai visi pallidi. Ma non erano solo ignorati, erano soprattutto non rispettati.
Se a Sacheen fosse stato permesso di continuare il discorso (tagliato, dissero, per motivi di tempo) si sarebbero comprese le ragioni di Brando: «La comunità cinematografica è responsabile di aver descritto l'indiano come un selvaggio, ostile, simbolo del male. E' già abbastanza difficile per i bambini crescere in questo mondo. Quando i bambini indiani vedono la loro razza dipinta come nei film, le loro menti vengono ferite in modi che non possiamo immaginare».
La critica si scagliò contro di lui, ma Marlon riuscì a chiedere giustizia per la comunità dei nativi americani dal pulpito del leggero mondo dello spettacolo, a una cerimonia seguita da 85 milioni di persone. Fu uno dei momenti più potenti nella storia degli Oscar, un gesto che nessuno dopo di lui replicò.
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