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Da "Il Messaggero"
«C'è un intollerabile silenzio da parte dei media intorno alla vicenda di Lele Mora, che costituisce una clamorosa testimonianza dell'uso della carcerazione preventiva come strumento di tortura funzionale a ottenere il tipo di confessioni che gli inquirenti pretendono di avere». E' Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera del Pdl, a intervenire sul caso Mora, l'agente dei vip, che ha patteggiato una pena di tre anni e 4 mesi, detenuto dallo scorso giugno nel carcere di Opera e protagonista tre giorni fa di un tentato suicidio.
Sulla stessa linea i commenti di Vittorio Sgarbi: «Tengono ancora in carcere Mora sperando di fargli fare dichiarazioni su Silvio Berlusconi? La vicenda di Lele Mora - denuncia il critico d'arte e sindaco di Salemi (Trapani) - è un ulteriore esempio di tortura, una barbarie tutta italiana: la custodia cautelare trasformata in punizione senza una sentenza di condanna».
Ma poi Sgarbi va oltre: «Qual è la colpa di Mora? Avere dato soldi a dei ragazzi? O peggio essere un omosessuale? Chi ci dice che non sia proprio vittima di atteggiamenti omofobi? Si vogliono forse colpire i costumi di Mora? La sua condotta di vita?». Sgarbi conclude appellandosi alle associazioni gay perché si mobilitino e facciano sentire la propria indignazione.
Il 30 dicembre Mora aveva tentato di soffocarsi con alcuni cerotti al naso e alla bocca. Il talent scout si era poi scusato per il suo gesto soprattutto con il personale del carcere che, aveva spiegato, ha sempre dimostrato grande attenzione e un sincero rapporto umano nei suoi confronti.
Lo scorso 12 dicembre gli avvocati Luca Giuliante e Nicola Avanzi avevano depositato una memoria per sollecitare al gip un'attenuazione della misura cautelare. Nel documento si faceva esplicito riferimento ai «discorsi autolesionistici» di Mora. Adesso l'istanza sarà corredata dalla relazione di un perito nominato dai difensori, affinché il gup possa valutare le condizioni di salute di Mora e decidere rapidamente sulla compatibilità con il regime carcerario. Intanto è attesa anche la decisione del Tribunale del Riesame, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.
E sulla vicenda è intervenuto anche Giorgio Jannone, esponente del Pdl della Lombardia: «Mi pare che le condizioni sanitarie e i recenti accadimenti rappresentino valide ragioni per concedere gli arresti domiciliari a Lele Mora», ha detto polemicamente Jannone.
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