l'abbaglio labbaglio l abbaglio

IL CINEMA DEI GIUSTI - GRANDE ERA L’ATTESA, DOPO IL COSÌ RIUSCITO “LA STRANEZZA”, PER "L'ABBAGLIO", IL SECONDO FILM STORICO DI FICARRA E PICONE E DI TONI SERVILLO – I DUE COMICI PALERMITANI SONO DUE CIALTRONI CHE, FINGENDOSI PATRIOTI INTERESSATI ALLA CAUSA DELL’UNITÀ D’ITALIA, SI ARRUOLANO TRA I MILLE DI GARIBALDI SOLO PER AVERE UN PASSAGGIO FINO ALLA SICILIA. INCONTRANO COSÌ IL BURBERO COLONNELLO ORSINI DI TONI SERVILLO – VA BENISSIMO L’IDEA DI INSERIRE UNA SITUAZIONE COMICO-PICARESCA DENTRO UNA COSÌ CONNOTATA AMBIENTAZIONE STORICA. MA QUALCOSA, STAVOLTA, NON HA FUNZIONATO COME NEL FILM PRECEDENTE… - VIDEO

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

 

toni servillo ficarra e picone l'abbaglio

Marco Giusti per Dagospia

 

Confesso che grande era l’attesa, dopo il così riuscito “La stranezza”, per il secondo film storico-comico che riuniva i talenti di Roberto Andò, regista, di Massimo Gaudioso e Ugo Chiti, cosceneggiatori assieme al regista, di Ficarra e Picone, i due più popolari comici palermitani, e di Toni Servillo, il nostro maggiore attore drammatico più celebrato.

 

toni servillo l'abbaglio

Se nel primo film, “La stranezza”, Ficarra e Picone interpretavano due cialtroni che alternavano il lavoro di becchini a quello di attori in una sgangherata compagnia teatrale amatoriale e a Toni Servillo spettava il ruolo di un Luigi Pirandello che torna in Sicilia per la morte dell’adorata tata e studia i personaggi e gli umori che troveremo in “Sei personaggi in cerca d’autore”, in questo “L’abbaglio”, Ficarra e Picone sono due cialtroni, Domenico Tricò e Rosario Spitale, rigorosamente palermitani, che fingendosi patrioti interessati alla causa dell’Unità d’Italia si arruolano tra i Mille di Garibaldi in partenza da Quarto solo per avere un passaggio fino all’amata terra di Sicilia e incontrano così il burbero colonnello Orsini di Toni Servillo, al comando dell’Artiglieria garibaldina.

ficarra e picone l'abbaglio

 

Non credendo troppo alla liberazione della Sicilia, disertano dalle camicie rosse appena sbarcati a Marsala, per poi rientrarci quando la situazione si fa per loro più difficile fino a prendere parte eroicamente all’operazione di depistaggio che vedrà l'artiglieria di Orsini farsi inseguire dall’esercito borbonico comandata da Von Mechaen, Pascal Greggory, in quel di Corleone proprio mentre Garibaldi stesso entro trionfalmente a Palermo. Tutto bene, anzi benissimo per la dotta ricostruzione storica.

 

l'abbaglio

Il colonnello Vincenzo Giodano Orsini (1817 – 1889) è un personaggio reale, palermitano di buona famiglia, la mamma la interpreta un’adorabile Giulia Lazzarini, che studia alla Nunziatella a Napoli, diventa ufficiale borbonico, che diserta per seguire i mazziniani. Si rifugia a Costantinopoli e torna con Garibaldi, un ottimo Tommaso Ragno, tra i migliori Garibaldi di sempre, per l’impresa dei Mille. Le ambientazioni nei paesi e nei palazzi del palermitano sono favolose. C’è un grande lavoro di fotografia e di scenografia.

 

l'abbaglio

Va benissimo anche l’idea di inserire una situazione comico picaresca dentro una così forte e connotata ambientazione storica. Il cinema italiano è ricco di film come “La grande guerra”, “La marcia su Roma”, “Brancaleone”. Ma qualcosa, stavolta, non ha funzionato come nel film precedente. Forse un eccesso di serietà, di troppe spiegazioni ideologiche nei dialoghi e nella presenza del colonnello Orsini, costantemente in dialogo col tenentino di Leonardo Maltese.

 

toni servillo l'abbaglio

Forse le scene di guerra, viene ricostruita la battaglia di Calatafimi, avrebbero avuto bisogno di una mano esperta nell’azione. Lo stesso errore che fece Rossellini in “Viva l’Italia”, film che da bambino attesi molto e molto mi deluse, mentre “Il Gattopardo” di Visconti, che molto mi annoiò da piccolo, mi colpì con delle scene di battaglia memorabili. Forse la costruzione di personaggi, Servillo + Ficarra&Picone che non hanno un vero e proprio funzionamento comico.

 

l'abbaglio

Non si chiede certo a Servillo di funzionare da Raimondo Vianello in “I figli del leopardo” con Franco e Ciccio, ma certo il suo Pirandello alla ricerca di personaggi e umori della sua terra era più adatto a trovare un rapporto con Ficarra e Picone. Che erano teatranti, e quindi già inseriti nel discorso. Qui ognuno sembra fare il suo film. Ma il film dovrebbe essere costruito su loro tre. Però, se decidi di fare un film con Servillo e Ficarra&Picone, in realtà stai facendo un film principalmente comico con Ficarra e Picone, che sono una forte coppia popolare.

 

l'abbaglio

Così era in gran parte “La stranezza”. E per questo funzionava perfettamente. In questo caso ha troppo spazio la parte storica, politica, anche attuale affidata a Servillo rispetto alla parte comica. E finisce che riesci a centrare né il film comico né il film storico né quello politico. Magari, e lo spero, sono cose che vede solo uno spettatore affezionato al cinema comico e al cinema picaresco all’italiana alla Vincenzoni, Age e Scarpelli, Monicelli e Risi, e il pubblico, che oggi è così difficile da decifrare, gradirà il film anche più di quanto ha gradito “La stranezza”.

ficarra e picone l'abbaglio

 

Rimane immutato il rispetto per un’operazione complessa e di alto livello sotto tutti i punti di vista. E per un regista che mette in scena con accortezza signore della scena come Giulia Lazzarini e la più popolare e palermitana Aurora Quattrocchi. Peccato però che non sia il “Rinaldo in campo”, ecco…, perché aveva tutte le carte in regole per diventarlo. In sala dal 16 gennaio. 

ficarra e picone l'abbaglio