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Marco Giusti per Dagospia
Ricordate quel film dove Louis De Funés faceva il critico gastronomico e andava in giro per i migliori ristoranti del mondo in incognito per poi dare i voti sulla sua guida? Beh, questo "Viaggio sola", quarto film di Maria Sole Tognazzi, recupera una analoga idea del viaggio in incognito, andando in giro non per ristoranti ma per grandi alberghi di lusso, e la applica non a un film comico, quanto a un film minimalista sulla nuova condizione femminile.
Sì, perché stavolta è una donna, quarantenne, single, a girare per alberghi e a dare voti a tutto, ai servizi, al ristorante, alla cortesia dei dipendenti. Una specie di terribile ispettrice. Ma in tono volutamente dimesso. E in questo ruolo, un po' triste, un po' comico, un po' isterico, un po' fiero, non ci poteva che essere Margherita Buy, l'unica attrice italiana in grado di recitare anche da sola un intero film. La Irene della Buy è una quarantenne che non ha ancora ben capito se la sua totale libertà nella vita, e il suo lavoro da donna sola, sono proprio delle scelte o i risultati delle sue continue rinunce.
Rispetto alla sorella, ad esempio, Fabrizia Sacchi, sempre bravissima, sposata con figlia e perennemente in ritardo e confusa. Rispetto all'ex-fidanzato, Stefano Accorsi, sempre perfetto vicino a lei, col quale ha un rapporto di amicizia talmente forte che può perfino finirci a letto e scoparci senza che la cosa le sconvolga la vita. Ma la sorella ha la sua vita, cioè una famiglia, e anche l'ex-fidanzato ha una sua vita, un'altra donna, Alessia Barela, per giunta incinta, e quindi la possibilità di una famiglia.
Che ne sarà di lei? Dei quattro film, tre di fiction e un documentario sul padre Ugo, è questo, scritto assieme a Francesca Marciano e a Ivan Cotroneo, il più interessante e originale che ha diretto Maria Sole Tognazzi, che seguita comunque a girare in ogni film attorno all'idea di famiglia-non famiglia-famiglia allargata. Che deve essere stato per lei, figlia di attore celebre con tante mogli e tanti figli sparsi per il mondo, un problema importante.
Ma a parte i mal di pancia esistenziali delle quarantenni single o dei figli degli attori celebri è interessante, e direi più del previsto, la costruzione di un film in giro per tanti alberghi diversi. Idea da sponsor facile, si direbbe (e infatti c'è), anche se proviene anche questa dalla vita vissuta della famiglia Tognazzi, visto che la madre di Maria Sole, Franca Bettoja, anche lei attrice, era figlia di una famiglia di albergatori e vivere per alberghi per i Tognazzi deve essere stato una cosa quasi naturale.
Pur con qualche situazione non riuscita, gli incontri con la sessuologa, quello col bel francese sposato, il film ha un suo andamento minimalista e di un certo fascino, tutto costruito su piccoli elementi e piccole notazione psicologiche dove la Buy da sola e la Buy con Accorsi capiscono immediatamente come intervenire senza far scivolare il tutto nel già visto o nella commedia più facile. Ovvio che non farà una lira contro "Iron Man 3". In sala dall'11 aprile.
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