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IL CINEMA DEI GIUSTI - SVEGLIATE I POCHI MARXISTI RIMASTI, MA ANCHE PAOLO MIELI, EUGENIO SCALFARI E GLI STORICI COL BARBONE. “PETERLOO” DI MIKE LEIGH È IL LORO FILM - E’ ANCHE UN FILM PARTICOLARMENTE ADATTO A SPIEGARE DA DOVE VENGONO I PROBLEMI NON SOLO INTERNI ALLA SINISTRA INGLESE, MA ANCHE INTERNI A TUTTA LA SINISTRA EUROPEA

 

Marco Giusti per Dagospia

 

PETERLOO

Svegliate i pochi marxisti rimasti, ma anche Paolo Mieli, Eugenio Scalfari e gli storici col barbone. Peterloo di Mike Leigh è il loro film. E’ anche un film particolarmente adatto a spiegare da dove vengono i problemi non solo interni alla sinistra inglese, ma anche interni a tutta la sinistra europea. Come se poco o nulla fosse cambiato dopo ben due secoli di storia. Con la sinistra divisa che non capisce che disunita prenderà solo botte in testa dai conservatori.

 

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Presentato a Venezia lo scorso settembre, non era stato apprezzato proprio da tutti i critici, ma il più che autorevole Peter Bradshaw del The Guardian gli aveva dato ben cinque stelle. Diciamo anche che era ovvio, visto che la storia del film, la durissima repressione del governo Tory rispetto a una pacifica manifestazione democratica a Manchester a St. Peter Square nel 1819, 18 morti e cento feriti, che fu appunto la Waterloo di St.Peter, cioè Peterloo, venne ripresa dai nuovi giornali del tempo con tale impeto che da lì, dal massacro di Peterloo, nacque lo stesso Guardian, il giornale della sinistra. Insomma, è un po’ come se Repubblica recensisse un biopic sul fondatore, Scalfari. Non gli dai cinque stelle?

 

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Anche sei. In sala, invece, i critici meno impegnati politicamente boccheggiavano perché il film, pur documentatissimo sull'evento, molto ricco e molto ben scritto, è comunque una mattonata per vecchi cossuttiani. Due ore di chiacchiere politiche tra le varie correnti della sinistra e venti minuti di botte del governo conservatore. Confesso, però, che personalmente me lo sono visto come fosse uno di quei filmoni storici di Alessandro Blasetti degli anni 30, quindi con piacere da storico del cinema.

 

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Inoltre Peterloo ha dalla sua una ricostruzione maniacale alla Turner, anche se non riesce a prenderci totalmente né come cinema moderno né come discorso politico attuale che dal passato guarda la realtà inglese di oggi. Magari è un film più rosselliniano del solito, ma un po’ di fatica rimane.

 

Quanto alla ricostruzione del linguaggio dei politici di allora, però, Mike Leigh riesce davvero a portarci dentro a un dibattito che, se riesci a seguirlo, ti prende. Insomma. Non sottovalutiamo, specialmente adesso, e con la sinistra che abbiamo da noi, questo tipo di cinema. Anche perché noi, anche a provarci, non lo sapremmo proprio fare. In sala da giovedì 21 marzo.

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